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Saturday, March 26, 2005

Il destino di Terri Schiavo. Un passo falso per Bush

L'America boccia l'intervento del Congresso e di Bush, in «flagrante violazione del federalismo e della separazione dei poteri». Crepe nel variegato movimento conservatore, per i repubblicani un «prezzo politico da pagare»? Il caso Schiavo rimane controverso e gli old media lo raccontano male: sondaggi condizionati, secondo autorevoli blogger

Nella vicenda Terri Schiavo ciò che stupisce è la nettezza con la quale si starebbe esprimendo l'opinione pubblica americana. Un po' di dati dai sondaggi più autorevoli: prima il nodo politico. Tra il 70 e l'80% disapprova l'intervento del Congresso e del presidente Bush, non più di 2 americani su 10 lo approvano. Un giudizio che accomuna americani di diversi orientamenti politici: democratici (quasi il 90%), liberali (oltre l'80%), repubblicani e conservatori (circa il 70%), persino gli evangelici (circa il 60%). Per il 75% degli americani mai il Governo, a livello statale o federale, dovrebbe intervenire in casi come questi. Come conseguenza del suo comportamento nella vicenda, la popolarità dell'operato del presidente Bush è crollata al punto più basso di sempre: il 45%. Un quadro che presenta un'America diversa da quella che viene descritta qui in Italia in mano alla destra religiosa.

Alla luce di questi dati resta da capire come mai il presidente Bush e la maggioranza repubblicana del Congresso abbiano cercato in tutti i modi di intervenire per mantenere in vita Terri. Il presidente è stato molto chiaro fin dal principio: non si può sapere che cosa realmente desideri Terri, dunque, se si deve sbagliare, «che si sbagli stando dalla parte della vita». Difficile sostenere che abbiano cercato di intercettare e cavalcare un sentimento popolare. Al contrario, hanno difeso una posizione già impopolare con strumenti che hanno trovato la disapprovazione di quasi tutti gli americani.

Un pericoloso scivolone, un errore, il tentativo di intervenire come potere esecutivo e legislativo. Per la prima volta le scelte del presidente e del Congresso a maggioranza repubblicana hanno scosso nel profondo il vasto e variegato movimento conservatore che li sostiene, provocando fratture e divisioni. Se conservatori sociali, evangelici e cattolici possono aver apprezzato il tentativo di intervento, la base tradizionale e moderata del partito repubblicano rimane gelosamente legata alle prerogative dei singoli Stati contro le ingerenze federali e alla separazione dei poteri come garanzie contro la minaccia alla libertà individuale rappresentata dall'espansione del governo federale. Tendenza che fino a oggi è stata connotato delle politiche liberal, per questo tenacemente combattute.

Il neocon Charles Krauthammer, che ha espresso un punto di vista problematico sulla vicenda Schiavo, sostenendo infine di non vedere ragioni per non affidare Terri ai genitori che dichiarano di volersene prendere cura, sul Washington Post ha però definito l'intervento del Congresso e del Presidente «parodia legale» e «flagrante violazione del federalismo e della separazione dei poteri»:
«For Congress and the president to then step in and try to override that by shifting the venue to a federal court was a legal travesty, a flagrant violation of federalism and the separation of powers. The federal judge who refused to reverse the Florida court was certainly true to the law. But the law, while scrupulous, has been merciless, and its conclusion very troubling morally. We ended up having to choose between a legal travesty on the one hand and human tragedy on the other».
Anche Neal Boortz, famoso anchorman radiofonico di destra, avverte i repubblicani che c'è un «prezzo politico da pagare, non perché non hanno fatto abbastanza per prolungare la tortura di Terri Schiavo, ma perché hanno fatto troppo» e non sono stati eletti per impicciarsi di queste cose.
«They were elected to reduce the size and intrusiveness of the Imperial Federal Government of the United States. They were elected to reduce our tax burden and lower government spending. They were elected to defend us against threats from abroad, specifically the threat of Islamic terrorism... and to do so with preemptive action if necessary. In spite of the delusions of grandeur of the abortocentrist crowd and religious extremists, George Bush was not elected to facilitate a government takeover of the ovaries of every fertile American woman, nor was he elected to establish a theocracy».
Andrew Sullivan vede nell'attivismo della destra religiosa, che è riuscita a ottenere la mobilitazione di Congresso e presidente repubblicani, una vera e propria «battaglia per conquistare l'anima del conservatorismo»: «The Republican party is engaged in a fascinating debate about what it is about, what it believes, what it is».
«The idea that the government should have the final say, and that the government could be swayed by powerful political lobbies trying to make headway in the culture wars, strikes me as grossly inappropriate. If limited government means anything, it means leaving decisions like this as close to the person as possible. And if the American principle of federalism means anything, it means that the local state's courts are the only relevant instruments to deal with such a tragedy.
(...)
The survival of what is left of Terri Schiavo is for some people a genuine matter of moral principle. That position should be respected. But it should also be subject to the rule of law.
(...)
For others, the Schiavo case is a first battle to win over the religious right primary voters who will determine the next Republican nominee. The Republican leadership is gambling that the intensity of their religious base will outweigh the more general public's disdain for this exercise in government over-reach. The broader public, they calculate, will forget. The zealots will always remember. And if Schiavo dies, they will have a martyr as well. And they will figuratively prop her up as a symbol in the campaigns to come».
Può darsi che la destra religiosa vinca questa battaglia, ma certo l'espansione degli interventi del Governo centrale infastidisce l'elettorato tradizionale repubblicano e finirebbe per sfaldare la variegata coalizione conservatrice cui va il merito delle recenti vittorie repubblicane, decretando il tramonto dell'approccio fusionista che ne è stato alla base.

