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Monday, October 04, 2010

Riforma, non commissioni

Non servono commissioni d'inchiesta. Il verdetto politico sulla magistratura e sull'organizzazione della giustizia italiana è già stato emesso ed è di condanna senza attenuanti. Ciò che serve, dunque, è avanzare senza indugi, senza compromessi al ribasso, e senza fare prigionieri, con "la" riforma. Separazione netta tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, in attuazione dei principi del giusto processo; rafforzamento della responsabilità penale e civile dei magistrati; riduzione della durata dei processi. «Punitiva» o meno nei confronti della magistratura, questa è la riforma che il Pdl (finiani compresi) prometteva ai suoi elettori nel programma elettorale del 2008 (che prevedeva persino limitazione dell'uso e divieto di pubblicazione delle intercettazioni, legge prima annacquata, poi affossata, grazie a Fini e ai suoi). Fini e Bocchino possono ritenere «punitiva» una simile riforma oggi, ma dovranno spiegare agli elettori di aver cambiato idea. E allora non sarebbe del tutto campato in aria sospettare che questi neo paladini della magistratura agiscano per il mantenimento dello status quo per garantirsi certe protezioni politiche e giudiziarie.

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