Impietose le motivazioni del gup, che parla di «una distorta e infedele rappresentazione dall'esterno delle reali e obiettive risultanze delle fonti di prova», ma che soprattutto trasformano De Magistris da accusatore a imputato:
«Nel corso delle indagini è stato abilmente seppellito da chi aveva interesse a farlo, sotto una miriade di dichiarazioni, propalazioni, coraggiose rivelazioni volte a rappresentare la molto più avvincente, inquietante 'televisiva' realtà di associazioni segrete, logge deviate, congiure di palazzo, accordi clandestini che dapprima operavano occultamente per monopolizzare la gestione degli appalti e delle risorse e che poi, a indagine avviata, tramavano per distruggere ed annientare da un punto di vista economico e di credibilità chi aveva avuto invece il coraggio di denunciare la realtà del malaffare».Una ipotesi investigativa che «dopo anni di lunghe e costose indagini non ha trovato alcun conforto probatorio essendo stata sconfessata già nella fase delle indagini preliminari», ed anzi «ha impedito di analizzare con la necessaria obiettività i vari e inconfutabili elementi di prova che emergevano sin da subito». Ecco perché serve una riforma della giustizia. Ed ecco perché dovrebbe essere, in un certo senso, "punitiva".
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