Nel suo "lungo telegramma" del 1946 da Mosca, il primo degli "X article" pubblicati su Foreign Affairs l'anno seguente, spiegava ai suoi superiori il perché dell'ostilità sovietica nei confronti degli Stati Uniti all'indomani della vittoria comune su Hitler. E appunto, descrisse il potere sovietico come implacabilmente ostile, con l'ambizione di espandersi, tuttavia denso di contraddizioni interne che lo avrebbero condotto al «crollo o al graduale smantellamento». L'obiettivo dell'America era prendere tempo in attesa di quel collasso, confrontandosi con i sovietici «con inalterabile counterforce in ogni punto dove mostrassero i segni di intrommettersi negli interessi di un mondo stabile e pacifico».
Ma il containment elaborato da Kennan non si basava sulla forza militare, quanto principalmente sul soft power, un contenimento politico-ideologico. I primi strumenti dovevano essere politici ed economici. Era contrario alla creazione della Nato, perché avrebbe accentuato la divisione dell'Europa in due blocchi militari contrapposti, allo sviluppo della bomba all'idrogeno, alla dottrina Truman, che prevedeva il supporto militare ai regimi minacciati dalle insurrezioni comuniste ovunque nel mondo. Tra i primi critici della guerra del Vietnam, sostenne il bando delle armi nucleari e criticò la guerra in Iraq.
Nel 1950, il suo successore al Dipartimento di Stato, Paul Nitze, scomparso l'ottobre scorso, ridefinì la dottrina del containment nel famoso report NSC 68, disponendo un maggiore riarmo contro la minaccia militare sovietica. Il piano ufficiale del neonato National Security Council per la strategia americana nella Guerra Fredda prevedeva il «rapido e sostenuto accumulo di forza politica, economica e militare del mondo libero» per contrapporsi all'Unione sovietica.
Fonte: Washington Post
Con questa frase si chiude l'articolo di Michael Goldfarb sul Weekly Standard:
«Sebbene sia i conservatori sia i liberal si siano trovati in disaccordo con questo o quell'aspetto del suo lavoro, la sua eredità può essere riconosciuta da tutti. Ha dato un grande contributo al suo Paese».Imperdibili davvero tutti i documenti tirati fuori da Foreign Affairs, il primo dei quali firmato da Kennen con lo pseudonimo X.
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