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Tuesday, April 17, 2007

La famigghia è sempi la famigghia

Romano ProdiUna raffica dei ministri-gangster e il malloppo Telecom è riacciuffato, cacciati gli americani

Negli ultimi tre giorni l'avevano ribadito in modo inequivocabile il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri, il ministro delle Attività produttive, quello delle Infrastrutture e il ministro delle Comunicazioni: italianità della rete telefonica.

Perché si sa... la famigghia è sempi la famigghia!

Un'offensiva governativa a tutto campo, accompagnata dal silenzio complice dell'opposizione, con poche eccezioni. Prima è stata sventolata la minaccia di un decreto legge per separare la rete telefonica fissa da Telecom, giocando sull'ambiguità tra proprietà e gestione separata dai servizi. Accantonata l'ipotesi dopo la bacchettata assestata da Bruxelles, ecco la raffica dei proclami da parte dei ministri-gangster: il governo è comunque intenzionato a intervenire per mantenere la rete in mani italiane.

Così At&t ha annunciato ufficialmente il suo ritiro dalla corsa per Telecom Italia. Le trattative con Pirelli per la quota che Olimpia ha in Telecom sono state interrotte, recitava la prima indiscrezione apparsa sulle pagine on line del Wall Street Journal, poi confermata da fonti vicine ad Olimpia. Alla notizia sia il titolo Telecom Italia sia quello Pirelli sono stati sospesi per eccesso di ribasso all'After Hours.

La motivazione del ritiro - appresa dal Financial Times direttamente dalla lettera della società americana a Pirelli - pesa come un macigno sulla credibilità del nostro paese: timore di «incertezze normative». Giorni prima AT&T e America Mòvil avevano dato mandato ai loro legali di studiare formule di cautela di fronte a «imprevisti» sulla proprietà della rete. Devono evidentemente aver concluso che rispetto a un intervento governativo non c'è modo.

Con questa brillante operazione il nostro governo è riuscito a diffondere sulle pagine di tutti i giornali del mondo l'immagine di un'Italia inaffidabile, dove una politica che si comporta da boss mafioso fa carta straccia delle regole del mercato; di un paese autolesionista che invece di attrarre capitali, e in questo caso anche interessanti piani industriali, li respinge, danneggiando la sua economia.

Se quindi non saremo mai utenti del colosso americano della telefonia, se rimarremo ostaggio dei capitalisti senza capitale, dell'incapacità dei Colaninno e dei Tronchetti, o del bipolarismo finanziario, dovremo ringraziare il Governo Prodi, che con un inaudito intervento a gamba tesa contro il mercato ha preservato per sé e i suoi amici il malloppo Telecom. E a rimetterci, ancora una volta, prima o dopo, saranno utenti e contribuenti.

Don Romano, Don Max, baciamo le mani a vossia...

5 comments:

Anonymous said...

Il giorno che gli americani cederanno in blocco la propria rete nazionale telefonia + dati ad un paese straniero vorrò esserci, perchè sarà una roba da non credere !

Fermo restando che in Italia bisognerà cambiare musica, ed impedire che i capitalisti senza capitale nè capacità facciano sfracelli arricchendosi in modo osceno e lasciando nient'altro che debiti...

Anonymous said...

Berlusconi comprerà Telecom e la rivenderà alla AT&T ad un prezzo maggiorato di un quinto.
Bush ha fatto ritirare AT&T per consentire al Cavaliere questo giochetto alla faccia di Prodi-Bazoli.

Anonymous said...

La cifra di questo governo é chiara: porte aperte ai russi (vedi Aeroflot/Alitalia, Eni-Enel/Yukos), porte chiuse a Amerikani, yankee o chicanos...

Anonymous said...

No, altro che aeroflot!

Compra tutto Bazoli.

Pierre Chiartano said...

Ai nostri oligarchi non conviene ciò che certo capitalismo «riformato» si porta dietro: meritocrazia, qualità e distacco dalla politca. Una prospettiva orribile per questo governo. I gringos a casa! : (