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Wednesday, September 14, 2005

Un razzismo double face. Oggi i Pacs

Un razzismo double face. Da una parte, di chi si ricorda dei palestinesi solo se vittime delle pallottole israeliane, scordandosene invece quando bruciano sinagoghe, o quando subiscono l'oppressione, la corruzione, il degrado del loro autogoverno; dall'altra, di chi a tutto e a tutti, agli individui e ai loro diritti (ieri la procreazione assistita, oggi i Pacs), antepone la sacralità dell'embrione e la mistica (o diremmo mistificazione) della famiglia. L'accusa di «nazismo» vale per Bush e Sharon da parte degli uni, vale per i Parlamenti democratici che legalizzano l'aborto da parte degli altri. Gli uni e gli altri uniti nel non aver mai rivolto quell'accusa ai paesi totalitari.

Mai polemica fu così strumentale come quella di questi giorni sui Pacs. Alla fine scopriamo persino da Pedrizzi che la linea esposta da Fini a favore del riconoscimento delle coppie di fatto omo- ed etero-sessuali è sempre stata quella di An. Che Dario Rivolta (Forza Italia) aveva già presentato un disegno di legge. Che pubblicamente Sandro Bondi si era dichiarato favorevole. Allora a cosa è dovuta questa alzata di scudi contro Prodi che ha solo detto: Pacs sì, matrimonio zapaterista no? Perché tanto chiasso intorno a una legge che la maggior parte dei partiti fino a pochi mesi fa vedeva con favore?

Di certo c'è la strumentalizzazione elettorale contro Prodi. Ma chi nel centrodestra crede che il voto cattolico sia così unito sui Pacs come sulla procreazione assistita si sbaglia di grosso. La mangiatoia rischia di restare vuota. Se una così lacerante divisione tra i partiti sul tema dei Pacs non c'era, c'è invece il tentativo da parte della Cei di crearla, di utilizzare le istituzioni e il dibattito politico per puntellare la sua influenza morale sui legislatori. Gli anatemi lanciati dall'Osservatore Romano e da alcuni cardinali hanno creato questo terremoto e di certo qualche imbarazzo tra le file della Margherita e di An che però complessivamente hanno tenuto.

Rimangono gli integralisti. La Lega, l'Udc e in An Alfredo Mantovano, che arriva a questa incredibile affermazione, spiegabile solo in chiave psicoanalitica.
«I gay no. I gay non esistono in natura come dato originario ma sono il frutto del disagio e di certi condizionamenti culturali»
Sbraita ancora contro Prodi il cardinale Tonini:
«Gravissimo, gravissimo e, ancora una volta, gravissimo. Sono senza parole, davvero senza parole. La mossa di Prodi è gravissima. Assolutamente sì. Anzi, le dirò di più, sono costernato di fronte alla sua uscita. Un'uscita del tutto sconsiderata perché avvenuta in campagna elettorale che non mi sembra per niente, e ribadisco per niente, il luogo adeguato dove mettere a tema argomenti così delicati. Non si può scherzare né giocare su certe cose».
Già, l'abbiamo sentita, sulla vita non si vota, ci pensano loro.
«Sa cosa penso? Penso che l'uscita di Romano Prodi sia degna di un regime antidemocratico. Quando non si rispetta nessuno ma si pensa unicamente ai propri interessi, si è di fronte a un regime antidemocratico che non rispetta i cittadini».
Di tutt'altro avviso il cardinale Bettazzi, che mostra persino un approccio radicale alla legalità e al diritto. Un politico «deve misurarsi con un fenomeno evidente e affermato nella società che vuole governare, una situazione che coinvolge più di 3 milioni di italiani».
«Il problema è che ogni tema viene poi inquinato dalla bagarre, dalla voglia di tirar su qualche voto. Ma non è certo questo che si può imputare alla lettera di Prodi a Grillini, semmai è il chiasso che gli è stato montato intorno che rivela questa intenzione. Le parole dell'Osservatore Romano sono apparse virulente. Non è certo introducendo i Pacs che si "lacera inaccettabilmente la famiglia", come viene scritto. Poi ho letto di altri politici che sono montati sulla polemica, per vedere di cavarne qualcosa.

I Pacs riconoscono una situazione di fatto che per molti è una preparazione al matrimonio. E consentono alcuni strumenti di tutela a persone che soffrono per non poter vivere appieno la propria vita. Non si tratta di legalizzare i matrimoni gay, anzi, è un modo per disciplinare altrimenti la materia così vasta d'implicazioni. E le leggi avanzate spesso rendono libere le persone».
Quello dei Pacs rimane un tema di retroguardia. In tutti i paesi civili sono previste forme di riconoscimento delle coppie di fatto omo- ed etero-sessuali. Persino il presidente americano Bush non è contrario. Si tratta, in fondo, di un principio cardine dello stato di diritto e del liberalismo, la libertà contrattuale, che solo una visione profondamente e pericolosamente autoritaria potrebbe contestare.

