Poteri non esercitati che lasciano spazio a pericolose "supplenze", e prerogative estese fino alla coabitazione più consona alle repubbliche semi-presidenziali. Il ruolo di arbitro e di garante si dovrebbe svolgere negli ambiti circoscritti e delimitati esplicitamente dalla Costituzione
Se Giuliano Ferrara la pensa così («il presidente della Repubblica non si lascia candidare alla guida carismatica di un pessimismo antigovernativo») e sdrammatizza la tensione tra Palazzo Chigi e il Colle, la recente polemica tra il presidente del Consiglio e il capo dello Stato andrebbe invece registrata su altri parametri.
Premesso che le «sirene della sinistra» che iniziano a cantare all'indirizzo del presidente Ciampi fin dall'arrivo in Parlamento di ogni provvedimento del governo esistono davvero, e che il riferimento di Berlusconi voleva certamente essere un sassolino tolto dalla scarpa, una stoccata a Ciampi, trovo che anche il presidente del Consiglio abbia toccato il tasto sbagliato. Senza voler entrare nel merito delle leggi rinviate o no alle Camere dal presidente, è evidente a tutti che si tratta di una prerogativa presidenziale del cui esercizio è davvero ingenuo lamentarsi.
Piuttosto, andiamo a vedere gli ampi tratti di incostituzionalità che si possono contestare alla presidenza Ciampi. Un simpatico vecchietto dall'aspetto risorgimentale a cui vengono perdonati dai commentatori un po' troppi vizietti. Due le omissioni più evidenti, poteri fondamentali che non vengono esercitati e fanno sprofondare le prerogative presidenziali in una prassi consolidata incostituzionale. Il mancato pieno esercizio del potere di grazia, per il quale il presidente finora si è rimesso alla "proposta" del ministro della Giustizia, consolidando così la prassi incostituzionale di un potere condiviso. La presidenza mai esercitata del Csm.
Inoltre, molte sono le ingerenze presidenziali nel dibattito politico. I suoi discorsi pubblici sono quasi quotidiani e trovano ampio spazio su televisioni e giornali. Questi pistolotti retorici, languido-patriottici e paternalistici nascondono quasi sempre la frasetta dal valore di analisi e/o indirizzo politico che riempie i titoli dei Tg. Il Governo legittimato dai cittadini si trova fra i piedi del proprio indirizzo politico (soprattutto economico) i commenti, gli auspici, gli autorevoli consigli di Ciampi, un arbitro che a un tratto ruba il pallone e che, se non realizza gol propri, spesso effettua o impedisce degli assist. Un'intrusione che la Costituzione non tollera, visto che delimita con precisione nel messaggio alle Camere il potere di esternazione del presidente della Repubblica.
Come non ricordare infine il recente esercizio da parte del presidente Ciampi di una propria politica estera, stavolta probabilmente concordata con il Governo, durante il suo viaggio in Cina. Non si tratta certo della visita in sé, quanto delle aperture, strettamente politiche, fatte da Ciampi al leader cinese Hu Jintao riguardo la revoca dell'embargo sulla vendita di armi europee alla Cina. Quale, di grazia, l'articolo della Costituzione italiana dal quale si evince che la politica estera è prerogativa condivisa tra governo e presidente della Repubblica? Il presidente Ciampi quindi viola spesso, a volte in modo clamoroso e pericoloso, la Costituzione, che gli assegna un ruolo diplomatico di semplice rappresentanza e buone relazioni, o al massimo di tutela dei principi generali del ruolo internazionale dell'Italia sancito dai Trattati e dalla Costituzione. Eppure, siccome Ciampi sta simpatico ai "perbene", si fa finta di niente, e tutto gli è perdonato.
1 comment:
Aggiungerei l'aggravante che Ciampi, benché votato da larga parte del parlamento italiano, non ha mai ricevuto alcun mandato popolare in vita sua (questo come dato politico, non costituzionale).
Saluti,
harry
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