Non m'illudo che con Sarkozy improvvisamente vedremo una Francia molto diversa. Continuerà ad essere protezionista, statalista e anti-americana. L'aspettativa è però che Sarkozy riesca ad attenuare quei caratteri, se non a invertire la tendenza. In questo dovrebbe esercitarsi la sua "rupture".
La Royal ha ottenuto da questo primo turno più di quanto mi aspettassi. Un buon 25,8% (contro il 22% circa che le attribuivo alla vigilia) che le consente di essere pienamente in partita con Sarkozy, che ha toccato una quota al primo turno mai raggiunta neanche da Chirac: il 31,1%.
Decisivi saranno i voti di Bayrou, il quale non credo tuttavia, con le elezioni legislative di giugno alle porte, voglia rischiare il suo capitale politico. Quel 18,5% di elettorato centrista che ha saputo aggregare si dimezzerebbe all'istante se indicasse di votare l'uno o l'altro dei candidati al ballottaggio. Quindi una sua indicazione di voto dovrebbe essere pagata a caro prezzo politico dai due contendenti, magari accontentando il suo disegno proporzionalista.
Dall'Italia i promotori del Partito democratico spingono, in chiave tutta italiana, per un'alleanza tra Bayrou e Segò. Sarebbe infatti una legittimazione implicita del progetto del Partito democratico, la conferma che è possibile superare gli steccati tra una formazione centrista e una socialista, divise dall'appartenenza a gruppi diversi al Parlamento europeo. Tuttavia, lo stesso Michel Rocard, l'ex primo ministro francese all'epoca di Mitterrand che lo aveva suggerito, ritiene oggi quell'accordo «più difficile».
Primo merito di Sarkozy, secondo l'intellettuale gauchista André Glucksmann, è l'aver «distrutto l'opera pluridecennale di Mitterrand e Chirac, che hanno sempre alimentato il Fronte nazionale per piegarlo ai loro interessi e danneggiare l'avversario. Sarkozy è stato il primo a rompere con questa tattica, e ha vinto».
Contro Sarkozy, denuncia Glucksmann, è stata lanciata una vera e propria «campagna di demonizzazione». E' stato descritto come un «isterico, pericoloso per la democrazia e magari anche incline a tendenze eugenetico-naziste», con tanto di caricature e manifesti imbrattati. "Tout sauf Sarkozy", chiunque tranne Sarkozy, sembra la formula sotto cui si è riunita la sinistra francese.
Eppure, Sarkozy ha con sé un'arma vincente: lo «stile». Non cravatte o camicie, come ha ironizzato qualcuno, ma il «coraggio»: «È un modo di dire le cose come stanno, quel modo che la sinistra degrada a demagogia e populismo, ma non lo è affatto. Sarkozy ha il coraggio di vedere la realtà, di indicare i problemi. La sinistra di Ségolène Royal, con il suo atteggiamento consensuale, rassicura ma lascia le questioni immutate, anzi le aggrava. La Royal gioca sull'assenza di conflitti, e demonizza chi invece ha il coraggio e il senso di responsabilità di farsene carico». Alla Royal Glucksmann non rimprovera nulla di personale: «Fa quel che può, all'interno di un vuoto concettuale che riguarda tutta la sinistra».
Alla demonizzazione di Sarkozy si è aggregato anche Pannella, con un improvviso interesse che si spiega forse più in funzione anti-capezzoniana. Fino a poche settimane fa il leader radicale confondeva addirittura tra Sarkozy e de Villepin. Nonostante non avesse le idee così chiare, riusciva comunque a spiegarsi il crescente consenso per Sarkozy con il Dna di una Francia «al 100% petainista». Ora arriva a definire «fascio» quel consenso intorno al candidato dell'Ump, che sarebbe addirittura più pericoloso di Le Pen. Quel Le Pen, lo ricordiamo, con il quale Pannella non esitò a condividere l'appartenenza allo stesso gruppo parlamentare europeo, nella scorsa legislatura.
La preferenza di Pannella andava a Bayrou, l'unico che secondo i sondaggi era in grado di battere Sarkozy al ballottaggio. Ora spera anche lui nell'accordo Bayrou-Segò. Anche Emma Bonino «tifa» Segòlene. Entrambi disinformati, si basano per lo più su pregiudizi e stereotipi che come in un gioco di specchi riflettono dei due candidati un'immagine opposta rispetto al personaggio reale.
Seppure una certa invidia nei suoi confronti da parte degli "elefanti" maschietti non sia mancata, la Royal rimane il tipico prodotto dell'establishment socialista. Compagna del leader Hollande, carriera politica regolare, direttamente uscita dalla prestigiosa Scuola di Alta amministrazione, quella che forgia la classe dirigente della statal-burocrazia francese.
