E' in effetti sempre più antropologicamente vero, nel vissuto quotidiano di milioni di persone, che, come ha intuito Pannella, laico e credente sono sinonimi tra loro, che credenti laici e laici non credenti si contrappongono a credenti clericali e atei devoti.
«L'antropologia contemporanea mostra che religiosità e laicità sono due connotati della stessa realtà antropologica, culturale, politica nel mondo che si confronta con un'altra, quella della (a volte) generosa, ma tragica illusione dell'autorità come valore principale e del potere assoluto in nome dell'etica dello Stato di tutti contro la coscienza di ciascuno. E non c'è religiosità laddove la coscienza di ciascuno non si affermi come sovrana da rispettare, perché è l'unico luogo nel quale si può interrogare il mistero e dargli dei nomi onorando quel che ci trascende, perché ogni volta che la coscienza individuale si confronta con l'assoluto nel quale è immersa è la religiosità che prende corpo e si fa storia, non quando si delegano le rivelazioni alle vestali».Ai laici come tali, credenti e non - questo il secondo equivoco indicato da Rusconi - «non viene riconosciuta alcuna competenza etica autonoma. Rimangono degli eterni minori. Sempre sull'orlo del precipizio dell'immoralità». E conclude:
«Non si tratta – ripeto – di assumere atteggiamenti anti-ecclesiali, ma di rivendicare energicamente l'autonomia dei laici, cattolici e non, nell'etica pubblica e nella politica. Per inciso, questo farebbe un gran bene anche alla Chiesa italiana».
1 comment:
JimMomo, io ritengo che l'unico vero problema per il mondo laico, sia il clero, indegna associazione a delinquere capace di approfittarsi per migliaia di anni della fede di persone oneste per promuovere i loro esclusivi interessi.
Senza di loro l' Italia sarebbe un posto migliore.
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