Se i conservatori hanno fatto sentire la loro voce, spesso con espressioni forti e spesso in modo non unanime, i democratici al solito si sono trovati a disagio e timorosi sul campo dei "moral values", riuscendo solo a denunciare la «teocrazia» verso cui l'America verrebbe spinta dai repubblicani ma senza affrontare il caso di Terri nei suoi drammatici risvolti etici e giuridici. Richard Cohen si è chiesto: «Dove sono i democratici?». Nessun commento da Hillary Clinton, da John F. Kerry, o da Howard Dean. I clintoniani hanno saputo indicare nella sfacciata ingerenza del governo la possibilità del declino dei repubblicani, che «non possono sopravvivere assecondando gli estremismi».

"Morality and reality". David Brooks dedica al caso Schiavo il suo editoriale, sul New York Times, spiegando con equilibrio le ragioni delle forze in campo. Da una parte i social conservatives che credono nell'«intrinseco valore della vita». La «debolezza» di questa visione è che non distingue tra le condizioni di vita, alcune delle quali possono essere peggio della morte.
«The weakness of the social conservative case is that for most of us, especially in these days of advanced medical technology, it is hard to ignore distinctions between different modes of living. In some hospital rooms, there are people living forms of existence that upon direct contact do seem even worse than death. Moreover, most of us believe in transcendence, in life beyond this one. Therefore why is it so necessary to cling ferociously to this life? Why not allow the soul to ascend to whatever is in store for it?».
Dall'altra parte, i social liberals che esaltano la qualità della vita, ma la cui visione è «moralmente sottile». Brooks trova entrambe queste visioni «serie ma imperfette».
«Once you say that it is up to individuals or families to draw their own lines separating life from existence, and reasonable people will differ, then you are taking a fundamental issue out of the realm of morality and into the realm of relativism and mere taste».
Il paleocon Pat Buchanan è stato tra i più severi:
«Se il governo non fosse intervenuto, avrebbe detto: "La nostra è una nazione in cui un giudice non può condannare a morte lo sniper John Malvo, perché è troppo giovane per morire, ma può condannare Terri Schiavo perché è troppo handicappata per vivere"».
Invece Neal Boortz, da religioso, non crede che la morte sia la fine del viaggio dell'anima umana.
«Voglio che Terri Schiavo muoia perché credo se lo sia guadagnato. Terri non sta per essere uccisa. Le viene consentito di morire. La morte non sarà la fine di Terri Schiavo, sarà l'inizio. Finalmente le sarà consentito di reclamare il premio che tutti noi cerchiamo, un premio che si è guadagnato e che si merita».
A sorpresa anche William F. Buckley, su National Review, difende il marito di Terri e invita a non usare parole come «omocidio»:
«E' stata tenuta in vita per quindici anni, ha subito un centinaio di terapie mediche, tutte al servizio di un'astrazione, cioè del fatto che lei volesse restare in vita. Ci sono leggi contro l'alimentazione forzata e, nel caso avesse avuto i mezzi per far conoscere la sua volontà, nessuno può sapere se lei stessa avrebbe detto Basta».
Eric Cohen, sul Weekly Standard, richiama i principi del liberalismo: «La prima domanda ­ che cosa avrebbe voluto Terri Schiavo? ­ è la domanda cruciale del liberalismo moderno quando ci si deve occupare di coloro che non possono parlare per se stessi». Il liberalismo ci insegna a «rispettare i chiari desideri della persona, se si conoscono. E di pendere dalla parte della vita, se non si conoscono». Il caso Schiavo è «l'ennesimo tradimento che il liberalismo moderno fa nei confronti delle persone vulnerabili». Si scade nel «liberalismo ideologico», con l'idea secondo cui «soltanto coloro con la capacità di esprimere la propria volontà hanno dignità, mentre tutti gli altri hanno una vita che non merita di vivere».

