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Wednesday, September 28, 2005

Convinction leader

«Quando sono diventato primo ministro presi una decisione: essere sempre dove le decisioni vengono prese e mai dove vengono annunciate... So che una parte di voi vorrebbe che facessi come Hugh Grant in Love Actually e dicessi all'America dov'è la porta d'uscita. Ma la differenza tra un buon film e la vita reale è che nella vita reale c'è sempre il giorno dopo, l'anno dopo, un'intera vita di fronte per confrontarsi con le rovinose conseguenze che un applauso facile porta con sè. Non ho mai dubitato, dopo l'11 settembre, che il nostro posto fosse al fianco dell'America e non lo dubito ora». (Leggi)
Quello che doveva essere un passaggio di consegne è stato invece un rilancio in grande stile. Ne parla Andrea Romano oggi su La Stampa. Al congresso di Brighton Tony Blair ha rivendicato con decisione tutte le ragioni politiche di fondo che hanno scandito il decennio del New Labour: «Tutte, nessuna esclusa. Neppure quelle che avrebbero dovuto metterlo in maggiore imbarazzo».
«L'azione militare per abbattere le dittature? Una missione progressista analoga alla lotta contro la povertà. La globalizzazione? Un dato di fatto inconfutabile e un'opportunità di progresso con cui la sinistra deve fare i conti, investendo prima di tutto nella capacità competitiva della propria economia. La facoltà di poter scegliere le scuole e gli ospedali migliori? Un lusso che troppo a lungo è stato esclusivo appannaggio dei più ricchi e che il Labour dovrà trasformare in un diritto di tutti».
Blair può davvero dire legittimamente «di aver portato a compimento la propria missione, anche grazie alla tenacia di un primo ministro che ha saputo interpretare la figura tutta britannica del "convinction leader": il capo che sa di essere giudicato dalla nazione per la capacità di mostrarsi fedele alle proprie convinzioni più profonde e più ingombranti».

E della stessa pasta si dimostra il successore in pectore, Gordon Brown: «... perché avevo imparato dai miei genitori che ad ogni mio diritto corrispondeva un mio dovere, ad ogni mia richiesta un obbligo, ad ogni opportunità un'aspettativa». «Parole forse retoriche per un orecchio mediterraneo - conclude Romano - ma che rappresentano la vera sostanza di una storia britannica e di sinistra come quella del New Labour».

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