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Tuesday, March 15, 2005

Parola di neocon

Robert Kagan intervistato dal Sole24Ore. Ottimista sulle prospettive della democrazia in Medio Oriente, sospettoso verso l'Iran, preoccupato per gli sviluppi in Cina e Russia, severo con l'«arrogante» alleato europeo, entusiasta del ruolo italiano in Iraq. «Si è parlato troppo e in modo errato di guerra preventiva». Un'idea per «nulla nuova» e «nessun Paese ha mai rinunciato al diritto a un'azione preventiva qualora ritenga minacciata la propria sicurezza e nella storia questo è accaduto molte volte».
«Per l'Iraq, non si è trattato di un'azione preventiva, perché il regime di Saddam aveva sistematicamente violato le disposizioni Onu. Credo poi che si possa auspicare una presenza dell'Onu nel Pasese che possa almeno nominalmente ergersi a garante della sicurezza nel Paese. E per quel che riguarda l'Europa, l'unica presenza reale e coraggiosa su cui attualmente contiamo è quella dell'Italia, alla quale va tutta la nostra gratitudine... La partecipazione dell'Italia al conflitto in Iraq è stata non meno che eccellente e l'America, ma tutti gli americani, sentono per questo una profonda gratitudine: l'alleanza con l'Italia è oggi quella più solida in Europa, a un livello almeno pari a quello con la Gran Bretagna».
La realtà di oggi premia le scelte di George W. Bush e confina al margine un'Europa recalcitrante e divisa, che farebbe bene a stringere saldamente la mano che l'America le porge.
«Il vero cambiamento di orientamento strategico è costituito dalla visita in Europa, per tentare di lavorare di nuovo a stretto contatto con gli alleati europei. Penso che l'amministrazione Bush abbia in passato commesso un errore nel non impegnarsi in un maggiore sforzo diplomatico: Bush sta compiendo uno sforzo serio per ricucire le alleanze e reinstaurare buone relazioni. Ma Bush ritiene di aver fatto la cosa giusta in Medio Oriente e continua a pensare che le obiezioni europee sull'Iraq fossero del tutto errate».
La riforma dell'Onu.
«E' urgente, anche per riconquistare legittimità, specie negli Usa. Il Consiglio di Sicurezza va riformato perché oggi rispecchia ancora gli equilibri post seconda guerra mondiale, mentre non c'è ragione che non accolga paesi come l'India, il Giappone, il Brasile o il Sud Africa. E non capisco perché l'Ue non si presenti con un solo rappresentante e una sola voce».
L'Iran non ha veramente intenzione di rinunciare alle proprie ambizioni in campo nucleare, «ma vale la pena tentare». Nessun presidente americano prenderebbe mai in considerazione l'opzione militare per prima, ma non si può neanche escludere. Questo è «il momento della diplomazia»: Francia, Germania e Gran Bretagna hanno «tutte le intenzioni di ottenere un impegno serio» dall'Iran e l'America fa bene «a ipotizzare l'utilizzo di qualche incentivo».

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