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Wednesday, October 27, 2010

C'è chi esce (forse) e chi rientra nel tritacarne

Archiviazione stra-annunciata quella della Procura di Roma riguardo l'ipotesi di truffa che oggi veniamo a sapere a carico di Fini e del senatore Pontone. Dunque, non ci sono profili penalmente rilevanti nella vendita della casa a Montecarlo di proprietà dell'ex An, anche se i pm semplicemente rinviano le «doglianze» dalla sede penale a quella civile (penale esclusa solo perché, pare di capire, sui partiti la Costituzione è rimasta inattuata e non si tratta di associazioni riconosciute). Non ho elementi per valutare sotto il profilo strettamente giuridico la decisione della procura, ma è un'archiviazione che certo rafforza ulteriormente il sospetto che la forte connotazione legalitaria, e da baluardo politico della magistratura, assunta da Fini e dal suo movimento - in un crescendo dalla primavera scorsa in poi e ostentata in questi giorni in cui è stata avviata la discussione sul Lodo Alfano e sulla riforma complessiva della giustizia - abbia fruttato. La Procura non ha ritenuto di sentire, neanche come persona informata sui fatti, l'attuale inquilino dell'appartamento, il "cognato" di Fini, che secondo ben più di qualche indiscrezione sarebbe il reale acquirente nascosto dietro due società off shore; non si è affacciata neanche dalle parti di Saint Lucia, il paradiso fiscale dove hanno sede entrambe le società off shore formalmente acquirenti, una dopo l'altra a stretto giro, dell'immobile. E oggi chiede un po' frettolosamente l'archiviazione, nonostante la perizia arrivata da Montecarlo indicasse un valore di mercato nel 2008 tre volte e più superiore a quello effettivo di vendita.

Considerando, poi, che in Italia il segreto istruttorio è un autentico colabrodo, non può che suscitare un certo stupore che in questo caso - a memoria d'uomo l'unico caso di un politico del livello di Fini - il segreto abbia tenuto, persino sull'iscrizione sul registro degli indagati. Interi verbali di interrogatorio, pagine di intercettazioni, persino i file audio, vengono pubblicati sui giornali e sui siti internet, e di Fini non si viene a sapere neanche che è stato formalmente indagato. Siamo contenti per lui, evidentemente oggi l'unico in Italia a godere dei diritti che spetterebbero a qualunque cittadino sotto indagine, persino ai Misseri.

Ammesso e non concesso che la Procura di Roma abbia ben operato, in questa vicenda rimane il caso politico e l'interesse giornalistico. Il sospetto, più che fondato alla luce non di chissà quale dossier, ma di solide notizie emerse in questi mesi, è che Fini abbia "regalato" al cognato una casa che apparteneva al suo ex partito, vendendola a 300 mila euro quando ne valeva ad esser cauti circa 1 milione. Nessuna truffa, forse, ma certo non un comportamento esemplare per un leader politico attualmente terza carica dello Stato.

Berlusconi, intanto, con l'avvicinarsi della sentenza della Consulta sul legittimo impedimento, sta finendo di nuovo nel tritacarne giudiziario. Ma quello che più dovrebbe preoccuparlo è il tritacarne politico. E' ormai evidente che Fini non è interessato (alcuni dei suoi forse sì) a trovare un modus vivendi all'interno della maggioranza, ma solo a procedere di logoramento in logoramento, alzando ogni volta l'asticella. Accettare trattative al ribasso su ogni virgola, subire il ruolo di "terza gamba" di Fli, ha inoltre attizzato malumori che stanno deflagrando nel Pdl: vedendo Fini che riesce a ricattare e a ottenere molto più dall'esterno di quanto si riesca all'interno, molti - individualmente e in gruppo - sono tentati di dar vita a "quarte" e "quinte gambe", e comunque cominciano a ragionare e a far calcoli all'interno di uno schema di dissolvimento del partito e dell'attuale maggioranza.

Se continua così, Berlusconi arriverà spossato alle amministrative e ciò che i suoi elettori non gli perdoneranno è di essersi lasciato governare dagli eventi e dagli avversari, l'aver lasciato il Paese allo sbando per mesi. Se non è in grado di governare e di realizzare le riforme promesse, tanto vale votare. Per come stanno ad oggi le cose, piuttosto che vivacchiare, piuttosto che la palude degli ultimi sei mesi, al premier conviene persino subire il ribaltone.

1 comment:

Anonymous said...

giusto, tanto vale votare! ma si, peggio di così come siamo combinati oggi non c'è nulla