Pagine

Thursday, March 24, 2005

In Kirghizistan è assalto al potere di Akayev

[Update del 25 marzo]

Dai leader dell'opposizione appello alle forze dell'ordine e promessa di nuove elezioni. Formato un governo di unità nazionale di tutte le opposizioni. Stavolta la Russia sceglie un basso profilo puntando sul dialogo con i nuovi poteri. Il ruolo più debole dei movimenti nonviolenti: possiamo definirla rivoluzione nonviolenta

Dopo aver forzato i blocchi della polizia in duri scontri di piazza, stamani l'opposizione kirghiza ha preso il controllo del palazzo del governo e della Tv di Stato nella capitale Bishkek. Due leader dell'opposizione, Kurmanbek Bakiev e Rosa Otunbaeva, facevano il loro ingresso trionfale nel palazzo. «Se i generali e la polizia passano dalla nostra parte, noi risolveremo questo problema pacificamente», è stato l'appello rivolto in piazza da Bakiev alle forze di sicurezza. «Prendendo la Casa Bianca, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo. Vi ringrazio perché mantenete l'ordine» ha detto alla folla davanti al palazzo del governo. Quindi la promessa di nuove elezioni: «Noi manterremo l'ordine. Non consentiremo saccheggi. Noi terremo le nostre proprie elezioni per dare inizio al nostro governo».

In serata, la formazione del Consiglio di coordinamento di unità nazionale, il governo provvisorio creato dall'opposizione e presieduto da Kurmanbek Bakiev. Nel pomeriggio la Corte Suprema ha deciso all'unanimità di non convalidare i risultati delle contestate elezioni legislative e uno tra i più popolari oppositori di Akayev, Kulov, in carcere dal 2001, è stato liberato e ha parlato alla televisione. Kulov, 55 anni, è stato capo della polizia e capo del ministero della sicurezza nazionale successore del Kgb dell'era sovietica. Viene definito il "generale del popolo", gode di buona popolarità nel nord del paese ed è rispettato nel sud. Sempre durante il pomeriggio si sono rincorse molte voci sugli spostamenti di Akayev e famiglia, alla fine atterrati in Khazakstan. Smentite le sue dimissioni ufficiali, mentre a dimettersi è stato per ora il primo ministro Tanaiev. L'opposizione lo ha già sostituito, e il Parlamento riunito in una seduta piuttosto confusa ha nominato il presidente della Camera presidente ad interim.

Tutto è cominciato stamani, alla annunciata manifestazione nella capitale alla quale hanno preso parte in maggioranza persone affluite dalle province del sud, il cuore della rivolta, e in particolare dalle città di Osh e di Jalal-Abad che sono da alcuni giorni sotto il controllo degli oppositori.

L'opposizione chiedeva le dimissioni del presidente Askar Akayev, in carica dal 1990, accusato di aver manipolato le elezioni e di essere a capo di un governo autoritario e corrotto. Qui sembrano cessare però le somiglianze con le recenti rivoluzioni democratiche in Ucraina e Georgia. Le proteste sono degenerate in alcune violenze, anche se non si ha notizia di morti, e c'è il rischio che prevalgano orientamenti non democratici dall'ampio spettro delle opposizioni, un movimento variegato nel quale si mescolano slogan filoccidentali, istanze islamiche, malcontento sociale e frizioni tra la minoranza etnica uzbeka dell'impoverito sud e la maggioranza kirghiza. Continua >>
Fonte: RadioRadicale.it

Illuminante l'articolo di Stefano Magni su Ideazione.com, che racconta delle divisioni etniche ed economiche lungo l'asse nord/sud del Paese e del ruolo più debole svolto dai movimenti nonviolenti presi in contropiede dagli eventi.
«Sembra, insomma, che l'ala nonviolenta dell'opposizione, rappresentata soprattutto dal movimento giovanile KelKel e da quello dell'ex ministro degli Esteri Roza Otunbaeva, non abbia prevalso... L'idea che l'opposizione democratica non-violenta abbia perso il controllo della situazione, per lo meno nella prima settimana di scontri, non è del tutto fuori luogo.
(...)
Il movimento giovanile KelKel e la Otunbaeva stavano preparando sì un'opposizione determinata e un movimento non-violento sul modello di quello ucraino, ma la macchina doveva essere pronta ad entrare in gioco solo in occasione delle prossime elezioni presidenziali, previste per l'autunno del 2005. Quando l'insurrezione spontanea si è estesa fino a Bishkek, però, corrispondenti riferiscono che Roza Otunbaieva e un altro leader dell'opposizione, Kurnmanbek Bakiev, sono entrati nel palazzo occupato, accolti trionfalmente dagli insorti. I due leader non-violenti hanno deciso di cavalcare l'onda di una rivolta che non avevano previsto?»
Pare di sì, e forse conviene controllare gli eventi dall'interno.

No comments: