Il Pdl ha tenuto fede all'impegno preso sui rinnovi delle presidenze delle commissioni, accettando la conferma della Bongiorno nella delicatissima postazione alla guida della Commissione Giustizia della Camera e, di fatto, accettando il ruolo di Fli come "terza gamba" della coalizione. Adesso Fli garantirà un rispetto altrettanto leale, e integrale, del programma di governo? Sulla giustizia, i punti della riforma sono noti e al di là dell'annoso problema dell'eccessiva durata dei processi, di recente ricordato dal presidente Napolitano, sia il rafforzamento della distinzione tra magistratura inquirente e magistratura giudicante, in attuazione dei principi del giusto processo, sia il rafforzamento della responsabilità penale, civile e disciplinare dei magistrati, e persino la limitazione dell'uso e il divieto di pubblicazione delle intercettazioni, fanno parte del programma del Pdl presentato agli elettori nel 2008. Dunque, «punitivo» o no nei confronti delle toghe, niente storie! I finiani hanno sempre giurato di voler tener fede a quel programma.
Eppure, che sia tacita o meno, l'alleanza tra Fini e le toghe per far fuori il governo Berlusconi, o comunque per impedirgli di toccare alcunché dei privilegi e del potere politico della casta, mi sembra emergere chiaramente dalle sue parole e dai suoi comportamenti, nonché dallo scarso zelo, se non dall'attenzione nulla dedicata dai magistrati a vicende poco trasparenti che lo riguardano. Tra qualche mese, alla luce del comportamento di Fli sulle riforme, ne avremo conferma o smentita. Permangono quindi forti dubbi sulle reali intenzioni di Fini, che evoca il tema della giustizia come causa di una possibile crisi di governo; che usa le sue prerogative di presidente della Camera per spingere in avanti, in parallelo, la discussione sulle modifiche alla legge elettorale, con la minaccia appena velata di dar vita a governi "tecnici" con una maggioranza diversa; e che ora annuncia ai suoi la politica delle «mani libere», delle «alleanze variabili», alle prossime amministrative, esattamente come l'Udc di Casini.
Il 20 ottobre, inoltre, sarà a Londra per una visita ufficiale, prima tappa di un tour nelle principali capitali europee. Poi sarà la volta di Berlino e Parigi. Almeno è quanto anticipano, senza smentite finora, alcuni quotidiani. Formalmente in veste di presidente della Camera, ma non sfugge come in realtà - con i soldi della Camera dei deputati, e soprattutto sfruttando il prestigio della carica che ricopre e le numerose occasioni di udienza che garantisce - per Gianfranco Fini si tratterà di accreditarsi all'estero come leader di un centrodestra diverso e alternativo rispetto a quello berlusconiano, di presentarsi come avversario, se non nemico, di Berlusconi, di spiegare le sue intenzioni. Insomma, di farsi pubblicità. L'accreditamento internazionale - ancora una volta sfruttando a fini personali risorse e rilievo istituzionale garantiti dal podio di Montecitorio - come parte della strategia comunicativa per il lancio del suo movimento.
P.S.: Intanto, Fini e i suoi brindano perché le autorità di Montecarlo giudicano il valore catastale (catastale!) dell'appartamento del cognato dichiarato nel 1999 (1999!), cioè all'atto del passaggio di proprietà dalla defunta contessa Colleoni all'ex An, "congruo" per l'epoca (1999, non 2008, dunque). Valore, tra l'altro, ai soli fini catastali, e non di mercato. E tutti gli italiani sanno bene cosa significhi. Può ben darsi che la Procura di Roma archivi tutto (e d'altronde ha dimostrato già uno scarsissimo zelo sulla vicenda, non ritenendo neanche di ascoltare il cognato), ma Fini non riuscirà a convincere nessuno che sia "congruo" anche il prezzo di vendita nel 2008, solo del 10% superiore al valore catastale dichiarato ben nove anni prima e a sei anni trascorsi dal passaggio all'euro, che tutti sappiamo bene cosa abbia significato per i prezzi degli immobili. A ben vedere, le carte arrivate da Montecarlo dimostrano esattamente il contrario: e cioè che vendere a 300 mila euro un immobile il cui valore catastale nove anni prima (e tre anni prima del passaggio all'euro!) era di 270 mila euro è semplicemente ridicolo, un regalo.
8 comments:
giusto per dover di cronaca (non è che sia particolamrnete informato/interesssato) ma in qualche giornale avevo letto che l'appartamento necessitava di pesanti ristrutturazioni, per cui potrebbe (e ripeto potrebbe) anche essere che il valore di mercato fosse giustamente più basso rispetto ad immobili simili ma in candizioni abitabili.
Una ristrutturazione da 1 milione e 200 mila euro?
come ho già detto non ne so molto, era solo per informarti che l'appartamento valeva un tot meno di casi analoghi a causa delle condizioni, che il tot poi fosse di qualche migliaio di euro (cioè del tutto trascurabile) o parecchie decine di migliaia non ne so nulla.
se come ho capito dici che 1 milione e mezzo è il valore di mercato di appartamenti analoghi di sicuro la cifra pagata, (con ristrutturazione o meno) è totalmente fuori mercato.
la mia osservazione aveva senso se il valore di mercato era su cifre come 600/700 mila euro, anche a milano ad esempio in alcune zone centrali di fianco a complessi con appartemnei da 5000 euro al m2 ci sono anche qualche appartamento (sempre più pochi) venduti a meno della metà visto che fan parte di case popolari stravecchie, magari senza neanche il bagno in casa.
A Montecarlo, per fare delle proporzioni, siamo sui 20mila euro a m2.
I costi della ristrutturazione effettuata ammontano a circa 100.000 euro... compresa la cucina amorevolmente acquistata al mobilificio Castellucci...
Nel 2008 il valore di mercato a Montecarlo era superiore ai 25.000 euro a m2.
Sarebbe stato auspicabile ammettere l'errore commesso piuttosto di cercare di nasconderlo dietro un mare di bugie, per una persona che vuole dare un'impressione di statista internazionale, per di più integerrimo...
Ricordiamo quanto gli americani non abbiano perdonato a Clinton non già la Lewinsky, ma le bugie dette per nascondere la polvere sotto il tappeto...
"A ben vedere, le carte arrivate da Montecarlo dimostrano esattamente il contrario: e cioè che vendere a 300 mila euro un immobile il cui valore catastale nove anni prima (e tre anni prima del passaggio all'euro!) era di 270 mila euro è semplicemente ridicolo, un regalo. "
Appunto,ma non si vede dove sarebbe il reato.
Se l'immobile è tuo, sei libero di regalarlo a chi vuoi. Se è di un'associazione, di una ditta, di un partito o roba del genere, è truffa. Per non parlare, poi, se l'hai regalato a un tuo parente, nel qual caso siamo al furto con destrezza. Sul reato deciderà la magistratura, ma certo politicamente non è commendevole.
Chi gestisce i beni del partito è il tesoriere,a meno che questo accusi Fini penalmente non c'è niente.
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