Pagine

Tuesday, March 21, 2006

Si schieri con chi vuole, ma senza i nostri soldi

Per alcuni giornali, tra cui il Riformista, la notizia è che la Chiesa, con la prolusione pronunciata ieri dal Cardinale Ruini, non s'è schierata, o tutt'al più che s'è schierata «sui contenuti ma non sui partiti». A me questa pare una non-notizia. Si spaccia l'ovvio per qualcosa di inatteso, anzi un pericolo scampato, nel tentativo, fallito, di stemperare gli animi laicisti: "Visto? La Chiesa non entra a gamba tesa, non c'è ingerenza". Ma lo possiamo tirare questo sospiro di sollievo che ci invitano a tirare?

Era realistico ipotizzare che la Cei dicesse: "I buoni cattolici votino Udc, Margherita, An, o Forza Italia"? No, non era realistico. Davvero qualcuno credeva Ruini persona tanto rozza da citare per nome e cognome candidati e partiti da votare? Davvero così poco il pastore stima il suo gregge? «Sarebbe stato ingenuo o sciocco attendersi un qualche, sia pur tenue o implicito, segnale di parte», scrive oggi Gian Enrico Rusconi su La Stampa.

Il presidente della Cei infatti, come previsto, esponendo un vero e proprio programma di legislatura, rimanda all'ingerenza di sempre, definendo alcuni contenuti «irrinunciabili» per il «buon cattolico», sia esso elettore o eletto. Un «catalogo» che di fatto è «un potente discriminatore», che indica precisamente i criteri su cui misurare con il bilancino i programmi dei partiti. Attenendosi al suo «catalogo», e alla Nota dottrinale dell'ex Sant'Uffizio cui Ruini rimanda, il «buon cattolico» è facilitato nel trovare il partito che fa al caso suo. Non rimane che sovrapporre il programma della Cei a ciascuno dei programmi dei partiti, proprio come due fogli da disegno. Laddove i disegni risultino maggiormente coincidenti si può mettere la croce, certi di adempiere così al compito del «buon cattolico».

Non è questa un'indicazione di voto? Se non nome e cognome, almeno l'identikit del candidato e del partito è tracciato. E aggiunge Rusconi, riferendosi alle condanne di Ruini verso le regioni che stanno introducendo normative sulle coppie di fatto: «La Chiesa ha tutto il diritto di esporre e promuovere le sue tesi. Nessuno la ostacola nel discorso pubblico. Ma quando entra in gioco la deliberazione politica - a qualunque livello - la Chiesa deve accettare con rispetto - non semplicemente tollerare - le procedure attraverso cui i cittadini e i loro legittimi rappresentanti prendono decisioni dissonanti dalla sua dottrina. Questo non è un dettaglio secondario. O una questione di stile. E' la sostanza stessa del riconoscimento della laicità dello Stato...».

Fatta salva la libertà della Chiesa di schierarsi, vorrei solo che non lo facesse con i miliardi di euro di nostre tasse. E' questo il punto che non comprende Panebianco nell'editoriale di oggi: «... appena la Chiesa si esprime, c'e subito chi contesta la legittimità delle sue prese di posizione. Non sarebbe più semplice, e più civile, lasciare perdere l'armamentario anticlericale, riconoscere alla Chiesa il pieno diritto di formulare i suoi giudizi, così come l'altrettanto pieno diritto di chi la pensa diversamente di contestare il merito, ma non la legittimità, di quei medesimi giudizi?»

Non hanno ancora capito che per un laico il problema non è se la Chiesa si schiera o meno, con chi, e su quali contenuti. E' importante che lo faccia senza il denaro dei contribuenti e che i suoi precetti morali non si trasformino in leggi civili per tutti. Infatti il problema è duplice, ma si fa finta di ignorarlo. Da una parte, proprio perché si riconosce ogni libertà d'espressione e d'azione alla Chiesa, non si propongono bavagli ma l'abolizione dei privilegi concordatari e dei miliardi di euro che riceve da tutti i contribuenti italiani. Dall'altra, da liberali, si continuano a contrastare nel merito concezioni etiche del diritto e dello stato, da ogni parte esse provengano, confessionali o ideologiche.

11 comments:

Anonymous said...

Mi dispiace dover intervenire sempre sui post che riguardano la Chiesa. Anche perchè non voglio far passare il messaggio che la difendo, in quanto sarebbe falso.
Non sono religioso, sono praticamente ateo, non me ne frega nulla delle gerarchei ecclesiastiche.
Però non si faccia l'errore di schierarsi sempre e comunque contro le posizioni della Chiesa, in maniera preconcetta.
Cioè, Jim, se ti trovi d'accordo con una proposta della Chiesa, non avversarla per partito preso e per pregiudizio, magari mascherato dal fatto che c'è il Concordato e quindi la Chiesa non può parlare.
Ti chiedo nuovamente: se aboliamo il Concordato (cosa su cui sarei d'accordo, se significa risparmio per la spesa pubblica), i preti, i vescovi, i cardinali ed il Papa, possono esprimere un parere loro e dell'organizzazione che rappresentano?

JimMomo said...

Caro Nicola, massima libertà (Ruini persino candidato premier), ma niente privilegi e Stato Vaticano. La chiarezza del modello americano. Lo scrivo anche nel post:

"Da una parte, proprio perché si riconosce ogni libertà d'espressione e d'azione alla Chiesa, non si propongono bavagli ma l'abolizione dei privilegi concordatari e dei miliardi di euro che riceve da tutti i contribuenti italiani. Dall'altra, da liberali, si continuano a contrastare nel merito concezioni etiche del diritto e dello stato, da ogni parte esse provengano, confessionali o ideologiche."

