«I bambini islamici devono andare in scuole statali e imparare l'italiano. Sono contrario a ogni forma di educazione parallela che servirebbe a ghettizzare il mondo islamico in Italia e a creare delle enclave».Lo chiamerei un atto di buon governo. Una generazione (25 anni) di bambini di religione islamica cresciuti e istruiti nelle scuole statali, predisponendo controlli adeguati nelle comunità islamiche per il rispetto dell'età dell'obbligo. Poi, a enti religiosi islamici potrebbe essere concessa l'apertura di scuole islamiche, ma senza alcun finanziamento da parte di governo o enti locali e solo nel senso in cui oggi alcune scuole private sono cattoliche, ossia tramite una scrupolosa attinenenza ai programmi ministeriali. Dunque, mai scuole coraniche e madrasse, neanche clandestine, espulsione o arresto di tutti gli imam qaedisti come Bouchta dall'Italia.
Tra l'altro, in questa ottica, potrebbe essere avviata anche una campagna sull'ora di religione (il crocefisso direi che è solo un diversivo). Non se ne potrebbe fare a meno, visto che le nostre scuole dovrebbero accogliere sempre più ragazzi di religione islamica. Primo obiettivo della campagna, riforma del Concordato dell'84 per togliere alle diocesi il potere di inserimento in ruolo degli insegnanti di religione; secondo, trasformazione dell'ora di religione in "storia delle religioni". Il catechismo si faccia altrove; terzo, abolizione del Concordato e dell'8 per mille per assicurare la pari dignità delle religioni di fronte allo Stato.
«Dovremmo cominciare a far applicare la legge. Un'istituzione fuorilegge si chiude e basta», aveva scritto giorni fa Magdi Allam, paventando i rischi di un'eventuale parificazione della scuola islamica di via Quaranta a Milano.
«All'ombra delle moschee d'Italia, 611 secondo l'ultima relazione semestrale del Cesis (Comitato esecutivo servizi informazione e sicurezza), si stanno radicando altrettante madrase, scuole islamiche. Frequentate da decine di migliaia di immigrati che vengono indottrinati a versioni integraliste ed estremiste dell'islam. Da parte di predicatori - docenti fai da te, senza un'abilitazione valida o anche solo un titolo di studio certificato e riconosciuto dal nostro Stato. Sfornando una generazione di giovani comunque afflitti dalla schizofrenia identitaria, lacerati tra il loro vissuto italiano percepito in modo critico e la loro fedeltà a un'ideologia islamica manichea. Finendo per diventare restii od ostili a un'autentica integrazione, maturando un humus culturale improntato alla diffidenza e all'odio nei confronti della nostra civiltà. Tutto ciò si svolge in un contesto intriso di tacita tolleranza, ignoranza, indifferenza e ignavia. Il caso più emblematico e sconcertante è quello della scuola islamica legata alla moschea di via Quaranta a Milano, sospettata e indagata per aver ospitato personaggi di spicco del terrorismo islamico.
Una scuola elementare e media a tempo pieno, che oggi vanta circa cinquecento iscritti e che da oltre dieci anni opera nel più assoluto arbitrio, senza alcuna autorizzazione né da parte dell'Italia né da parte dell'Egitto a cui fanno riferimento i testi scolastici adottati. Testi in arabo conditi dal credo estremista di predicatori -docenti che, come è stato documentato dal nostro giornale il 16 luglio 2004, inneggiano alla "morte che sconfigge i piaceri terreni", accreditano l'immagine di una comunità islamica monolitica assediata e in guerra con gli infedeli e gli apostati».
3 comments:
Le vie dell'integrazione sono infinite.. o, meglio, come si scriveva sulle pagine sgualcite (il mio era cosi)di quadernone a quadretti a meno infinito.
Difficile se non impossibile trovarle, forse perche' nessuno ha ancora capito che significato abbia la parola "integrazione".
Io lo definirei un provvedimento anticostituzionale e illeberale http://unaltravista.iobloggo.com/archive.php?eid=963
Hai scordato l'occupazione militare del Vaticano e di Castelgandolfo.
ciao,
harry
Post a Comment