Capezzone: rilanciare l'agenda delle riforme
Con il ritorno al proporzionale si è assistito in Parlamento a una «strana atmosfera di euforia, da ultimo giorno di scuola, come se ci si stesse liberando di un peso». E' il «passaggio a una fase che somiglia alla palude», riflette Daniele Capezzone intervistato da Radio Radicale, esprimendo apprezzamento per le parole di Enrico Boselli, il quale ha ribadito che il progetto tra Sdi e Radicali va avanti con qualunque assetto elettorale.
Tuttavia, ha osservato Capezzone, il progetto ha bisogno di «un cambio di passo». «Non possiamo - ha spiegato - subire che anche questa nostra diventi una delle tante liste del proporzionale, altrimenti la dimensione diventa quella della bicicletta, del triciclo elettorale». Il segretario di Radicali italiani vede un doppio rischio per l'operazione a cui stanno lavorando radicali e socialisti: cadere in un «politicismo comprensibile» solo agli addetti ai lavori, che appare "di palazzo" «a chi di politica non vive»; o cadere nel «passatismo», in una sorta di «operazione nostalgia» dell'unità socialista, con scarsa capacità di parlare all'esterno.
Per evitare questi rischi, occorre spingere sul percorso tracciato a Fiuggi, da un lato con il soggetto nuovo, federativo, dall'altro puntando su obiettivi e contenuti. «Non dobbiamo connotarci con la foto di famiglia ma come il partito che vuole alcune cose: dalle battaglie sui diritti civili all'economia, alla politica internazionale, e che si contrappone alla deriva continuista dell'Unione». Occorre, ripete Capezzone, «connotarsi molto su alcuni obiettivi di radicalità riformatrice blairiana e dare il senso del soggetto nuovo», altrimenti corriamo il rischio che per cittadini tutto sparisca nel «file mentale» della "politica politicante". Il rischio che il progetto venga percepito come soltanto «elettoralistico incombe su di noi e sarebbe gravissimo».
Il problema «drammatico» della politica italiana, aggiunge, è la «sparizione dell'agenda delle riforme» dal dibattito, non si parla di quali siano i temi su cui si chiede il voto degli elettori. Rispondendo alla recente intervista di Giuliano Amato a Radio Radicale (alla quale avevamo reagito anche qui), che invitava i radicali a una «riflessione», Capezzone ha rivendicato per i radicali il poter essere «all'offensiva» sui temi economici e sociali: «Liberalizzione delle professioni, riforma blairiana dell'università, riscrittura di un sistema di ammortizzatori sociali che ha privilegiato realtà più forti e assistite e punito l'individuo in difficoltà». E non ha nascosto di essere «più affezionato alle politiche di Blair che a quelle di Visco».
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