Oggi si sono riuniti i clintoniani del Democratic Leadership Council per analizzare più lucidamente la sconfitta elettorale. E l'analisi (resoconto + video) non combacia affatto con il teorema degli evangelisti omofobi alla carica. Ecco alcune delle conclusioni a cui sono giunti:
Consigli concreti:
Ma torniamo in Italia. Non c'è rischio che qualche americano - o peggio, qualche italiano - si convinca che Buttiglione è il Bush italiano con il quale si possono vincere le elezioni? Accreditare l'esistenza di una convergenza di culture e di politiche tra Buttiglione e Bush, cosa che non esiste, rischia solo di rafforzare le posizioni clericali qui in Italia. Per ora la Chiesa non intende certo mettere in gioco la sua "roba" per Buttiglione e per sostenere crociate culturali anche nobili, ma poco redditizie. Ma se convinciamo i clericali che Bush è stato rieletto facendo proprio questo, allora rischiamo di trasformare il 2005-2006 nel biennio clericale, mentre gli americani si godono il principio di separazione tra Stato e Chiesa. E ahimé, persino tra i radicali sono tanti coloro che cadono nel teorema dell'America di Bush fondamentalista.
E' di oggi la notizia che per ringraziare sommamente quegli integralisti evangelici che hanno sostenuto la sua rielezione, il presidente Bush ha nominato segretario alla Giustizia, al posto dell'integralista Ashcroft, il "moderato" Gonzales. Per il Washington Post, è stato nominato per essere fedele a Bush e non necessariamente all'ideologia conservatrice:
«In background and temperament, Alberto R. Gonzales, President Bush's choice to be attorney general, could hardly be more different from John D. Ashcroft».
«E' moderato, nondogmatico, e visto con sospetto dai conservatori». Al contrario di Ashcroft «è noto più per la sua lealtà a Bush che per la sua ideologia».I conservatori sono stati a lungo cauti su Gonzales. Il giornale Human Events lo ha paragonato a Mario Cuomo. Il National Review invece ad un giudice nominato da Bush padre alla Corte Suprema, ma poi approdato all'ala liberale della Corte. Si è scontrato con i conservatori e con Ashcroft stesso sia sulle affirmative action che sul peso del secondo emendamento che sancisce il diritto al possesso di armi da fuoco.
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