«Nel libro è delineata una strategia politica per promuovere la pace attraverso la rimozione degli ostacoli che impediscono lo sviluppo di una società libera e democratica. L'idea di Sharansky, non lontana da quella dei neoconservatori americani, si basa sull'esperienza di dissidente nell'Impero del Male, sulle aspettative che da carcerato sovietico riponeva nell'azione del mondo libero, e sul fatto che fu liberato, lui e il suo paese, soltanto quando gli Stati Uniti decisero di vincolare i rapporti commerciali e politici con Mosca al rispetto dei diritti umani».Un vincolo ottenuto dal senatore del partito democratico, ma neocon, Henry "Scoop" Jackson, contro il volere del segretario di Stato Henry Kissinger.
Interessa? Credo soprattutto che se l'idea dell'autore non è lontana da quella dei neocons, non lo è neanche dall'idea che i radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino hanno della promozione della democrazia. La rimozione degli ostacoli, il potere di attrazione dei diritti e delle libertà, l'esempio dell'uso di queste armi nei confronti dei Paesi dell'Est europeo, a cui Sharansky, a voler guardare solo la sua storia personale, ci riporta.
Sharansky è stato ospite di un incontro sul suo libro che si è svolto lo scorso 10 novembre all'American Enterprise Institute:
«Siamo nel mezzo della prima guerra mondiale del ventunesimo secolo, combattuta tra il mondo del terrore e il mondo della democrazia, tra una civiltà nella quale la vita umana è considerata il valore più alto e una per la quale la vita umana è meramente uno strumento per raggiungere determinati obiettivi politici. Il mondo della democrazia vincerà questa lotta. Ma è fondamentale espandere il mondo che i nostri nemici vogliono distruggere, esportare la democrazia».C'era anche Charles Krauthammer, teorico del realismo democratico.
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