Un «futuro è possibile». A una condizione però, avverte l'ex commissaria europea, se «continuiamo ad aiutarli in questa difficile fase di transizione. Dobbiamo restare in Afghanistan, con la consapevolezza che si tratta di un impegno a medio-lungo termine e tenendo presente il contesto circostante». Per questo la Bonino è molto critica nei confronti della decisione di Zapatero, che ha annunciato il ritiro, entro il 12 ottobre, di 500 soldati impegnati nel paese. «E' stata una decisione molto grave dettata da esigenze interne. Un segnale politico terribile, soprattutto perché il governo afghano ci chiede di restare».
Come volevasi dimostrare, Zapatero continua a prendere decisioni di carattere demagogico e irresponsabile, e rimane lontano dal rappresentare un modello di buon governo. E' troppo negativo il giudizio del suo operato perché possa rappresentare, basandosi unicamente sulla sua impostazione laica, un riferimento non imbarazzante per il nuovo soggetto laico, liberale, socialista, radicale, a cui Sdi e Radicali lavorano.
Ancora più dura era stata la Bonino intervenendo sabato alla convention di Fiuggi:
«Torno dall'Afghanistan perché così ha voluto la vita. Da quel paese dove le forze Nato, a guida italiana, stanno svolgendo un ruolo assolutamente incredibile, a me fa specie sapere che alcuni di voi o di altri partiti dell'Unione hanno recentemente votato in Parlamento per il ritiro delle forze italiane. Mi fa specie che Zapatero abbia deciso di ritirare le truppe dall'Afghanistan. Quel paese così misero è uno dei crocevia fondamentali dal punto di vista geostrategico di tutti i nostri rapporti futuri, stretto com'è fra Pakistan, India, Cina, Iran e le ex repubbliche sovietiche. Non si tratta di esportare la democrazia, basta sostenere i democratici che ci sono, e vi assicuro ce ne sono in tutti i paesi, salvo che non li vediamo, non li conosciamo, li sacrifichiamo per ragioni di cosiddetta stabilità, ma l'aspirazione alla libertà, a partecipare al governo del proprio paese, allo sviluppo economico e civile, non è un privilegio degli occidentali, è un diritto sacrosanto di ogni essere umano sotto qualcunque cielo si trovi».Che «l'aspirazione alla libertà» accomuni ogni essere umano, e che per questo rappresenti una scommessa vincente, è la convinzione, vissuta come vera e propria fede, sulla quale il presidente George W. Bush ha rifondato la politica estera americana e incentrato i suoi mandati.
2 comments:
Condivido le parole della Bonino, pienamente e in profonda stima. Ma tremo all'idea di quello che potrebbe fare l'Unione al governo riguardo le missioni militari italiane...e tremo a pensare i radicali dentro quell'unione.
M
E se la Bonino avesse un incarico di responsabilità in politica estera? Quello che Berlusconi non ha mai saputo dargli?
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