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Thursday, November 25, 2004

The New Iron Curtain

YushchenkoE' il Washington Post ad avvertire il pericolo di una «nuova cortina di ferro» che potrebbe calare sull'Europa. Certo questa volta, a differenza che nel 1946, possiamo vantarci di aver guadagnato alla democrazia nuovi territori e nuove popolazioni, i nuovi muri potrebbero essere eretti lungo il confine orientale polacco. Ma con le medesime «tecniche» di sessant'anni fa, oggi in Ucraina, come allora nei Paesi dell'Est, i poteri filo-russi e il Cremlino falsificano il voto del ballottaggio per le presidenziali.

Questa volta però può essere fatto molto per impedire che ciò accada e grande sarà la responsabilità di chi in Occidente mancherà di agire con decisione. Stati Uniti, ieri, ed Europa oggi hanno dichiarato di non accettare il risultato delle presidenziali ucraine, viziato da comprovati brogli. Ma l'impressione è che sia americani che europei non abbiano intenzione di consumare rotture con Putin. Sarebbe un errore, ma è ancora troppo presto per fasciarsi la testa, e Yushchenko pare tipo tosto.

«A ovest, le democrazie dell'Europa centrale e occidentale rimarranno membri più o meno stabili dell'Unione europea e della Nato. A est, la Russia controllerà le "democrazie gestite" dell'ex Unione sovietica, mantenendo imbavagliati i media, controllate le elezioni, e le economie nelle mani di una manciata di miliardari per la maggior parte russi. (...) Usando principalmente strumenti economici, il controllo sugli oleodotti, fondi di investimento corrotti, compagnie fumose, i russi potrebbero anche, come i loro predecessori sovietici, iniziare a lavorare all'indebolimento della stabilità occidentale».
«Non è uno scenario inevitabile», conclude Anne Applebaum:
«La Russia non è l'Unione sovietica, (...) l'Ucraina non è così tagliata fuori dal mondo come lo erano nel 1946 i Paesi dell'Est. (...) I 200 mila manifestanti non hanno vissuto la paura e le intimidazioni dei loro padri e dei loro nonni. Molti hanno accesso a mezzi di comunicazione e informazione - internet, televisione satellitare, telefoni. L'occidente, e in particolare l'Europa, devono e possono sostenerli. Non è difficile, ma è necessario capire cosa sta acadendo, chiamare le cose con il loro nome, e abbandonare ogni illusione rimasta sulle intenzioni di Putin riguardo ai territori ex sovietici».

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