7 comments:

Anonymous said...

La costernazione delle sorelle

Appena appresa la notizia che persino sorella Romana si è schierata per il Pacs, le dirigenti vaticane sono letteralmente insorte. Certo, sapevano che Mortadellona tanto stinca di santa non era, ma che arrivasse al punto di diventare lesbica e femminista, questo davvero no... intollerabile. Così, la prima a dare in escandescenza è stata Ersilia. Furiosa, incredula, correndo da un corridoio all'altro della sacra dimora, tenedosi la veste che rischiava di farla inciampare e piombare di faccia sulla pietà di Michelangelo, ha cominciato a gridare: "Gravissimo, gravissimo e, ancora una volta, gravissimo. Sono senza parole, davvero senza parole..."
Camilla, raggiunta in bagno, mentre tentava di nascondere quel brutto pallore che l'avrebbe ancora una volta fatta sfigurare accanto a Bruna la Vespa incipriata, è rimasta a boccuccia aperta, lasciandosi solo la forza di mormorare parole che poco prima le aveva dolcemente sussurato il suo umile ma devoto cavalier servente Alfredo il Mantovano: "Tranquilla, Camilla, non temere. I gay no. I gay non esistono in natura come dato originario ma sono solo il frutto del disagio e di certi condizionamenti culturali..."
Ultima ma non meno basita, la reazione di sua Santità, sorella Peppa la teutonica. Sembra sia stato proprio Gheorghe, il suo Gheorghe a svegliarla nel suo letto a baldacchino bianco candido, nascosto alla vista da leggere velature fucsia, e a comunicarle il triste annuncio. Lei, tirandosi su e notando con sconforto due piccole ciglia bianche rimaste sul guanciale, ha stretto al seno il lenzuolo e ha sospirato. Poi gli ha passato una mano sul petto virgulto e in marcato accento tedesco ha esclamato: "Chiama la lefevriana Bernarda, dille che qui la faccenda è seria, se quella lesbica romagnola va fino in fondo le lanceremo un malocchio folgorante che la manderà in estasi mistica come quella zozzona di santa Teresa... ma poi - ha affermato con voce più languida, afferrando e stringendo la mano del suo Boccadoro - chi troveremo che possa ancora nascondere agli occhi del mondo ostile il nostro amore puro...?"

Intanto, un'armata di stendardoni padani è in marcia verso le sorelle vaticane romane. Saranno le loro spade di fuoco, visto che il pericolo è ormai alle porte, a difendere la verginità delle novelle pie mariane, da millenni ancora inviolata e così tanto invidiata. In cambio, Sperone e Marone hanno chiesto solo qualche qualche sfogo 'naturale' per la truppa di guerrieri che, nell'attesa, rischia d'annoiarsi; così, un bordello che richiama i fasti della vecchia Germania anni'30 è stato allestito in fetta e furia nelle segrete. Sperone ha chiesto che sia proprio Peppona a cantare Lìlì Marlene, ma Gheorghe è andato su tutte le furie, che si portassero le loro baldracche lombarde, ha risposto senza mezzi termini. Il Camerlengo ha fatto sapere che si cercherà una soluzione diplomatica.

p.s. se volete in trasmissione potere leggere questo. Non posso postare una cosa del genere sul mio nuovo blog. baci

CM said...

Oggi ci sei sulla Padania

:))

"ooservatore attento delle cose radicali", se non mi sbaglio

ciauz

Anonymous said...

Da laico e liberale (sempre che la duplice etichetta, con l'abuso che se ne fa oggigiorno, abbia ancora un senso), vorrei esprimere i miei dubbi sulle "battaglie di lbertà" condotte da moltissimi miei sodali in merito ai "diritti civili". Posto e riconosciuto che, sotto le sue coltri, ognuno si comporta come più gli aggrada, mi sfugge come le unioni gay si possano avvalere dei crismi della tanto chiacchierata (e spesso strumentalizzata) "utilità sociale". In Occidente (altra espressione geografica assai frequentata, e a sproposito) si ritiene meritevole di sovvenzionamento pubblico solo quella pratica o attività che produca un riconosciuto e generalizzato beneficio collettivo. Dunque, dato che si parla di circostanze in cui, causa forza maggiore, di figli (oggetto della "utilità pubblica" di cui sopra") proprio non se ne possono fare, qualcuno mi spiega a qual pro la concessione di un regime previdenziale a ripartizione? E, sul fronte delle italiche furbizie, come la metteremmo con tutti quegli spiritosoni i quali millanterebbero la propria "unione" per lucrare la reversibilità pensionistica, seppure convintamente "straight"? Se potessimo sottoporre la domanda di regolarizzazione di tutti questi soggetti alla temperie del mercato, magari rendendo disponibile una seria offerta ad hoc in regime di privativa (pensioni private, o in conto capitale) il mio discorso certo cambierebbe di molto. Ma aspetto ancora che mi si spieghi cosa vi sia di "liberale" in una sfilza di "tribù alternative" che ricevono dallo Stato il diritto di mettere a carico della collettività il loro privatissimo stile di vita. In questo senso dubito perfino della "utilità pubblica" attribuita alle famiglie naturali (sì, si dice proprio così, non "tradizionali") in svariate legislazioni, quindi figuriamoci...
Da ultimo, un pensiero alle coppie di fatto eterosessuali: ma se il problema riguarda il diritto alla comunione dei beni, alla pensione di reversibilita, alla prelazione clinica...ma perché non vi sposate, anche "solo" civilmente? Si può fare anche senza cerimonia, senza suocere in ghingheri e senza banchetto nuziale, se il problema è la spesa...
Ciao, chiedo scusa per la lunghezza.

