«The World Was Going Our Way: The KGB and the Battle for the Third World». Esce in Italia il secondo volume dello storico Christopher Andrew basato sul materiale raccolto dall'ex archivista del KGB, Vasilij Mitrokhin. Un percorso che ricostruisce i tentativi fatti, più o meno riusciti, del KGB per influenzare in senso filosovietico i regimi dei paesi del Terzo Mondo. Da Cuba all'India, passando per il Cile, tutte le infiltrazioni sovietiche in America Latina, Medio Oriente, Asia e Africa. Nessuno fu risparmiato.
Le rivelazioni del dossier Mitrokhin e il recente interesse per lo spionaggio sovietico negli Stati Uniti - grazie anche al film di George Clooney sulla figura di Joseph McCarthy, il senatore più odiato d'America per aver aperto negli anni '50 una caccia alle streghe contro le spie comuniste (qui se volete liberarvi di qualche luogo comune) - mostrano come le attività spionistiche, tecniche e azioni di infiltrazione sovietiche fossero ben più estese e minacciose di quanto una certa buona disposizione d'animo del mondo intellettuale e politico, e la fine dell'Urss nel '89, ci avessero indotto a pensare fino a oggi.
Il nuovo volume di Andrew si sofferma sui rapporti tra il KGB e il fondatore del Fronte sandinista di liberazione nazionale del Nicaragua, Carlos Fonseca, «un fidato agente» del servizio segreto russo, nome in codice Gidrolog. Di fronte al rischio di un attacco americano nel 1981, Fidel Castro chiese ai sovietici di considerare la reinstallazione di armi nucleari sull'isola, smantellate 19 anni prima, ma Cuba (nome in codice Avampost) era osservata con sospetto dal KGB.
Una conferma più che una sorpresa i rapporti tra il KGB e l'ex presidente cileno Salvador Allende, descritto come «di gran lunga il contatto più confidenziale del KGB in America Latina». Un prezioso appoggio, marxista e alleato di Castro. Dai documenti Mitrokhin risulta che il KGB mantenne contatti con l'ex presidente cileno fin dal 1961, contatti definiti «sistematici». Nel 1970 il servizio segreto sovietico sarebbe intervenuto con i suoi importanti mezzi per contrastare il tentativo degli Stati Uniti e della Cia di evitare l'elezione di Allende a presidente del Cile. Un aiuto che si sarebbe concretizzato nel pagamento di 420mila dollari attraverso gli agenti a Santiago. A beneficiare di presunti fondi del KGB fu anche Josè "Pepe Figueres" che per le presidenziali del Costarica nel 1970 avrebbe ricevuto in un primo tempo 300mila dollari e poi altri 10mila.
Finanziamenti occulti, lusinghe e minacce, documenti falsi consegnati alla stampa su presunti complotti della Cia. Sono queste le tecniche con cui il KGB cercò tra gli anni Settanta e Ottanta di condizionare la politica estera dell'India di Indira e Rajiv Gandhi, per disancorare il Paese dal non allineamento e favorire la sua adesione al blocco sovietico. Ben nove agenti del KGB riuscirono addirittura a farsi candidare dal partito del Congresso per le legislative, poi perse da Indira Gandhi. Quando tornò al potere negli anni Ottanta, i servizi sovietici tornarono all'opera, più volte producendo documenti falsi su presunti complotti della Cia per destabilizzare il Paese. Documenti girati ai giornali per alimentare lo spettro di un colpo di Stato finanziato dagli americani.
Rimasto fino a oggi innominabile il grande e minaccioso complotto sovietico, è stato sempre più accreditato invece l'inesistente complotto americano.
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