Pagine

Friday, March 25, 2005

Segni di resa al Corriere?

Segnale di crisi del terzismo al Corriere, con seguente «resa al conformismo»?

«Niente di illecito» ma un «errore». Così Giuliano Ferrara definisce su Il Foglio la presa di posizione del Corriere della Sera, schieratosi, tramite l'editoriale di Ernesto Galli della Loggia, contro la riforma costituzionale approvata dalla Casa delle Libertà.

In effetti la riforma è criticabile da molti punti di vista. La sfiducia costruttiva è l'ennesimo potere di ricatto concesso ai partitini delle maggioranze, esattamente l'opposto di cui il Paese ha bisogno, come la confusione sulla devolution rischia di raddoppiare nelle regioni gli sprechi di denaro pubblico che si fanno a Roma. E' il solito pasticcio non perché fa troppo, suonano ridicole le grida alla tirannide che provengono dalla sinistra, ma perché fa troppo poco.

Tuttavia, «l'intemerata patriottica» di Galli della Loggia «non è credibile», perché assimilabile nei toni e per l'argomento di fondo (il rischio per l'unità nazionale) «all'ammasso della sloganistica d'opposizione più sbrindellata, e dàgli alla dittatura del premier, e dàgli alla patria che muore ogni settimana, e dàgli all'usurpatore».

Ferrara non è tenero con Berlusconi:
«Che Silvio Berlusconi e i suoi compagni d'avventura non siano riusciti in undici anni a rendersi credibili come riformatori, che non abbiano inventato uno stile politico nuovo e siano rassegnati a una spontaneità spesso insopportabilmente primitiva, che non sappiano dividere gli avversari, influenzare un blocco economico e sociale minimamente omogeneo, conquistare consensi oltre la cerchia combattente di cui anche noi a nostro modo facciamo parte, questo è sicuramente un problema. Nonostante abbia capito a parole il segreto di Tony Blair, Berlusconi non è riuscito a governare anche da sinistra, come avrebbe dovuto fare».
Tuttavia, «i terzisti dell'establishment editorial-finanziario» dovrebbero riconoscere al premier i successi in politica estera e gli sforzi fatti per la modernizzazione del Paese. Invece, secondo Ferrara, prese di posizione come quelle di ieri indeboliscono «la loro esplicita ambizione di interferire nella cultura maggioritaria di questo paese, quella di o de sinistra, per provocarla al cambiamento e imporle la verifica delle dure repliche della storia», un «passo falso che li porterà, forse, a fiancheggiare un eventuale nuovo potere costruito sulla sconfitta di Berlusconi, ma in funzione cocchiera e subalterna».

Bisogna vedere se il ruolo che Ferrara vede per il Corriere di Mieli sia lo stesso che hanno in mente a via Solferino. Un'analisi lucida, sia dei poteri che spingono al Corriere, sia degli errori di fondo di Berlusconi (le riforme fatte a metà cedendo sui principi senza ottenere il placarsi delle proteste).

1 comment:

Anonymous said...

Vabbè ragazzi, però non è che chi non è d'accordo debba per forza essere sempre un nemico!
Che questa riforma sia un pasticcio l'hanno detto in tanti, a destra a sinistra e al centro. Decine di costituzionalisti, opinionisti a volontà, esperti e professori a gogò.
Che poi sia stata fatta a uso e consumo di quattro gatti è un'altra pecca che la qualifica negativamente. Accidenti, la Costituzione è pur sempre di tutti!
Mi ricordo che quando al governo c'era il centrosinistra, il centrodestra chiedeva che a fare le riforme costituzionali non fosse il governo, ma il parlamento, e addirittura si chiedeva l'istituzione di una Costituente apposita. Allora mi sembrò un'ottima richiesta e continuo a pensarla così anche oggi. A destra sembra invece che se ne siano dimenticati! Non vorrei che si ricredessero solo quando perderanno le elezioni!
-luca