Il suo è un volto certamente rassicurante, ma la sua campagna è tutta imperniata sul vecchio caro mito dello «Stato-balia»: i francesi possono dormire sonni tranquilli, pensa a tutto lo Stato.
E' sui temi dell'identità e dell'integrazione che Sarkozy ha caratterizzato la sua campagna elettorale. Ma per una reale integrazione, non sulla xenofobia e la paura, ha lanciato la sua sfida. Il suo concetto di identità non è basato sul "sangue", come per Le Pen, ma sui valori della cittadinanza repubblicana. A differenza della Royal, Sarkozy si è accorto che il modello sociale ed economico francese produce esclusione, e che le politiche di integrazione fin qui seguite non hanno avuto successo, perché ispirate a un falso criterio di tolleranza, che agli immigrati non è riuscito ad assicurare diritti né a chiedere doveri, generando comunità separate che coltivano odio e risentimento.
Alle paure dei francesi si sforza di dare risposte, non fa finta che non esistano, né le minimizza perché politicamente "scorrette" e sconvenienti. E' ovvio che gli avversari politici lo accusino di alimentare quelle paure.
8 comments:
cazzo! capezzone farfuglia che ci vorrebbe una rottura... e tu subito che parli di rupture...
ma la delusione pannella non ti basta? aadesso capezzone? e tra poco pure il piùsemplice?
Caro anonimo, informati, di "rupture" parla Sarkozy.
E qui se ne parla da parecchio.
Tu, piuttosto, manco farfugli una firma, ma che straccio sei?
Gran bel post. Pannella e Bonino mi hanno deluso.
ai nostri politici del cazzo manca l'acqua delle idee...
eppure la soluzione sarebbe semplicissima...
http://www.water-technology.net/projects/israel/israel5.html
altrimenti allaghiamo il sahara e dissaliamo, dissaliamo e coltiviamo, coltiviamo e...
ma devo pensare a tutto io?
Concordo, la Bonino e Pannella mi deludono sempre di più ogni giorno che passa: parlano per partito preso... ma come diavolo si fa a sostenere la Royal! Per fortuna che ci sono persone come Polito e Capezzone che ragionano ancora con la propria testa.
Tudap
non mi occupo molto di cose francesi e del partito delle aristocrazie...però molto democratiche...di questo proprio non me ne frega niente se non nel senso di una sua auto-distruzione...anche perché non credo che esso rappresenti quella fantomatica "esigenza che viene dal paese"...come invece si ostinano a dipingerla fassino ( il non morto ripete sempre << è il paese che ce lo chiede >>...due palle!!! ) e compagnia bella...e come fanno pure tutte quante le patetiche vestali di turno che vergini come non mai...si immolano a devozione del nuovo totem unificatore.
eh,sì...il partito che verrà, democratico in fieri...nobile nascituro dal sangue blu...bluastro...qualcosa di "rosso" scorre ancora nelle vene incartapecorite...piuttosto è da apprezzare appieno...sol che lo si intenda alla stregua di una bomba ad orologeria - possibilmente potente - che piano piano...scandisce già l'inarrestabile conto alla rovescia.
inarrestabile e benecomato.
le pie vestali di turno ovvero, i promotori del partito democraticoaristocratico << spingono, in chiave tutta italiana, per un'alleanza tra Bayrou e Segò. Sarebbe infatti una legittimazione implicita del progetto del Partito democratico >>.
facciano pure...manco è nato...il partitodemocraticoaristocratico...che da una festicciola tra infanti e compagni di merende...vestali...promotori...adepti...fondatori fusi per incorporazione...si passerà direttamente al tempo delle esequie.
di tutti i presenti alla kermesse.
anzi, credo prorio che il nascituro tanto (ig)nobile neanche verrà alla luce e se lo farà...sarà una specie di ircocervo, roba da circo barnum.
fassino e rutelli già litigano alle prime doglie.
il non morto-piero...nenche aveva finito di dire che il nascituro partito sarebbe stato "di sinistra"...che il bambacione neocatecumenale lo ha fustigato col cilicio della binetti!!!
altro che compromesso storico...compromessi e basta.
patetici.
quanto alla gallia...rilevo solo che il giusto motto da porre a sostegno di segolina - e di quel che professa - è..."horror vacui".
quello per sarko..."minima possibilità di riforme possibile".
ciao.
io ero tzunami...
bellissimo intervento di enrico rufi che ha parlato di sarkozy come del berluska del 94 e di tapis come del pannella di allora...
non certo del berluska di oggi e non certo del pannella di oggi...
Post a Comment