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Friday, August 10, 2007

Colpirne uno famoso per educarne milioni

Valentino Rossi, premiato da Prodi e la Melandri"Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco". E Valentino Rossi nel sacco ancora non ci sta. Aspetterei a titolare Valentino «incastrato», come ha fatto oggi Corriere.it. Perché queste vicende fiscali sono complesse, si trascinano per anni e anni, spesso concludendosi con un nulla di fatto o sfumando in una conciliazione al ribasso. Ok, pare che Valentino tenesse molti dei suoi beni di lusso in Italia, vicino casa, e che lì trascorresse molti giorni all'anno, ma è tutt'altro che facile - anche alla luce della sua movimentata vita da campione e da vip - dimostrare che non sia effettivamente residente in Gran Bretagna e definire il confine oltrepassato il quale l'esercizio della sua libertà di movimento nega di fatto la residenza formale. Ed è ragionevole supporre che si sia affidato a studi competenti in materia di diritto tributario e spostamenti di capitale.

In realtà gli Stati - ancora di più quelli europei grazie alla libera circolazione dei cittadini - hanno ben pochi strumenti per difendersi dalla concorrenza fiscale dei loro vicini, se non quello di ridurre a loro volta le aliquote. Se non lo fanno, non gli rimane che ricorrere a lunghi accertamenti e affrontare costose dispute legali dall'esito incerto e spesso sfavorevole.

Ma forse, in questo come in molti altri casi simili, l'obiettivo dell'Agenzie delle Entrate è... come dire, semplicemente dimostrativo. Qui pensiamo che abbia visto giusto Oscar Giannino: al fisco piace perseguitare sportivi, personaggi dello spettacolo, in generale del cosiddetto "star system", perché non c'è rischio di pestare i piedi a qualche milionario esponente dei "poteri forti". Inoltre, nei confronti dei "vip", spesso scatta nell'uomo comune un sentimento di invidia sociale, di rivalsa: scandalizzano il campione, o la "star", che non si accontentano dei tanti milioni di euro che guadagnano e sentono comunque il bisogno di evadere, o aggirare il fisco. Non suscitano nessuna simpatia né comprensione presso l'opinione pubblica, che, una volta beccati, reagisce come se sulla loro pelle tutto il paese recuperasse all'improvviso il senso civico.

E nel frattempo, a prescindere da come finirà, molti anni dopo, il contenzioso legale, i media avranno contribuito a rappresentare al pubblico l'immagine di un fisco cui nessuno può sfuggire.

Ebbene, invece allo "Stato predatore" bisognerebbe resistere e chi può farlo è bene che indichi il buon esempio.

Se Londra è la capitale europea dei capitali, ci sarà pure un motivo.

2 comments:

Voce Libera said...

Un Valentino Rossi fa notizia...ma delle centinaia di migliaia di bottegai sotto casa che fanno di tutto per tirare a campare e che vengono "Bastonati" duro perche' lo Stato dice che non rientrano nei cosidetti ""parametri degli studi di settore" nessuno parla??
Allora che facciamo?? Usiamo la notizia del " personaggio famoso caduto nelle grinfie del fisco" per far star zitti poverini e poverette che a volte pagano anche quello che non dovrebbero?
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Ma d'altra parte si dice:
"Mal comune mezzo gaudio..."
Eh gia'!
Sono Storie Italiane...

http://storieitaliane.blogspot.com/

Anonymous said...

Tutti addosso a Vale.
Nessuno che si ricordi dei poteri forti... Marchionne?

D'accordo sull'affamare lo Stato.
Ma non dimentichiamo, anzi sottolineiamo, che grazie alla modifica del Titolo Quinto della Costituzione operato dal csx nel 2001, adesso lo Stato è uguale all'ultimo dei Comuni, all'ultima delle Provincie, all'ultima delle Regioni.

Perciò: AFFAMARE LO STATO, AFFAMARE LE REGIONI, AFFAMARE LE PROVINCIE ED AFFAMARE I COMUNI.