Il guaio è che le proposte della Chiesa quasi sempre hanno in sé una concezione etica del diritto e dello stato.

Anonymous said...

Jim Momo, sempre la solita solfa: vi state opponendo ad una legge dello stato democratico. E' vostro diritto. Ma dovete piantarla di frignare. Fate una bella proposta politica e vedete se trovate i voti per sostenerla e vincere.
Io spero e credo di no.
Fino ad allora il vostro e' il solito vittimismo radicale di mezza tacca, uguale a se stesso da quando mi ricordo di Pannella in televisione: avevo dieci anni e gia' non ero d'accordo, son passati trent'anni e son sempre le stesse cose.

Anonymous said...

Stato e Chiesa sono due entità diverse che dovrebbero occuparsi di ambiti e di domini diversi. Certamente la chiesa può e deve esprimere la sua dottrina anche in ambito etico e morale, ma non può comportarsi come un partito politico chiedendone l'applicazione in termini legislativi. Tutto ciò che la chiesa può fare è dire ai suoi fedeli che bisogna sposarsi in chiesa, che non bisogna abortire, ecc. Ma imporre questi precetti ad un intero Paese o il solo pensiero di volerlo e di poterlo fare, mi sembra limitare i diritti dello stato stesso e dei suoi cittadini, mi sembra un'arroganza. Perché io dovrei seguire una legge che impedisce la ricerca sulle cellule staminali, perché tutti dovremmo essere costretti a non abortire, è così difficile rispettare la libertà di coscienza degli altri? E' così debole il pensiero cattolico da doverlo imporre con la forza e con la prepotenza piuttosto che con buoni esempi e buone argomentazioni?
Un saluto da Garbo
http://garbo.ilcannocchiale.it/

Anonymous said...

A tocque-ville si sta perdendo di vista il significato del liberalismo. Una cosa semplicissima: io, da non credente, non voglio essere vincolato da leggi ispirate a valori religiosi. Questo mi sembra un punto fondamentale: rispetto della libertà personale, principio di laicità. Tutto questo nostro sbraitare (dico “nostro” con piacevole senso di appartenenza) su questo punto, sta lì a testimoniare una gravissimo fatto illiberale: che il millantato spirito liberale di tanti che si dicono liberali, non garantisca poi la libertà fondamentale dell’individuo di fronte alla scelta dei valori. Siamo di fronte al tentativo concreto del Vaticano di fondare un’etica che si impone sulle altre etiche, facendo passare il messaggio, tra l’altro falso, che non ci sia etica che non sia religiosa, per cui la religione va a colmare un vuoto nichilista (ma questo vuoto nichilista lo vedono solo i religiosi). Questo a tocque-ville lo si sta dimenticando, con grave danno per l’autentico spirito liberale. Su questa difesa della laicità sono in piena sintonia con JimMomo.

JimMomo said...

Sono d'accordo con forma-mentis per quanto riguarda tocque-ville. Il problema maggiore però non è che percentuale vi sia di liberali, ma la qualità spesso pessima dei post messi in evidenza nella homepage. Per lo più cori da stadio che non vi aggiungono nulla e la rendono una realtà un po' asfittica.

Anonymous said...

Ecco, se io non l'avessi già fatto, questo mi farebbe scappare via da TocqueVille.
Della serie: Federi', pensa alle biografie - scriveranno "il Punzi stava in TocqueVille" e tutti i posteri a chiedersi "com'è possibile?"

Nico Valerio said...

Ah, vedo che anche tu sei preso di mira da Stefano...:-)
Però, ti invidio: tu te la cavi leggendo poche righe, mentre a me l'amico invia cose più lunghe e a più riprese... Non vale...:-)
Dice che se gli procuriamo una T shirt col faccione dell'on. Ruini, la smette di tartassarci. Conosci qualcuno che fa magliette con le foto? A poco, s'intende, perché commercialmente una T shirt su un personaggio che è alle soglie della pensione non vale la pena...

Anonymous said...

quasi quasi meglio casini di rutelli.
che match da paura! rutelli che fa il decisionista piacione e saldo. quell'altro che si sbraca sulla sedia per fare il fratello più grande. bah! chi dei due guiderà la grosse koalition? io dico rutelli. c'ha una carta in più su casini. i voti? macchè! non è divorziato!

Francesco Cassini said...

Beh Federì, detto da uno che è iscritto ad un partito SOCIALISTA, la pretesa di considerare sterco del diavolo i FINANZIAMENTI PUBBLICI ad un'associazione fa seriamente riflettere.
O hai sbagliato partito, o sei solo anticlericale...
A meno che no vogliate introdurre una nuova norma che vieti a chi usufruisce di fondi pubblici di fare attività politica esplicità...

Ah già, cazzo... poi dovreste chiudere pure Radio Radicale.

Anonymous said...

a quando l'abolizione dei nostri soldi a Radio Radicale? Il finanziamento pubblico a Radio radicale è una cosa vergognosa.
Di questo e non di altro dovresti parlare visto che non c'è neanche la possibilità del 8 per mille. A voi lo stato i soldi ve li da senza neanche interpellarmi.
In base a quale principio di liberalismo e di democrazia voi sareste così privilegiati dallo Stato. Pedalate con le vostre gambe se ne siete capaci. Non con i nostri soldi.
Sorvy
il sorvegliato speciale