Anche oggi a Fiuggi, Fassino era in ritardo. In ritardo nel comprendere la novità, la natura, lo stato di avanzamento del progetto che prendeva forma in questi giorni. Ha creduto che la sua sola presenza alla convention bastasse per conferire la benedizione Ds all'operazione Sdi-Radicali e che invece l'intervento dovesse essere improntato ad estrema cautela per non sbilanciare in modo definitivo il partito, per non superare quel punto di non-ritorno oltre il quale non sarebbe politicamente possibile, se si fosse in futuro presentata la necessità, ritirare l'appoggio o emendare in modo significativo il progetto. Ne ha parlato nei termini della ritrita unità socialista, di correnti socialiste, come se l'evento cui prendeva parte non rappresentasse la novità di una componente liberale, radicale. Non ha fatto i conti con una platea esigente. Socialisti democratici e radicali hanno saputo bruciare molte tappe verso la costituzione di quel nuovo soggetto politico laico, liberale, socialista, radicale, che ha l'ambizione di essere l'embrione di una sinistra liberale di matrice blairiana contrapposta a quella neocomunista. E si aspettavano di più da Fassino. Era il giorno, il momento opportuno, per lo strappo, per il salto in avanti, alla Blair, esponendo i Ds a un appoggio pieno e attivo al nuovo soggetto.
Riguardo eventuali veti sui radicali dall'interno dell'Unione nemmeno una parola; sul tema della laicità, centrale per i soggetti costituenti del nuovo soggetto politico, Fassino non è andato oltre una generica constatazione della necessità che il centrosinistra debba offrire ai cittadini delle risposte (ma quali?) ai controversi temi della bioetica e dei diritti civili. E infine, non ha resistito alla tentazione del vecchio riflesso pc-ista di rimarcare in modo spiacevole il "territorio": qualunque esito di questa operazione non può mettere in dicussione l'egemonia ex comunista sulla sinistra italiana, conquistata a suon di manette e monetine. Così, l'operazione di rinnovamento e unità di cui Bettino Craxi avvertì la necessità oltre vent'anni fa, giungendo a proporre l'Internazionale Democratica, deve ancora aspettare il decisivo via libera diesse. Allora detestavano che fosse lui, Craxi, il demiurgo del socialismo democratico in Italia. Hanno voluto ereditare loro il marchio, il giochino, per farne cosa? Per ritardare ancora oggi.
Enrico Boselli invece, ci sta sorprendendo. Ci dev'essere stato in queste settimane un trapianto di spina dorsale radicale. Nel suo intervento conclusivo si è spinto quanto più in là poteva nell'abbracciare, in modo che è sembrato pieno e convinto, la tradizione del liberalismo. Fino a convincerci a rivedere la valutazione, espressa alcuni giorni fa con gli amici di Lievito Riformatore, che di fronte all'apatia dello Sdi fosse opportuno interloquire con i Ds. Forse invece, è davvero necessario rafforzare il nuovo soggetto con lo Sdi, connotarlo in senso il più possibile liberale e blariano.
Boselli ha introdotto le categorie di liberale-riformatore e socialista-democratico come culture politiche alla base del soggetto politico federato tra Radicali italiani e Socialisti uniti. «Qui non ci sono solo le correnti socialiste, ma quella straordinaria corrente liberale, laica, libertaria rappresentata dai Radicali Italiani di Bonino, Pannella, Capezzone...», ha rivendicato con orgoglio rispondendo indirettamente a Fassino. Il Partito Radicale Transnazionale e Nonviolento, «che porta avanti il diritto universale alla libertà e alla democrazia».
«Lavoriamo per fare del centrosinistra una grande coalizione per le libertà, in contrapposizione alla destra che è stata nei fatti una coalizione illiberale (...) L'Italia oggi è meno libera (...) Da come si è governato in questi quattro anni appare del tutto improprio che il centrodestra si chiami Casa delle Libertà».Per il presidente dello Sdi viene prima il nuovo soggetto con i Radicali, poi, se il Nuovo Psi lo ritiene, l'unità socialista, che però acquista tutt'altro significato. Definisce «fondamentale» la presenza nel prossimo Parlamento dei Radicali italiani, la cui assenza ha significato in questi lunghi anni la perdita di molte battaglie. Al contrario che nei decenni passati, in questi anni i laici si sono ritrovati in minoranza in Parlamento, dovendo ricorrere ai referendum.
«Dobbiamo difendere la novità che abbiamo creato a Fiuggi, il linguaggio nuovo con cui abbiamo affrontato i problemi del paese, evitare di rimanere prigionieri del passato (...) Per costruire società aperte dove libertà ed equità possano convivere, senza la pretesa di voler risolvere questo dilemma sul quale si sono cimentati grandi filosofi del '900, bisogna ritornare ai classici del pensiero liberale e la socialdemocrazia europea ha da tempo gettato alle ortiche i vecchi dogmatismi statalisti e accettato i fondamentali principi del liberalismo. Lottare per i più deboli e i più meritevoli non è terreno di scontro ma di incontro tra liberali riformatori e socialisti democratici.»E' sembrata una piena e convinta professione di fede liberalsocialista.