Anonymous said...

Caro Jim,
sono favorevolissimo (come ho scritto nel mio post di ieri) all'attuazione dei PACS (per le coppie omosessuali come per quelle eterosessuali). Esprimo però grandi dubbi sul contenuto del tuo post:
1) Se qualcuno ha pensato a Zapatero la colpa è solo di Zapatero che ha creato un modello discutibile e di Prodi che ha fatto il distinguo solo a seguito delle polemiche.
2) Ancora Prodi è responsabile di una sparata pro-elettorale che ha rafforzato le divisioni. Cosa è più importante secondo te: I Pacs attuati o una società che non fa discriminazioni riguardo agli omosessuali? Io credo fortemente che sia più importante la seconda (grazie alla quale i PACS verrebbero da soli). Chi allora ha veramente a cuore il problema lo faccia spiegando, parlando e trasferendo cultura e rispetto. Con certe cose gettare il sasso per soli fini elettorali è controproducente: Le barriere si sono alzate e non abbassate.

3) Trovo infine dannoso, discutibile e dubbiamente-vestito-di-vecchi-rancori il solito attacco alla Chiesa. E' controproducente perchè anche in questo caso le posizioni invece di avvicinarsi si allontananoe perchè in ogni caso non si può chiedere alla Chiesa che accetti queste cose. Allo stesso tempo la Chiesa non può chiedere che lo Stato accetti le sue visioni. La società laica allora (se veramente laica vuole essere) dovrebbe imparare a disutere di queste problematiche STRAFREGANDOSENE di quello che dice la Chiesa. Portate-portiamo avanti la nostra battaglia perchè la cultura della società si elevi e la Chiesa potrà solo stare a guardare.

Spiace vedere l'ennessimo aggancio al referendum sulla legge 40. Non solo non avete capito nulla da quella sconfitta, ma sembra diventato il feticcio dal quale non vi volete staccare... una specie di Sindrome di Stoccolma in peggio :(

Ciao!

Anonymous said...

Adriano, lo sai che sono proprio le persone come te che ogni giorno fortificano i muri che differenziano i "diversi" dai "non diversi"?

beata ignoranza...

Anonymous said...

Certo che se sono i tipetti alla adriano a doverci insegnare la "tolleranza", siamo in una botte de fero... ;-)

Comunque, caro Jim:

1) se oggi in Italia c'è una realtà discriminata (culturalmente, fiscalmente, socialmente, ...), questa è la famiglia (quella della Costituzione Italiana).

2) basta leggere le proposte di PACS all'italiana per capire che si tende ad andare molto oltre ai PACS francesi (vedi mio ultimo post). Altro che riconoscimento di diritti (che comunque si possono già ottenere ricorrendo al diritto comune).

3) oggi in Italia ci sono poco più di mezzo milione di convivenze, che nella maggioranza quasi assoluta dei casi sono vissute come una prova in vista del matrimonio (lo dice l'Istat mica io). Allora a che serve sto PACS? Se vogliono i diritti di una famiglia bastano 5 minuti in comune, se sono allergici all'acqua santa. Se e quando si stufano, tanto, possono divorziare. Dove sarebbe la limitazione dei diritti individuali?

4) la realtà è che tutta questa storia è solo una scusa per ottenere una specie di "matrimonio gay". Non è un caso che una delle proposte (che prevede la modifica dello stato sociale per i Pacsati) sia di Grillini.

5) Prodi e gli altri moderati del centrosinistra gli danno corda solo per non scontentare le "lunatic fringes" più radicali e ideologizzate della sinistra.
Quelle che li hanno portati alla figuraccia del giugno scorso.

Saluti.

JimMomo said...

Il mio individualismo non mi consente di parlare in termini assistenziali della famiglia, tradizionale e non. Nella mia Repubblica ideale ci sono solo contratti fra privati e libere formazioni sociali.

Su questo blog, non è certo educato, ma ci si può anche insultare a vicenda, fatti vostri. Ma "merda" al liberalismo non lo permetto :-)