As Americans, we believe that people everywhere - everywhere - prefer freedom to slavery, and that liberty, once chosen, improves the lives of all. And so we're confident, as our coalition and the Iraqi people each do their part, Iraqi democracy will succeed.
(...)
As we do our part to confront radicalism, we know that the most vital work will be done within the Islamic world, itself. Many people of the Muslim faith are proving their commitment at great personal risk... These brave citizens know the stakes - the survival of their own liberty, the future of their own region, the justice and humanity of their own tradition - and that United States of America is proud to stand beside them...
Verso la conclusione, un passaggio che descrive ogni - ripeto ogni - tipo di fondamentalismo e totalitarismo, e che fa venire alla mente le battaglie culturali che qualcuno anche qui da noi vuole ingaggiare contro alcune libertà che sarebbero responsabili della decadenza e della debolezza dell'occidente.
«Tyrants and would-be tyrants have always claimed that free men and women are weak and decadent - until the day that free men and women defeat them».
2 comments:
Chiosa maramalda...un giorno o l'altro, bisognerà sottolineare per bene che cosa distingue le teocrazie islamiche (coraniche) e le battaglie antirelativiste condotte di comune accordo dagli strani laici e dagli stranicristiani. Si tratta di una postilla coniata da Cristo in persona, quella che fonda la tanto declamata laicità dello stato così brandita in chiave giacobina dai mangiapreti nostrani. "Date a Cesare quel ch'è di Cesare...": si può starne certi, l'islam e questo verdetto sono incompatibili, non il cristinaesimo che gli fu culla! Mmi piace, poi, che Bush stia progressivamente abbandonando la retorica altisonante dei neocons, per approdare al linguaggio della destra americana tradizionale. Più Liberty, meno Democracy nelle sue prolusioni.
Good post
Post a Comment