«A Fiuggi non stiamo cercando di riunificare una sparuta pattuglia di specialisti dei diritti civili, ma stiamo costruendo un nuovo soggetto politico che fa dell'innovazione la principale chiave della nostra iniziativa... Siamo concentrati sulla laicità perché il regresso delle libertà individuali è un arretramento che frena lo sviluppo del paese. E' ripartita un'ondata neo-integralista che si propone apertamente di imporre una sua egemonia come se il cattolicesimo fosse ancora la religione di stato. Il disegno ambizioso di cui Ruini è il principale attore politico è quello di condizionare entrambi gli schieramenti facendo leva su leader e partiti cattolici. Ma non si può sostenere che la coalizione di centrosinistra non può che comportarsi come quella di centrodestra su questi temi per non perdere consensi nel mondo cattolico. Invitiamo apertamente l'Unione a mantenere un profilo moderno sui diritti civili e a porsi come garante della laicità dello Stato... Contrastare i tentativi in atto delle gerarchie ecclesiastiche di trasformare alcuni dei valori cattolici in legge non è una battaglia anticlericale ma un grande impegno liberale. Abbiamo riscoperto dopo tre giorni di confronto che ciò che ci unisce è il valore che diamo alle libertà, il progetto che serve all'Italia, non tanto ai socialisti e ai radicali».Proprio sui due temi in cui ci sono più divisioni nell'Unione Boselli si è espresso con maggiore chiarezza:
La politica estera.
«Non è tanto l'influenza del pacifismo che ci preoccupa, ma un certo antiamericanismo che ha radici profonde in una parte della sinistra italiana e che noi da tempo contrastiamo. Sconfiggere i terroristi è un problema di impegno politico, economico e militare».Boselli rivendica alcuni interventi militari. E' stato «giusto contrastare il regime di Milosevic», intervenire militarmente in Afghanistan, aveva ragione Marco Pannella quando propose l'esilio di Saddam. Poi passa all'Iraq, e dice il massimo, che non sarà per noi mai abbastanza, ma gli riconosciamo che è per lui il massimo:
«Noi non abbiamo condiviso la scelta dell'intervento militare degli Stati Uniti, ma abbiamo comunque considerato positivo il rovesciamento di quella dittatura e lo svolgimento di libere elezioni... Non pensiamo che sia possibile lasciare da sola la nascente democrazia irachena, siamo per una presenza militare sotto l'egida delle Nazioni Unite (già è così, n.d.r.) ... Solo in questo caso si potrà mantenere una nostra presenza militare in Iraq».La politica economica: «In cosa consiste oggi la questione sociale in Italia?». Boselli dice no all'assistenzialismo che produce dipendenza, privilegi, lavoro nero; no alle pensioni di giovinezza che sottraggono risorse ai veri emarginati e a una nuova rete di sicurezza sociale; no all'Università di massa, l'onere delle spese universitarie non devono pesare su tutti i cittadini; difende la riforma dl mercato del lavoro proclamando che Marco Biagi non era un uomo di destra, come alle destre e alla sinistra massimalista conviene far apparire.
«Bisogna combattere le clientele, il familismo, la logica di clan di chi bussa alla porta del centrosinistra non per vedere riconosciuti i propri diritti, ma per poter vedere riconfermati i propri privilegi».
11 comments:
Oh, finalmente hai risposto alla domanda: Quelli dello Sdi ecc.ecc.?
Boselli c'è
Sdi-Radicali: maddai, è solo una questione di governance e un patto elettorale da tenere, prendendo spunto dalle fobie della Bonino, in museo..
Quindi Jim farai campagan elettorale per la sinistra?
Qui io non faccio campagna elettorale.
Racconto quello che vedo e sento.
Strano... sembrava un commento più che un racconto...
Caro jimmomo,ho la tessera ds (solo dal 2000): se non mi fossi candidato nel mio paesello sarei persino tentato dall'aderire ad un simile soggetto, o almeno dal votarlo - e chissà. Però non è vero che l'egemonia il pci l'abbia conquistata con manette e monetine. (Posso persino agiungere: purtroppo).
P. S. So che è solo una pagliuzza, ma mi capita a volte di non trovare nemmeno quella, e allora te la segnalo.
Azione parallela
Caro massimo, prendo nota della tua critica. Manette e monetine è provocatorio.
E' certo però che in quel periodo il craxismo era il nemico politico numero uno, e proprio per quelle strane idee.
Credimi però: il discorso di Fassino è stato davvero spiacevole.
un abbraccio
Per Massimo. L'impressione non è stata solo la mia:
«I compagni ds mica penseranno che abbiamo fatto tutto questo per finire comunque sui vagoni piombati diretti a Mosca...». Scherza, il senatore socialista Giovanni Crema.
http://www.radicali.it/view.php?id=42078
...Non c'e' che dire, fassino e' veramente in ritardo....mentale!
Concordo con Enzo Reale sul fatto che stai tentando una "conciliazione impossibile".
saluti.
No, guarda, se queste sono le posizioni di partenza di voi radicali di destra, io direi che fareste meglio a presentarvi da soli alle elezioni politiche. Non potete pensare di entrare in un'alleanza composta all'80% da persone che si ispirano al socialismo non liberale e al 20% al cattolicesimo sociale, e dettar legge sui temi economici, bacchettare Fassino perché vi ha dato il benvenuto ma non abbastanza... via, siamo seri. Questa è una coalizione di sinistra. Insieme possiamo lavorare per la laicità, per la ricerca scientifica, per l'antiproibizionismo, per una maggiore attenzione al terzo mondo e molto altro, ma non sui temi economici nè su quelli delle politiche di guerra.
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