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Monday, June 02, 2008

Senti chi parla: Onu e Vaticano, i più screditati

Non sono un fanatico del reato di immigrazione clandestina. Credo che risolutivo contro l'immigrazione clandestina e la criminalità che da essa deriva sia un nuovo e più deciso approccio che privilegi il controllo del territorio e il contrasto da parte delle forze dell'ordine e della magistratura. Tuttavia, neanche riterrei l'introduzione di questo reato, già introdotto da tempo in altri paesi democratici, uno scandalo. Ritengo invece scandaloso che l'istituzione internazionale più screditata dal punto di vista dei diritti umani, cioè l'Onu, si permetta di fiatare.

L'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, ha parlato al Consiglio dell'Onu sui diritti umani, che è ostaggio delle peggiori dittature del mondo e offre costante copertura ai loro crimini. Dovrebbe solo vergognarsi la Arbour e piuttosto rispondere di tutte le volte in cui quell'organismo tiene gli occhi sigillati di fronte alle sistematiche violazioni dei diritti umani nel mondo, non ultima quella in Birmania ad opera di una giunta militare che sta impedendo alla popolazione colpita da una calamità naturale di ricevere gli aiuti della comunità internazionale.

Il Consiglio Onu per i diritti umani è responsabile di rendere carta straccia, ogni giorno, disapplicandoli, i principi su cui l'Onu è fondata. Un organismo di cui un'"alleanza di dittature" si è impossessata allo scopo di fermare qualsiasi condanna nei loro confronti e, anzi, da cui partono attacchi volti a delegittimare le democrazie.

Né lo Stato del Vaticano - stato teocratico che discrimina tra i sessi, criminalizza l'omosessualità e adotta politiche discutibili contro l'Aids nel Terzo Mondo - dovrebbe permettersi di esprimere critiche in materia di diritti umani nei confronti di uno Stato sovrano che tra l'altro lo ospita nel suo territorio.

8 comments:

Anonymous said...

È quanto d più ilberale,tu ci insegni, no?

Anonymous said...

Quanta bile, la tua cieca furia anti-cristiana ti fa dire stronzate e nemmeno te ne rendi conto. Su, calmati, un po' di valeriana e poi ti senti meglio.

Anonymous said...

Mah, direi che se la mettiamo così a nessuno sarà più concesso sentenziare su nessun altro. Invece di andare a fare le pulci a Onu e Vaticano, sarebbe più serio valutare quanto credibile sia la proposta del reato di immigrazione clandestina.
Detto ciò, trovo inaccettabile che, come ha detto hamelin, per tua cieca furia anti-cristiana, tu delegittimi l'isitutzione che più di ogni altra eroga servizi di ogni genere agli immigrati del nostro paese. Il vero welfare state lo fornisce la Chiesa Cattolica in Italia, non lo Stato. E se Dio vuole, da liberista, sono convinto che sia giusto così. Ma mettermi a delegitimare il Vaticano perchè non riconosce le coppie di fatto mi sembra innanzitutto fuori luogo e poi molto infantile.

JimMomo said...

Furia anti-cristiana? Qui non si parla di una religione, della sua precettistica e della contrarietà del suo clero al riconoscimento delle "coppie di fatto" in Italia. Qui si parla di uno stato teocratico, minuscolo ma pur sempre uno stato, nei cui vertici di governo non compaiono donne, che considera l'omosessualità una colpa, e la cui legislazione proprio in materia di ingressi entro le sue mura è severissima.

"Mica per buttarla sul paradosso, ma a me capita di andare in Vaticano. Devi avere un appuntamento, un pass, superare i controlli delle guardie svizzere eccetera. Non è che possa entrare dalla porta di Sant'Anna e via. O piazzarmi lì, che so, con una bancarella. Con gli stranieri sono severissimi, loro..."
Antonio Socci, noto "anti-cristiano" (Corriere della Sera, 3 giugno)

Certo, ci sono la caritas e le missioni in Africa, ma ad oggi le porte di basiliche e conventi (migliaia in Italia) mi risultano serrate. Comincino ad ospitare 30 clandestini ciascuno, poi ne riparliamo. Visto che da oltretevere le prediche abbondano, aprano le porte delle sedi che godono di extraterritorialità. Ripeto, non è un problema religioso, è un problema di statualità. Visto che il Vaticano è uno stato, pensi a come gestisce la sua statualità.

Anonymous said...

solo 2 cose.

ma 'sto cazzo di onu...non ha niente di meglio - e più proficuo - da fare che rompere i nostri zebedei?

ed il vaticano...ora la sua non è ingerenza???

ciao.

io ero tzunami...

Anonymous said...

Il fatto è che il reato di clandestinità è una specie di contraddizione. Per cui, se uno lo prendi alla frontiera, lo rimandi a casa, ma se uno è già entrato come fai a dimostrare che è un clandestino? Quello ti può dire che sta in Italia da chissà quanto tempo, solo il fatto che non abbia documenti può al limite rappresentare un problema... ma se non ha ancora fatto reati che fai? Lo rispedisci a casa? E se quello ti dice che nel suo Paese è perseguitato? Non gli dai diritto d'asilo? Suvvia, capisco che siete tutti ringalluzziti, voi liberali, dalla furia e dal livore brigatista brunettiano, ma insomma, un po' di cervello. Siate buoni! Che i cattivi non sono tutti stranieri. Basta guardare in faccia Borghezio o Giuliano Ferrara per avere idea di chi siano i veri caminantes...

hasta la victoria :-)))

Anonymous said...

Ok, Jimmomo, va bene. Giusta osservazione. La Santa Sede ( e quindi il Vaticano) e la Chiesa Cattolica sono due cose diverse. Bene. Ma qui sono in gioco i fondamenti del diritto ecclesiastico. Lo SCV, nato nel 1929, non è stato creato per provvedere all’organizzazione sociale dei suoi cittadini, ma, come dichiara il preambolo del Trattato lateranense, per assicurare alla Santa Sede l’assoluta e visibile indipendenza e garantire ad essa una sovranità indiscutibile anche in campo internazionale. Lo SCV svolge cioè una funzione strumentale quella di essere il mezzo per garantire alla Santa Sede la libertà e l’indipendenza della missione religiosa e adempiere quindi alla sua funzione spirituale. Gli 800 cittadini dello "Stato" (che di fatto) sono esclusivamente cardinali, dignitari e soggetti che per quei 0,44 km2 lavorano per il Papa. Il riferimento agli imobili extraterritoriali poi è altamente inappropriato giacchè in essi vige la giursdizione italiana. Chi nascesse negli immobili extraterritoriali della Santa Sede sarebbe italiano non "vaticano". L'unico "privilegio" è quello di godere dell'immunità, ovvero del fatto che le autorità di polizia non possono entrare ed uscire a proprio piacimento, nonchè una discplina favorevole in termini di urbanistica e di edilizia. Questo per dire che i fatti giuridicamente rilevanti, leciti o meno, soggiacciono quindi sempre al giudizio che ne danno le leggi e le autorità italiane.

Anonymous said...

quante pippe, in Italia è ancora reato il vilipendio alle religioni perchè non potrebbe esserlo la violazione dei confini nazionali ?