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Thursday, September 15, 2005

I diritti civili non sono marchio esclusivo di Zapatero

Il premier spagnolo Josè Luis ZapateroI radicali farebbero bene a guardarsi intorno

In politica i propri riferimenti ideali sono importanti. I radicali in questa fase hanno scelto Fortuna-Blair-Zapatero. Ma voi ricorrereste alla figura di Zapatero per la fermezza con cui ha difeso la laicità delle istituzioni e le sue scelte sui diritti civili se (a) deplorate il ritiro delle truppe spagnole dall'Iraq e la sua politica estera, (b) siete a favore dei Pacs e non dei matrimoni gay, se (c) potete comunque contare, mettendovi al riparo da queste contraddizioni, sul decennio di successi di un'autentica bandiera dei diritti civili e della libertà di ricerca scientifica come Tony Blair?

In Gran Bretagna vige una delle legislazioni più all'avanguardia e più costantemente aggiornate, ma anche più attente e scrupolose, sulla procreazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Ed è noto. Non tutti sanno, invece, che dal prossimo 21 dicembre entrerà in vigore in Gran Bretagna la legge sulle unioni civili per gli omosessuali. Non si parla di "matrimoni" gay, ma la legge prevede promesse "nuziali" tra i contraenti, testimoni, possibilità di unire il proprio cognome a quello del partner, e soprattutto conferiscono diritti uguali a quelli del matrimonio tradizionale.

Temendo che molte coppie omosessuali non ne siano al corrente, ieri il governo ha lanciato una campagna informativa (volantini e un nuovo sito web) per far conoscere la legge, spiegando diritti e responsabilità per i contraenti. La cerimonia si svolge di fronte a un ufficiale di stato civile, con due testimoni. Il testo della legge, approvata dalla Regina nel novembre scorso, non parla mai di "matrimoni" gay, ma le partnership civili sono state concepite per essere in pratica un equivalente legale del contratto matrimoniale.

Il sottosegretario per i pari diritti Meg Munn ha incontrato ieri l'ufficiale di stato civile di Westminster e numerose coppie che saranno le prime ad unirsi all'entrata in vigore della legge.
«La gente ha avuto una reazione molto positiva. Perché dà a queste persone pari diritti con tutti gli altri. E' la prima volta nella storia di questo paese che persone dello stesso sesso avranno le loro unioni riconosciute dalla legge. Noi vogliamo che le persone siano informate, perché questo porta non solo diritti ma anche responsabilità».
«La cosa più importante delle unioni civili è che verremo trattate come una coppia sposata per quasi tutto - ha spiegato una candidata alle nozze - eredità, pensione, rapporto di parentela che permette di prendere decisioni per l'altro».

Alla luce di questi dati di fatto, accostato a Blair, per i Radicali il riferimento a Zapatero rischia, dal punto di vista comunicativo, di essere un autogol: nel migliore dei casi generando confusione agli occhi di un'opinione pubblica che li percepisce come leader agli antipodi, nel peggiore rappresentando un appiattimento rispetto a posizioni già presenti nell'Unione. Di solito (vale anche per ciascuno di noi), quando ci richiamiamo a un personaggio, chi ci ascolta capisce che ci identifichiamo con quel personaggio nel suo complesso, tranne forse un aspetto che può costituire un'eccezione. In questo caso mi pare che la logica sia opposta e rischia di non essere compresa: Zapatero come riferimento "solo" per un'eccezione, i diritti civili.

Nel personaggio di Blair invece, convivono il laico e il credente, il massimo esempio concreto, a livello di leader, dell'intuizione pannelliana del "credente" che è sinonimo di "laico" e viceversa. Dunque, affidare alla figura di Tony Blair la centralità della strategia comunicativa radicale non significa declassare le battaglie sui diritti civili e per la libertà di ricerca scientifica di cui egli stesso è campione, bensì dotare quella strategia di maggiore forza e coerenza, senza concedere alibi alle strumentalizzazioni da una parte (il ritiro dall'Iraq) e dall'altra (lo spauracchio dei matrimoni omosessuali per sabotare l'approvazione dei Pacs). Zapatero non sembra in grado di mobilitare quella parte di elettorato liberale e riformatore deluso dalla CdL che Rutelli sta invece efficacemente corteggiando parlando di riforme economiche.

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