Il Foglio suggerisce di andare oltre a «quel tribalismo, stonato e grossolano, che i leghisti tradiscono quando dicono che "nessuno può toccare un padano". Quasi la giustizia fosse affare di etnia e non di civiltà»; e «se proprio alla civiltà si intende fare appello, non è solo dalle istituzioni che bisogna aspettarsela. E invocare o disporre pubblicamente una taglia non significa per forza delegittimare l'intervento dello Stato. Non significa invitare alla giustizia "fai da te"», come credono fingendo spavento i politically correct da cui ci facciamo annebbiare il buon senso.
E' anzi auspicabile una forma di richiesta di collaborazione, quando sappiamo che il nostro problema non è la delazione, ma l'omertà. Allora «in quella taglia può essere invece percepito il richiamo alla vigilanza rivolto a una comunità offesa, l'appello a saldare l'azione dello Stato con l'iniziativa spontanea – e collettivamente incentivata – della società che si vorrebbe, appunto, civile». Ma civili non ci possiamo definire se la cittadinanza appare «rinunciataria o indifferente o rassegnata». Se a Napoli esistesse uno straccio di sindaco degno di questo nome agirebbe forse per risvegliare la coscienza civile, con uno sdegno che significhi azione, e non rassegnazione.
Niente da ridire quando una taglia la mette un sindaco bello e piacione de' sinistra, e non un rozzo e brutto lumbard de' destra. Gli «sciacalli» che «non devono farla franca» avevano incendiato mezza pineta ad Ostia. Vuoi mettere con l'assassinio di un benzinaio, a Lecco? E poi i soldi del Comune sono "puliti", non quelli "sporchi" di una libera associazione. Quando è lecito, Vostre Grazie Moralmente Superiori, mettere taglie?
Grazie mille a Rolli per la segnalazione
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