«Sapete che vi dico? In fin dei conti è andata bene così. Ci fa gioco. E l'Annunziata l'ha capito solo alla fine». Queste le parole di Berlusconi di ritorno a Via del Plebiscito, dopo aver abbandonato anzitempo l'intervista con Lucia Annunziata: «In questo modo ritorniamo al 1994. L'errore della sinistra fu proprio questo: creare questo intreccio tra magistrati e informazione contro di me. Una cosa che mobilita i nostri elettori. Infatti la gente capì e il risultato fu la nostra vittoria».
Vengono confermate da queste parole, riportate oggi da Claudio Tito, su la Repubblica, le mie prime impressioni di ieri. Esagera, forse, il lettore vfiore, che nei commenti a quel post (ringrazio tutti gli intervenuti) afferma che l'Annunziata ha «più padroni che neuroni», ma certamente, accecata dalla ricerca della propria visibilità personale non si è accorta di aver fatto il gioco del premier, per di più usando il servizio pubblico. Come definirlo se non un conflitto d'interessi?
Persino Marco Travaglio si è accorto di quanto è accaduto e anche le sue parole confermano la mia versione: «L'Annunziata l'incidente l'ha cercato», mostrandosi «gratuitamente e pretestuosamente aggressiva». Le domande erano a suo uso e consumo: «Tutti e due hanno trovato quello che cercavano: Berlusconi ha avuto il suo incidente con la Rai comunista e l'Annunziata la sua aureola di martire per rifarsi una verginità».
Non si poteva dirlo meglio di come l'ha detto Daw: «Doveva farsi perdonare», per poter salire di nuovo, come nel '96, sul palco dei vincitori. Daw ricorda l'aggressività e la violenza verbale che Antonio Socci, a Excalibur, riservò a Giovanna Melandri, costringendola a scappare dalla trasmissione. Ebbene, in quella occasione, proprio l'Annunziata, allora presidente della Rai, stigmatizzò il comportamento di Socci:
«Penso che il suo atteggiamento abbia abbandonato qualunque idea di conduzione, anche partigiana, per assumere i toni puri e semplici della militanza. Socci conosce perfettamente le regole giornalistiche per non sapere che la sua aggressiva conduzione non solo ha offeso l’onorevole Melandri, ma ha anche ferito la sensibilità di molte persone».Per mezz'ora «capricciosa e prepotente», l'Annunziata ha sfruttato l'intervista, il servizio pubblico (che non è «casa sua»), per diventare «l'idolo» dei girotondi, di quell'establishment intellettuale che minaccia l'esilio in caso di vittoria di Berlusconi e fino a ieri le dava della traditrice. Luca Sofri fa notare che oggi l'editoriale di Curzio Maltese s'intitola "Grazie all'Annunziata", mentre ecco cosa scriveva solo tre anni fa:
«Ora non sarebbe generoso definire il nuovo presidente uno spaventapasseri di sinistra. Ma di sicuro si tratta di una scelta debole che abbassa il tanto celebrato "alto profilo" del nuovo vertice di viale Mazzini. Con tutta la stima per la giornalista e il doveroso omaggio al politicamente corretto, diciamo la verità: Lucia Annunziata presidente della Rai è un po' come Scarnecchia capitano del Resto del Mondo».Per di più è lo stesso presidente della Rai, di sinistra, Claudio Petruccioli, a osservare che con la sua condotta «Lucia Annunziata non ha seguito la legge sulla par condicio che afferma che il conduttore non deve far trasparire le sue posizioni politiche». Una legge brutta e faziosa prima o poi si rivolge contro i suoi autori, è il caso di dire.
Dispiace invece che un esperto di par condicio, sempre attento a fare le pulci all'informazione televisiva, come Marco Beltrandi, non si sia accorto di nulla. In un comunicato scrive che la «vera» questione nel nostro paese è l'assenza della «consuetudine di porre a leader politici domande che non richiedano risposte scontate e, persino, prevedibili per chi segua minimamente la politica. Quindi non appena un giornalista come Lucia Annunziata prova a farlo provoca lo sconcerto e la reazione negativa dell'intervistato di turno, particolarmente se si tratta di Silvio Berlusconi». Ma è proprio questo che l'Annunziata non ha fatto, confermando la regola della tv di regime. Ha posto le solite domande dalle risposte scontate, volte più a far emergere la sua posizione politica che a mettere in difficoltà l'intervistato. No, definire la condotta dell'Annunziata un sussulto della libertà di stampa è nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore è propaganda.
Il conflitto d'interessi, i profitti di Mediaset, l'allontanamento dalla Rai di Biagi e Santoro, sarebbero queste le domande "scomode" che la "coraggiosa" Annunziata avrebbe posto al premier ieri? Queste le domande che non sentiamo mai chiedere? No, a me pare invece che non si parli che di queste cose da più d'un decennio e se non altro un po' d'astuzia consiglierebbe di accettare una volta per tutte il fatto che di queste cose - saranno anche importanti ma è così - alla gente non frega nulla.
