«Non possiamo fare una campagna monotematica». Avrei voluto che l'avesse detto Pannella, invece l'ha detto Bertinotti.
Per fortuna oggi su Corriere Magazine ottima intervista di Emma Bonino, a 360°: laicità, riforme economiche, giustizia, politica estera. Tanto per dissipare i dubbi di trovarci di fronte a un single-issue-party. Su una mezza frase è il caso di soffermarsi, a beneficio di quanti non si capacitino di come i radicali pretendano, o si illudano, che l'Unione di Prodi e Bertinotti raccolga la loro agenda liberale. L'Unione è contraria alla separazione delle carriere? «Pensiamo di superare questa sua posizione non nel programma, ma nel Paese». La politica dentro, ma fuori il "palazzo".
Non è tutto da gettare via l'operato del governo Berlusconi, seppure «in termini di politica liberale... c'è poco da riprendere... Speravamo in Tremonti ma abbiamo scoperto che è colbertista, che vuole i dazi». Di certo mantenere, e migliorare, la Legge Biagi e, anzi, di più, «bisogna recuperare alcuni aspetti del Libro Bianco di Biagi, che prevedeva flessibilità e mercato non solo per i lavoratori, ma anche per le professioni e i servizi. Occorre rivedere con coraggio il sistema degli ammortizzatori sociali, dire no alla cassa integrazione e sì alla logica blairiana del "welfare to work"», se è vero che «in Italia, solo il 18% di chi perde il lavoro gode di qualche ammortizzatore, in Inghilterra siamo al 60».
C'è dell'altro da «iniettare» nella sinistra? «La cosiddetta "agenda Giavazzi", cioè l'esigenza di tramutare in priorità alcune misure di liberalizzazione, come l'abolizione del valore legale dei titoli di studio, l'eliminazione degli ordini professionali...». No, nel programma di centrodestra non c'è, e sicuramente neanche nelle pagine gialle dell'Unione, un impegno chiaro sulle liberalizzazioni né per politiche liberiste. «La verità è che questi temi di liberalismo, uno non li trova con sufficiente determinazione nè a destra nè a sinistra. E infatti, ad annacquare la direttiva Bolkenstein difendendo il corparativismo ci si è messa la santa alleanza di Ppe e Pse, la convergenza di Margherita e Ds con Forza Italia, An e Udc. Quindi, certo, sarà dura...».
A domani con la Rosa di ombre... ombre rosse.
6 comments:
tranquillo non è monotematico Pannella, dice infatti anche questo:
"Credo che la nostra posizione come Rosa nel pugno non deve essere affatto di preclusione alla Grosse Koalition, se la faranno. Sarà il nostro posto di lotta, mica ci terremo fuori. Come oggi l'Unione è il nostro posto di lotta, in assoluta lealtà, con un contributo potenzialmente determinante alla sua vittoria, se lo vorranno, così ritengo che noi dovremmo operare anche nell'ambito di una maggioranza diversa".
lo so, lo sosteneva anche Viale, ma Viale è Viale, uno mica lo prende sul serio, ma per il Vate è diverso...
Da lascirti senza parole.
l'ho scritto io
Altro da iniettare nella sinistra?
«La cosiddetta "agenda Giavazzi", cioè l'esigenza di tramutare in priorità alcune misure di liberalizzazione, come l'abolizione del valore legale dei titoli di studio, l'eliminazione degli ordini professionali…»
E qui si ferma.
La "agenda Giavazzi" non includerebbe anche la libertà di licenziamento?
Non c'è niente da fare: non se lo possono permettere. Sono cose indicibili, impronuniciabili. La RnP ha accettato dei tabù. E incassa l'editoriale di Scalfari, in cui si dà atto che "Pannella si sta facendo contaminare dal programma di Prodi". Alé.
Questo però fa parte del prossimo post, accidenti, l'hai svelato!
;-)
Ho letto Scalfari Ale. Devo dire che il tuo virgolettato è impreciso. Ne parlerò comunque.
Sul fatto che parlando di agenda Giavazzi non si cita la libertà di licenziamento ne ho già parlato, ma ci tornerò.
...anch'io ;-)
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