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Friday, October 01, 2010

Tony, ci manchi/7 - Apertura contro chiusura


«Riesce naturale alle opposizioni di governo venire trascinate nel dissenso tout-court. E' il mercato a breve termine dei voti. Sono le posizioni in cui il partito si sente più a suo agio. E' l'atteggiamento che suscita gli applausi più fragorosi. Il problema è però che incatena l'opposizione a prese di posizione che, nel lungo termine, appaiono irresponsabili, miopi o semplicemente del tutto errate... Definire la propria posizione per contrasto con quella dell'altro non solo è infantile, ma del tutto scollegato dalla situazione in cui oggi si trova la politica... Il vero rischio, a destra o a sinistra, consiste nel fatto che, proprio nel momento in cui l'elettorato ha perso entusiasmo per le divisioni politiche tradizionali, i partiti e i suoi attivisti ne sono semnpre più ossessionati. Ne risulta una pericolosa incongruenza fra persone "normali" e militanti politici "anormali" che potrà solo aggravare l'ostilità del pubblico verso la politica... Non perdi la tua identità di progressista solo perché hai delle ideee in comune con i conservatori. E' questo il mondo nuovo, e dobbiamo abituarci».
«C'è una nuova frattura nei programmi politici che trascende la tradizionale suddivisione fra destra e sinistra: quella che definisco una contrapposizione fra "apertura" e "chiusura". Alcuni uomini di destra sono favorevoli al libero scambio, altri no; da entrambe le parti, alcuni sono favorevoli all'immigrazione, altri no; alcuni appoggiano una politica estera interventista, altri no; alcuni considerano la globalizzazione e l'ascesa della Cina, dell'India e di altre nazioni come una minaccia, altri come un'opportunità. Certo, esiste un filo conduttore tra le posizioni politiche favorevoli al libero scambio, all'immigrazione (controllata, ovviamente) e alla globalizzazione, ma la contrapposizione è fra "apertura" e "chiusura", non fra destra e sinistra. Sono convinto che i progressisti debbano essere i campioni di un punto di vista aperto, non solo giusto ma anche vincente...».
«I progressisti devono essere orgogliosi delle politiche che conseguono l'efficienza tanto quanto di quelle che perseguono la giustizia. Perché la lezione appresa sin dal 1945 è che cercare anche nel servizio pubblico un buon rapporto qualità-prezzo non è una questione di essere efficienti piuttosto che giusti: è utile in sé... Servizi migliori sono anche più equi... Oggi le politiche ultra-stataliste sono destinate a fallire: davanti all'alternativa fra uno Stato invadente e uno più leggero, sarà quest'ultimo a vincere. Persino adesso, dopo la crisi. I progressisti devono andare oltre questa contrapposizione e proporre un'idea di Stato capace di mettere la gente nelle condizioni di prendere le proprie decisioni, non che cerca di farlo al posto loro. Sarà quindi uno Stato più piccolo, più strategico, ma anche attivo: non un male necessario, come lo vedrebbero alcuni a destra, ma uno Stato ripensato per il mondo d'oggi. Qualsiasi posizione politica che non se ne rende conto è condannata».
Tony Blair ("A Journey")

4 comments:

Anonymous said...

"... Definire la propria posizione per contrasto con quella dell'altro non solo è infantile, ma del tutto scollegato dalla situazione in cui oggi si trova la politica... "

stava parlando di quel babbeo che presiede la Camera in Italia ?

Jean Lafitte said...

" Oggi le politiche ultra-stataliste sono destinate a fallire: davanti all'alternativa fra uno Stato invadente e uno più leggero, sarà quest'ultimo a vincere."

quale previsione fu più errata?

Anonymous said...

al contrario, la crisi economico-finanziaria è figlia della politica, anzi della Politica con la P maiuscola come dicono quelli che volano alto,e di cui storditi statisti immaginari di Gallipoli o commercialisti economicamente analfabeti della Valtellina invocano la supremazia. La supremazia della politica l'abbiamo recentemente vista in Grecia, un megasupergoverno ipercentralista europeo che " armonizzi" sarà la vera pietra tombale. Il primato della politica si chiama inflazione, debito pubblico, distruzione di ricchezza, corruzione a tutti i livelli.
Blair ha perfettamente ragione ( a parole, certo non con il suo comportamento), negli USA lo stanno capendo e lo faranno capire allo sfiatato negro di Washington eletto dalle stesse lobby contro cui oggi pateticamente si scaglia.

Anonymous said...

"La supremazia della politica l'abbiamo recentemente vista in Grecia"

e infatti in Grecia c'era un governo iperliberista come pure in Irlanda e, dal punto di vista economico, in Spagna.

al contrario della comunista Cina, della socialista India, del socialista Brasile che di questa crisi non si sono neanche accorti.

JL