TocqueVille è in grossa difficoltà, ma sarebbe un peccato perdere un nome così ricco di evocazioni: dall'idea di una città/cittadinanza liberale al richiamo di un liberalismo classico, di un pensatore attento ai fatti senza pregiudizi ideologici, uno dei padri intellettuali dei neocon, ideale - con le sue riflessioni sulla religione in America - per mettere d'accordo laici e credenti e per rappresentare al meglio l'approccio "fusionista".
Se a prevalere sarà Right Nation prevarranno i soliti istinti "identitari" e il progetto perderà iscrizioni/lettori che sarà difficile poi recuperare. "Right", eliminando quelle zone d'ombra necessarie a conferire autorevolezza e originalità, restringe inevitabilmente l'approccio "fusionista" con il quale si è cercato fin da subito di connotare il progetto. L'aggregator ha una vitale necessità di darsi un nome che abbia un aggancio forte con i principi del liberalismo classico e con l'America, e non con un'area politica. Bisogna fare di tutto per porre dei problemi ai tanti che, da una parte e dall'altra, hanno interesse a etichettare e liquidare l'iniziativa.
E' quindi necessario: iscriversi allo Yahoo Group degli Ideazionebloggers se non si è ancora fatto, aggiungersi al database dei blog liberali, votare e far votare (nel settore polls)... TocqueVille - La città dei liberi. Se volete avere maggiori dettagli sull'iniziativa, leggetevi gli articoli di questo speciale. Particolarmente interessante l'ultimo, "Il West Village dei liberali italiani", di Vittorio Macioce (Mab). E ora, di seguito, gli endorsement per TocqueVille:
L'intenzione originaria, quella che ci ha affascinato - se non mi sbaglio - era di costruire lo spazio dei blog per la libertà. Ebbene, un luogo siffatto è qualcosa di nuovo. E deve essere qualcosa di dinamico, di non schematizzabile secondo parole e concetti che, in Italia e nel nostro dibattito politico, hanno subito e subiranno strumentalizzazioni.
E' anche per questo che "Right" non va bene. Quanto passerebbe prima che qualche impresentabile illiberale destrosociale tentasse una qualche appropriazione? E vogliamo dare la soddisfazione ai blogger "antropologicamente superiori" di strumentalizzare il Right sia nel senso di destra (ovviamente fascista! L'hanno già fatto) sia in quello di "giusto", come se noi con "right" intendessimo dire di noi stessi che siamo 'migliori' nello stesso senso inteso da loro?
Forse non tutti conoscono il grande liberale cui vorremmo in qualche misura dedicare la nostra aggregazione. Tocqueville è stato ed è un maestro di libertà paragonabile a pochi altri. E' una figura di intellettuale stimato e ammirato ovunque. Richiamarci a lui significherebbe dire con fermezza che non abbiamo nessuna necessità di arroccarci in un fortino, che nessuno avrà la possibilità di ghettizzarci utilizzando scorrettamente il termine "destra", termine che nessuno di noi invece teme e che potrà essere utilizzato da chiunque lo vorrà.
Ci pensino soprattutto i più giovani. Io non ho mai temuto di dichiarami di destra, quand'era il caso.
Ma ci sono molti modi di amare la libertà e vale la pena confrontarsi con tutti, perché aiuta a scoprire chi invece mente. E se vogliamo dare spazio a tutti i modi autentici e onesti di amare la libertà, non dobbiamo alzare barriere artificiose, come purtroppo rischierebbe di accadere con il termine Right.
Insomma, vorrei chiedere a chi ha votato per la denominazione "The Right Nation" di ripensarci, e di votare per Tocque Ville, la città dei liberi oppure l'arcipelago della libertà. Se siamo davvero la parte giusta della nazione dobbiamo dimostrarlo con i fatti e con le idee, non con le etichette alla moda.
Friedrich/1
Tocque Ville ha numerosi quartieri e suggerisce l'immagine di antenne ruotanti in molteplici direzioni... Insomma continuo a pensare che Tocque Ville, la città dei liberi, evochi l'idea di relazione e di uno spazio animato.
Tocque Ville emerge finora come il nome più fresco, inclusivo e significativo per "battezzare" un bellissimo arcipelago che altrimenti forse apparirebbe privo di ponti o troppo unilateralmente orientato... Tocque Ville, invisibile tra noi, non è per fortuna la perfezione, la città dell'Armonia come si legge nei racconti di fate, ma dà luogo a significative assonanze ( letterarie, storiche, filosofiche) e comprende anche linee di fuga che, nel bene e nel male, la rendono ancora più viva, consapevole e responsabile.
Tocque Ville, la vivace città dei liberi, potrebbe configurarsi – dati i tempi di civiltà "e" di barbarie in ascesa sfolgorante in cui viviamo all'ombra di una possibile sciagura generale - come uno spazio morale per una generazione d'emergenza: uno spazio che affiora nell'area di una nuova sensibilità democratica, liberale, libertaria e – perchè no ? - austeramente libertina e ironica, nonostante tutto – o meglio: nonostante il post-moderno, il post-mortem e il post-tutto... Per non dire della solita "dèrive", questa idiozia!
Finalement (oops, pardonnez-moi ... le Français!) Tocque Ville, la vivificante città dei liberi, emerge all'Ovest come all'Est, al Nord come al Sud, a partire dall'Italia e non solo in Italia.
Gianni de Martino
Un Europeo (come siamo noi) che ammirava gli USA (come noi) e, proprio grazie a questo amore, ne vedeva anche i difetti (come noi) e ragionava sui pregi e sulla possibilità di importarli nella arretrata realtà europea. Un politico che aveva tutte le possibilità di diventare un componente forte dell'establishment e che invece ha scelto di sacrificare buona parte della carriera e degli onori che avrebbe potuto avere per sostenere liberamente le sue idee.
Un pensatore scomodo che non si è mai riconosciuto pienamente in alcuno schieramento preconfezionato. Un non credente che aveva il massimo rispetto per la religione. Un uomo di diritto che non ha mai considerato la Legge e il lume della ragione gli strumenti onnipotenti con cui rimediare ai mali del mondo. Un uomo che poteva scrivere di sè stesso, senza vergogna e senza tema di smentita, "Tengo alla libertà con la stessa tenacia con cui tengo alla moralità" e "chi cerca nella libertà altra cosa che la libertà stessa è fatto per servire".
Nessuno meglio di lui ci può rappresentare. E sono vani gli sforzi di chiunque di estrapolare brani dagli scritti di Tocqueville che possano apparire contraddittori con il "nostro" liberalismo. E ciò nel nome di Tocqueville, espressione del meglio che il liberalismo europeo ha prodotto. Noi non possiamo aspirare a niente di più nobile che essere eredi (in umiltà) di quel "meglio". I vari West ("wing" [c'è già Left Wing con bloggers italiani], "point" [che siamo, i cadetti del liberalismo?], "side" [e la "story" chi la racconta?] etc.) rischiano fortemente di apparire ...cinematografiche imitazioni degne del miglior Sordi "americano".
Suvvia, se Tocque Ville sarà la nostra scelta costruiremo davvero la città dei liberi!.
Friedrich/2
1 comment:
Ferrara dovrebbe riconoscere "i successi in politica estera" di Berlusconi? Sul mio blog metto in evidenza cosa davvero vul dire attuare una politica di successo in ambito internazionale. Solo un'anticipazione, l'Italia non sta avendo quel successo, purtroppo.
Saluti.
Mietzsche.ilcannocchiale.it
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