Nel suo editoriale per il Los Angeles Times, Andrew Cohen spiega che dietro le decisioni delle Corti non ci sono complotti contro Terri né giudici cattivi:
«I genitori hanno perso perché in tutti i casi giudiziari c'è qualcuno che deve vincere e qualcuno che deve perdere. Così funziona il nostro sistema di governo. Non è bello e qualche volta è ingiusto. Ma è la realtà».
William Kristol invece proprio con i giudici se la prende nel suo editoriale sul Weekly Standard e conclude:
«Bush e il Congresso dovrebbero condurre un serio dibattito nazionale per distingure l'indipendenza dei giudici dall'arroganza, e lo scrutinio dalla supremazia del potere giudiziario. Forse è arrivato il momento di sollevarci contro i nostri padroni in toga e scegliere di autogovernarci. Chiamatela Terri revolution».
Un'ombra sui sondaggi. Dai sondaggi altrettanta nettezza sul nodo etico: tra il 60 e 66% degli intervistati ritiene che il tubo che alimenta Terri dovesse essere rimosso o non debba essere ripristinato. Le percentuali superano il 70% se la domanda chiede all'intervistato di mettersi nei panni di Terri. Ma il caso, nonostante le sentenze, continua a essere controverso dal punto di vista giuridico, quindi etico. Non accertabile la volontà di Terri, controverse le reali condizioni della sua coscienza e l'irreversibilità del suo stato, controversa la buona fede del marito, il buon senso vede accomunati Krauthammer e Sofri: affidare la sua custodia a quella parte della famiglia che vuole Terri viva e che promette di prendersene cura, anche se le leggi della Florida rendono quasi impossibile scalzare il coniuge dalla tutela legale.

Alcuni blog autorevoli (Kausfile, Morrissey) hanno avanzato e argomentato in modo convincente il sospetto che i sondaggi degli ultimi giorni sul caso Terri Schiavo, che mostrano ampie maggioranze anti-tube, siano stati influenzati dalle parole usate per descrivere le condizioni in cui si trova Terri. Comunque non tanto da far pensare a esiti opposti.

Gli old media avrebbero rappresentato il caso privilegiando una versione dei fatti anti-tube, seppure usando termini corrispondenti alla realtà. Sarebbe stata privilegiata una versione dei fatti che viene contestata (da una parte viene detto che Terri è "priva di coscienza", dall'altra che "non ne siamo certi"). E' stato riportato che Terri è "tenuta in vita", che i dottori dicono che "non ha coscienza" e che "la sua condizione è irreversibile". Alimentare artificialmente è tecnicamente "tenere in vita", ma quelle parole non altrimenti spiegate possono aver indotto gli intervistati a immaginare ben più elaborati sistemi. La domanda non è se quell'espressione sia esatta tecnicamente, ma quale effetto possa aver creato negli intervistati.

Lo stesso Charles Krauthammer, che ha definito l'intervento del Congresso mirato a spostare il caso dalle Corti della Florida a quelle federali una «parodia legale», ha però posto dei dubbi pesanti sulle condizioni di Terri:
«Il marito non ha permesso una quantità di test medici negli ultimi anni. Ho provato a capire quale sia la sua condizione neurologica attualmente. Ma la prova è appena abbozzata, vecchia e confliggente. La Corte della Florida ha constatato che la maggior parte della sua corteccia cerebrale è andata. Ma la maggior parte non significa tutta. Ci potrebbe essere della cortecia funzionante. Pazienti severamente ritardati e con gravi danni cerebrali possono avere qualche coscienza».
Malkin ritiene che l'immagine diffusa dai media, di un paziente in coma tenuto artificialmente in vita da una miriade di macchinari e tubi, abbia condizionato i sondaggi. Sulle condizioni di Terri non c'è uniformità di giudizio. Alcuni medici e parenti sostengono che con un'adeguata riabilitazione possa tornare ad alimentarsi da sola. Che non è un malato terminale, non prova sofferenze, è capace di dire "Mamma" e "aiutami", percepire se sta cadendo o agitarsi se la sua testa non è sostenuta propriamente.

1 comment:

Anonymous said...

Che post lunghissimo. Spero di poter finire di leggerlo in breve...