Ostellino, sabato sul Corriere, sfoga il suo pessimismo sulla sorte di questo paese, e usa parole che su questo blog avete letto più volte: «Non ce la faremo».
«Chiunque vinca elezioni. Perché la scuola non ci ha dato gli strumenti critici per pensare con la nostra testa, bensì come vuole il padrone di turno; ieri il fascismo, oggi il linguaggio politicamente corretto, che è poi fascismo mascherato da buonismo. Perché lo Stato ci dice dove portare l'asino, in cambio della sua protezione, ma poi ci dà di gomito, lasciando intendere che, se non gli rompiamo le scatole, possiamo anche abbandonare l'asino lungo l'autostrada. Non ce la faremo, perché non sappiamo neppure dove stia di casa la responsabilità individuale; perché il cattolicesimo, a differenza del protestantesimo, ci ha consentito troppo a lungo di sottrarci alla nostra coscienza, grazie all'intermediazione del clero fra noi e Padreterno. Perché politici e intellettuali non conoscono neppure il significato delle parole che usano.
Il centrodestra straparla di liberalismo, ma poi non difende le libertà individuali, bensì la dittatura delle corporazioni. Il centrosinistra ritiene che la democrazia rappresentativa consista nel governare in un clima di assemblearismo continuo con la mitica "società civile"...»
Insomma, non ce la faremo perché siamo il paese delle "curve" che si urlano contro.
1 comment:
E quindi?
Io farò così: contro le curve faziose, più che ideologiche, cercherò di votare laicamente, cioè senza preconcetti e pregiudizi (ed ormai pure senza illusioni).
E voterò la Rnp. Come te. Ciao.
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