Incredibile sorpresa: da Gianfranco Fini e Piero Fassino una discussione finalmente seria di politica estera. L'occasione è la presentazione del libro di Lucia Annunziata "La sinistra, l'America, la guerra", svoltasi ieri.
Fini richiama l'Europa alle sue responsabilità, solo così potranno migliorare le relazioni transatlantiche. Il ministro degli Esteri scorge i «fermenti» che attraversano il mondo arabo, dal ruolo delle donne a quello delle minoranze.
Fassino addirittura fa autocritica: la «debolezza» della sinistra è di non essersi posta il problema di come cacciare Saddam. C'è stato nella sinistra «un relativismo culturale inaccettabile. C'è una universalità dei diritti delle persone che va tutelata ovunque». Fassino riconosce poi alla dottrina Bush una missione di libertà: «Bush ha riaffermato la missione di libertà degli Usa con una novità rispetto all'immagine classica dei Repubblicani. Mentre negli anni '80 i Repubblicani sostenevano le dittature sudamericane ora Bush si pone come quello che si batte per affermare la democrazia». Bush, ha aggiunto, ha «strappato questa bandiera ai Democratici» e, presentandosi come un difensore della democrazia, ha adottato «una linea che sfida l'Europa e la sinistra europea», che «deve fare i conti con questo nuovo approccio dell'amministrazione americana». Segue articolo e audiovideo
Fonte: RadioRadicale.it
5 comments:
Il tuo amico rocca scriverebbe: vedo ancora tanto lillibrugerismo.
I repubblicani che appoggiavano le dittature engli anni '80!?!? Sta parlando di reagan, che oltre ad aver fatto crollare il muro e liberato mezzo sudamerica e la corea del sud, ha in effetti anche sostenuto alcune dittature.
Ma vogliamo dire con chi stava, al tempo, Fassino?
:)
aa
2twins.splinder.com
Ho intitolato sul tema ben 6 o 7 post (non ricordo bene) "Errare è umano, perseverare è... di sinistra".
Ascoltando il dibattito però ho voluto sottolineare le frasi incoraggianti. Il guaio è che i leader della sinistra non passano mai ai fatti ed evitano la battaglia culturale che su quei temi dovrebbero fare al loro interno.
Più facile farsi votare da conformisti e poi semmai governare facendo i conti giusti.
ho ascoltato con attenzione entrambe gli interventi.
entrambe mi sono sembrati molto lucidi, e soprattutto non particolarmente faziosi.
Fini ha compreso e spiegato bene la differenza tra le tutele europee e le opportunità americane. la sua analisi di Bush è stata lineare, anche se ha voluto privilegiare, almeno un po', il tradizionalismo del suo messaggio: Dio, Patria, Famiglia. Ne ha fatto un po' uno dei suoi.
Fassino sta davvero compiendo un'opera titanica. Soffre davvero ed a sinistra è certamente una delle figure più consapevoli del vecchiume ideologico che è costretto a portarsi dietro. Ne sarà stato anche lui parte integrante, ma oggi è chiaro che sta cercando di occidentalizzare, svecchiare, snellire e modernizzare il carrozzone che deve dirigere. Spero che ce la faccia, però sarà sempre in ritardo rispetto alla storia.
La sua lettura è stata onesta e sorprendente solo se dimentichiamo le botte che ha preso alla manifestazione pacifondaia di Rizzo e co.
Il fatto più rilevante è stato l'affermazione dell'universalità dei diritti umani rispetto a qualsiasi cultura, sperando che implicitamente ciò significhi anche la condanna del razzismo interno al realismo politico ed al multiculturalismo di superficie, all'europea, tra società in realtà chiuse su se stesse e verso l'altro (Olanda docet, solo per fare un esempio).
E finalmente ha parlato di libertà e democrazia come di obiettivi anche e soprattutto di sinistra (Tony Blair soprattutto, ma pure i liberal alla Clinton lo dicono, tra mille contraddizioni, da tempo).
Concludendo: i Radicali sono avanti di dieci o vent'anni, se non di più, rispetto a tutti e due.
Il nostro principale avversario rimane il ritardo storico (catto-comunista e clerico-fascista) del nostro Paese rispetto anche a questi temi. Ed il fatto che in entrambe i termini compaia la tradizione vaticana la dice lunga sulle cause.
Evidentemente Fassino si sta attrezzando, nella malaugurata ipotesi di vittoria delle prossime elezioni politiche.
Con quale faccia si presenterà agli Stati Uniti?
Forse con un ministro degli Esteri come Diliberto o Bertinotti o Agnoletto?
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