A me pare invece che le domande davvero "scomode" che nessuno rivolge a Berlusconi dovrebbero riguardare le questioni poste da Giavazzi oggi sul Corriere. L'avanzo primario, fondamentale per i conti pubblici, crollato in sette anni dal 6% del Pil a zero; i 15 punti di competitività che abbiamo perduto nei confronti della Germania; l'aumento di 1,5 punti di Pil della spesa pubblica, al netto di aiuti alle famiglie e investimenti in infrastrutture; 7 miliardi di euro in più sull'impiego pubblico; difesa degli ordini professionali («Io penso che il sistema degli Ordini regolati per legge sia molto meglio delle libere associazioni di professionisti del mondo anglosassone», Berlusconi, maggio 2004); la nuova Iri della Cassa Depositi e prestiti; la rete di distribuzione del gas, in mano all'Eni, più costosa d'Europa.
«Anno dopo anno si sono premiate le cellule morte di questo Paese, anziché battersi per la concorrenza che è l'ossigeno di chi in Italia è ancora disposto a rimboccarsi le maniche». Il fallimento che nessun giornalista contesta a Berlusconi è la mancata "rivoluzione liberale", nonostante l'amplissima maggioranza parlamentare di cui il governo disponeva, il vero "sogno" per il quale si sono moblilitati quegli elettori che nel 2001 votarono Berlusconi e che oggi sono ancora incerti.
Caro presidente, vorremo sapere perché, ma stia tranquillo, nessuna Annunziata gli chiederà mai conto di tutto questo.
6 comments:
Guarda, io non sono del tutto d'accordo sullo sparare a zero sull'Annunziata. Lei si è comportata orrendamente durante l'intervista - la sua sfacciatamente deliberata aggressività è servita solo a presentarla come una fanatica "sinistra" (che come giustamente dici era quel che lei stessa voleva). Ma quelle domande aveva il diritto di farle: alla gente non fregherà nulla dell'editto di Sofia, ma che Berlusconi sia chiamato a risponderne lo trovo fondamentale per un Paese civile; se la sua risposta ufficiale è una stronzata come "in fondo a Biagi è convenuto andarsene, con la liquidazione che s'è preso" è bene che venga trasmessa in televisione. Ricordo Blair che un paio d'anni fa, in diretta EuroNews, rispondeva a domande libere da un pubblico di studenti - domande del tipo "le fonti X sostengono che il suo ministro Y ha rapporti illegali con l'azienda Z, può convincermi del contrario?". Beltrandi ha ragione, questa cultura della comunicazione, tipica dei paesi anglosassoni con i loro "mastini della carta stampata", manca penosamente in Italia. Se l'Annunziata ha fatto una figura barbina, scandalosa è stata quella del premier: "Mi faccia parlare del programma"? Sembra che ignori la differenza fra un'intervista e una conferenza. Lui deve decidere le risposte (e fa bene a incazzarsi se lo interrompono), non le domande.
Su una cosa resto d'accordo: che questa intervista è stata innocua e inutile, in quanto non ha influenzato nessuno spettatore. Gli elettori di csx (e solo loro) hanno visto un Berlusconi tirannico a cui una coraggiosa giornalista si ribella, e quelli di cdx (e solo loro) hanno visto un coraggioso Berlusconi che resiste al tirannico potere mediatico della sinistra.
Quindi, passiamo sopra e pronti ai prossimi spettacoli. Più che Berlusconi vs. Prodi (ho pure un esame la mattina dopo, mannaggia), io aspetto Fassino vs. Fini. E poi Casini vs. Rutelli, voglio farlo vedere ad un paio di studenti Erasmus e sfidarli ad indovinare chi sta con chi :P.
Legittime le domande, ci mancherebe, ma non mi si venga a dire che quelle sono domande da "mastini" della stampa. No, questo no. Quindi io sono d'accordo che la "vera" questione è quella indicata da Beltrandi, ma l'Annunziata non si è comportata diversamente dagli altri.
jim: il punto è che se qualcuno chiedesse conto dell'aumento della spesa il giochetto di Prodi (io risano i conti pubblici e contemporaneamente spendo di più) apparrebbe per quanto è: un bluff.
Cioè, bisogna continuare a dire che B. ha tagliato come un bastardo da tutte le parti. Tanto il popolo bue certe cose non le capisce...
ecco... questa sembra l'idea che ha Rep.
:)
aa
di sicuro per chi ha sperato in una rivoluzione liberale le domande da fare sono quelle di Gavazzi però l'Annunziata non è una liberale, è una giornalista di sinistra, se vogliamo essere sinceri una delle poche che vive senza il paraocchi e che non ha la fissazione di Berlusconi responsabile di tutti i mali del mondo...dimentichiamoci un attimo il contesto (è vero, siamo in campagna elettorale ed in par conditio) e proviamo a ragionare su una questione che è sorta durante l'intervista, quello spazio pubblico affidato all'Annunziata di chi è ?
Come può un giornalista, appartenente ad una delle peggiori categorie "protette" fare domande scomode sulla cancellazione di ordini?
Dove sono in Italia i giornalisti indipendenti? Sono tutti dipendenti, non a caso in moltissimi casi sono gente che fa copia e incolla sulle veline che ricevono.
Pochissimi fanno giornalismo d'indagine, di ricerca.
Quasi tutti sbavano per entrare nei salotti e nel giro del big money e dell'insider trading.
La dichiarazione di Beltrandi è offensiva per tutti i giornalisti che fanno il loro mestiere senza mandare all'aria i propri ospiti. Vedi Giuliano Ferrara a Otto e mezzo, ma vedi anche Alessio Falconio a Radio Radicale.
Post a Comment