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Thursday, August 09, 2007

Bonino, che amarezza...

Con estrema delusione bisogna constatare le difficoltà di Emma Bonino nel recitare allo stesso tempo il ruolo di ministro del commercio internazionale e di promotrice della democrazia, almeno dalla postazione di governo che si è conquistata.

E' vero quanto dice al Sole 24 Ore, che «non ci sono soluzioni miracolistiche», e che insieme ai beni circolano «anche persone e idee». Gli oggetti hanno in sé una potente carica culturale. Ma attenzione: in Iran stiamo vendendo iPod, cosicché uomini e donne iraniane possano scaricare da internet musica e informazione dall'esterno del loro paese? Oppure altri beni di consumo, come borse di Gucci e Versace? Non stiamo invece, come Europa e come Italia, concedendo crediti bancari e vendendo tecnologia e macchinari pesanti alle industrie di stato iraniane? Quanti sono i programmi di aiuti nella costruzione di infrastrutture che la Farnesina ha in piedi con Teheran?

In Iran, come ha scritto giorni fa Amir Taheri, in queste settimane il regime ha scatenato la più vasta ondata di terrore e repressione dai primi anni '80. Nessuno ha mai parlato di «chiudere i rubinetti» con l'Iran, la Cina o la Russia. Ma qualcuno, e i radicali sono (o erano?) tra questi, ha sempre affermato che il commercio può essere usato come arma di pressione nei confronti delle dittature. Anche loro sono dipendenti da noi, forse anche di più. Se vogliono tecnologia e macchinari europei, gli si potrebbe chiedere di non bloccare i siti internet.

Per non parlare della Cina, della grande opportunità, che l'Occidente sta sprecando, di esercitare un'azione di pressione coordinata per ottenere, con l'avvicinarsi delle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, qualche apertura, per esempio per quanto riguarda libertà d'espressione e accesso all'informazione.

7 comments:

Mauro Suttora said...

concordo

Anonymous said...

... c'era un blog, un tempo, che scriveva: ai ministeri degli esteri ci devono essere diplomatici, non attivisti per i diritti civili...

la bonino lo ha capito. Gli stati perseguono i loro interessi.Period. Per le pagliacciate ci sono gli attivisti politici.

saluti, aa.

JimMomo said...

Fa piacere risentirti, aa.

E' comodo, troppo comodo, fingere che non ci sia nulla tra le "pagliacciate degli attivisti" (e ce ne sono) e il perseguire i nostri interessi.

Ma è il concetto di interessi, che viene citato sempre come se avesse un significato univoco, che invece è discutibile: sarebbe più preciso dire "certi" interessi o forse spiegare che anche promuovendo la democrazia curiamo i nostri interessi, forse ancor più vitali di quelli commerciali.

saluti

Mauro Suttora said...

il partito di lotta e' diventato di governo.
Era capitato anche ai socialisti di Bissolati 100 anni fa.

Ma ha ragione Punzi: castigare i gerarchi comunisti e' un nostro interesse concreto, non un'ubbia umanisterica.

Venderemo ai cinesi anche la corda con cui ci impiccheranno, come diceva Vladimir Ilich

Anonymous said...

DALLA DICHIARAZIONE DELLA BONINO.
E noi combattiamo per i diritti delle persone non contro questo o quello Stato. (http://www.radicali.it/view.php?
id=102028)
Quindi niente guerra agli stati islamo fascisti nemmeno quella commerciale.
Moral suasion dunque?
Richieste di moratorie all' Onu, con o senza scioperi della fame?
Minacce di dimissioni dall'incarico di ministro?
cosa propone la ormai triste Bonino?
alex, UN ASCOLTATORE PARASSITA ( DA BEN 25 ANNI !!) DI RADIO RADICALE

Anonymous said...

Sì è triste la cosa... spero ancora che uno di questi gg la Bonino si svegli dal coma e torni ad essere un attivista politica, di quelle che fanno le pagliacciate di cui parla aa. Che pero' magari cambiano la storia o almeno la rendono qualcosa di diverso da una disgustosa, tragica e noiosissima ripetizione di errori ed orrori.

Francamente a me il commento di aa fa vomitare. Spero per lui che almeno faccia parte del "big game" e conti almeno quanto Condoleeza Rice per avere questa rivoltante visione della politica.

Per inciso JimMomo e riferito al post di prima, se adesso ce la prendiamo con quelli di RSF perchè si sa mai, magari negli anni '60 avrebbero inneggiato a Mao (un po' difficile da smentire ti pare ? probabilmente non erano ancora nati) e quindi oggi non dovrebbero criticare la Cina grande potenza emergente etc etc beh allora tanti saluti non capisco chi abbia le carte in regole e per criticare cosa. A parte il fatto che se sono d'accordo con qualcuno tendenzialmente me ne felicito e non sto troppo a guardare per il sottile le sue credenziali. Insomma a me pare che RSF abbia fatto nè più nè meno quello che almeno fino a poco tempo facevano i radicali e mi sembra una bella stronzata andare a rimproverargli un ipotetico (molto ipotetico ) passato. Bettiza è bravo ma stavolta ha preso un grosso granchio, non mi sembra il caso di seguirlo. Attendo con ansia nomi e indirizzi di liberali con le carte in regola. Controllate da chi ?

gvertigo

PS
Francamente a me pare che questi due post dicano il contrario l'uno dell'altro....

JimMomo said...

Magari non mi sono spiegato bene, ma il mio post precedente intendeva dire proprio questo. Va bene ricordare gli errori del passato di quanti oggi sembrano i più duri con la Cina, e sembrano quasi rimproverarle una specie di tradimento del fronte anti-capitalista, ma Bettiza fa l'errore di non vedere quanto sia importante proprio oggi continuare a esercitare pressioni sulla Cina.

Forse il tono doveva essere più del tipo "Benvenuti".

ciao