Franchi quindi saluta le aperture recenti del segretario dei Ds Piero Fassino, intervistato su La Stampa, parlando di «svolta». Non che abbia cambiato opinione sulla guerra in Iraq, o che si sia iscritto tra i fautori dell'esportazione della democrazia sulla punta delle baionette, e della guerra preventiva. Tuttavia, Fassino dice «almeno due cose radicalmente nuove, e potenzialmente dirompenti»: riconosce prima di tutto che
«nel battersi "perché nei Paesi arabi ci sia libertà e democrazia", Bush opera un rovesciamento (a giudizio di Fassino, ovviamente, positivo) rispetto alle politiche tradizionali delle amministrazioni repubblicane, che "in nome del realismo politico sostenevano le dittature militari e fasciste in Sud America": non è Kissinger, e non si può ignorarlo. La seconda. I fermenti democratici che si stanno manifestando in tutto o quasi il mondo arabo hanno origine in un processo di secolarizzazione che non risparmia affatto le società islamiche; ma c'entra anche, eccome, "la maggior intransigenza dell'Occidente verso chi nega i valori di libertà"». Leggi tuttoEntrambi questi aspetti su cui si è soffermato Fassino, li avevo individuati nel suo intervento alla presentazione del libro di Lucia Annunziata.
Fassino ha tentato di alzare la testa dei riformisti nelle ultime settimane, ma ogni suo intervento o iniziativa è stata puntualmente stroncata da Romano Prodi, lo strano professore che partecipa a simpatiche sedute spiritiche. Le prime parole consapevoli al Congresso dei Ds stroncate dalla lettera prodiana sulla politica estera al Corriere, l'apertura ai Radicali nel centrosinistra boicottata dal veto del professore. Quali altre stroncature chiameranno le sue ultime svoltine?
1 comment:
io a fassino non credo.
panka
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