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Wednesday, October 12, 2005

Radicalsocialisti. Sarà dura

Giuliano Amato invita i radicali a una «riflessione». Su che cosa dovrebbero riflettere i radicali? Sulle loro posizioni di questi ultimi anni riguardo il ruolo dei sindacati e della contrattazione collettiva, e riguardo «i fenomeni che hanno indebolito i più deboli, come la "precarizzazione"». I più deboli? Amato si dovrebbe vergognare, essendo stato a capo di un governo che ha prima istituito l'Ici, la tassa più iniqua del nostro sistema fiscale, perché colpisce la prima casa di proprietà acquistata con guadagni e risparmi (frutto di quanti sacrifici!) già ampiamente tassati. Mi (vi) chiedo: è forse questa una politica di sinistra, attenta ai più deboli?

Non contento, il presidente del Consiglio Amato ha prelevato nottetempo una tantum da tutti i contocorrenti bancari, quand'è noto che nei contocorrenti sono soprattutto i lavoratori, i piccoli professionisti, le famiglie, insomma il ceto medio e le fasce più deboli, a riporre i propri risparmi. E' forse questa una politica di sinistra, attenta ai più deboli? A me sembra piuttosto una rapina con destrezza.

E a me sembra che Amato goda di una stima, da parte del mondo politico, a dir poco immeritata. Non so come abbia fatto l'intervistatore di Radio Radicale a non assestargli una capocciata in faccia, ma so che i radicali dovrebbero reagire in modo netto alla sua arrogante richiesta di «riflessione».

Pochi giorni fa, ai microfoni di Radio Popolare, Prodi metteva avanti il programma rispetto all'ipotesi di un'alleanza con i radicali:
«Io ho bisogno che si chiarisca: se c'é un programma omogeneo, si va avanti. Altrimenti non si può andare avanti. Quando ero al Parlamento europeo avevamo sempre i Radicali all'opposizione. Il loro radicalismo e il loro liberalismo erano così forti, che parole come sociale o protezione non erano ammesse. Ho preso atto con piacere che al loro interno si è aperto un dibattito. Probabilmente ci sono anche delle tensioni. Quindi, ripeto, è un problema di programmi e su questo serve chiarezza».
Gli rispondeva a tono Boselli:
«Ai Radicali chiediamo quello che chiediamo a tutti, non chiediamo quello che non chiediamo a nessuno... Parlando di programma omogeneo mi viene subito in mente Bertinotti. Propone ritiro delle truppe italiane da tutte le missioni, il ripristino della scala mobile, la restaurazione dell'Iri. Non c'è nulla di meno "omogeneo" di questo programma».
Peccato che il presidente dello Sdi quando parla ai giornalisti del nuovo soggetto Radicali-Sdi non pronuncia mai il termine "liberale", ma si ferma a definirlo un «soggetto politico laico, socialista e radicale».

Tempo fa ci scappò un sorrisino per la medaglia che Prodi appuntò al petto di Pannella-Bonino, medaglia che dovrebbero continuare a portare in bella vista e cono orgoglio:
«Quando ero al Parlamento europeo - ha ricordato Prodi - nel minuto in cui parlavano i radicali riuscivano a iniettare tali attacchi alla linea politica della Commissione che a un altro ci sarebbe voluta mezz'ora».
Sarà dura, cari radical-socialisti (e cominciamo a mettere il trattino)

4 comments:

Anonymous said...

Jim, nove tuoi post di fila con i quali concordo o sono in dissaccordo parziale e componibilissimo.
Era da tempo... e volevo celebrare la cosa, prima che la serie finisca. ;-)
Friedrich

Anonymous said...

carissimo hai ragionissima; ho la netta sensazione che vi sia una certo imbarazzo anche tra i nostri dirigenti: ormai è la stessa litania da qualche giorno.
Iniziative di legge da depositare.
Sono state depositate ? Qualcuno ne ha proposto la calendarizzazione ? Ha fatto esprimere la conferenza dei Capi gruppo ?
Appuntamenti congressuali che devono tenersi per dare slancio al progetto che, purtroppo, secondo me, assume solo la forma federativa...
mah...

Roberto Iza Valdés said...
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Roberto Iza Valdés said...
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