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Tuesday, March 01, 2005

Misfatti riformisti

«Il riformismo senza riformisti: così Fassino seppellisce la svolta» (in ogni caso se ne appropria, aggiungo io). E' il titolo dell'articolo di Cristina Missiroli, su ideazione.com, sull'esclusione dei riformisti Ds della prima ora da ogni organo della Fed. La frase sfogo di Enrico Morando sul Corriere della Sera è emblematica e memorabile:
«Chi viene dal Pci, quando vince una battaglia, ha il vizio di dimenticare chi l'ha combattuta».
D'altra parte la tradizione è lunga e ce l'ha ricordata in un editoriale del 7 febbraio scorso Stefano Folli:
«L'autocritica da parte del gruppo dirigente diessino si presenta come uno sforzo meritorio, ma appare gravata da una contraddizione irrisolta. Si riabilita Craxi al pari di Nenni o di Saragat, si riconosce che avevano ragione coloro che la pensavano diversamente (ieri sulla Nato e il mercato comune, oggi sull'Iraq), ma il gruppo dirigente resta immutabile e impermeabile. Dove sono, al vertice, i rappresentanti di chi ha avuto ragione, gli eredi di chi ha interpretato il "riformismo" in epoche storiche in cui non era facile farlo perché il più forte partito della sinistra era schierato contro?».

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