C'è bisogno di una iniezione di spirito laico nella società italiana, di spirito libertario nel costume, di spirito liberale nell'economia».Speriamo che restino con la CdL se no ci aspettano mesi di tira e molla sul patetico reducismo dell'unità socialista, ché poi il socialismo, lo sanno tutti, è muerto.
Giorgio Tonini accenna a qualcosa di simile:
«In realtà, in Europa, nessun partito socialista di successo è "socialista" come lo intendono molti ds e (specularmente) molti dl. Prendiamo il caso del New Labour: è un partito indiscutibilmente socialista, membro del Pse e dell'Internazionale, ma è anche da sempre un partito "cristiano" (il partito di riferimento dei cattolici inglesi, ebbe a dire il cardinale Ratzinger) ed è più che mai un partito "liberale". Di più: il Labour non è la "casa comune" di socialisti, cristiani e liberali, ma il partito di donne e uomini che sono al tempo stesso tutte e tre queste cose: proprio come Tony Blair o Gordon Brown sono al tempo stesso socialisti, cristiani e liberali. A dimostrazione del fatto che solo la contaminazione profonda delle culture del Novecento è feconda, mentre la loro mera giustapposizione è sterile».Ci pensa D'Alema, al solito, a raggelare tutti. Per lui il Partito Democratico c'è già, ma si chiama Ulivo. E precisa, a scanso di equivoci:
«Restiamo dove siamo, nell'Internazionale socialista e il Partito democratico c'è già si chiama Ulivo; la priorità è la lista, se ne parlerà dopo le elezioni».Infine, la perla della settimana. Fassino si rende ridicolo con questo suo intervento "minestrone" sul Corriere della Sera. 2twins aveva già individuato il problema stamattina. Si vede che quando si è poco sicuri della propria cultura politica di riferimento si tende a voler acchiappare qualcosa da tutte le parti ma si finisce a lanciare abbracci all'aria.
«Rappresentare la socialdemocrazia europea come qualcosa di datato, statico, novecentesco è assai riduttivo». Infatti bisogna aggiungere che ha esaurito il suo compito: occorre passare, come ha fatto il New Labour, dal welfare state all'enabling state. Tutta un'altra cosa.
Un punto a suo favore Fassino lo segna quando elogia l'America, con ben più di un pizzico d'ipocrisia. «... E per questo la democrazia americana sta nel cuore della sinistra molto più di quanto non si riconosca...» Molto meno di quanto invece appare. Lasciamo perdere le citazioni dei presidente americani per non sparare sulla croce rossa. E' chiaro a tutti che Lincoln e Jefferson non c'entrano nulla con la socialdemocrazia (brrr), che però è lontana, come Fassino non può immaginare, persino da Wilson, Roosevelt e Kennedy, essendo invece ancora ben più vicina a Togliatti e Berlinguer.
E non si dice l'unica cosa che conta: farete o no a meno di allearvi e governare con la sinistra estrema e comunista? Noo? E allora sarete sempre quelli del passato.
P.S. Caro direttore, dove si sottoscrive il suo promemoria? Per fare un partito servono innanzitutto le tesi, mentre oggi ciascuno è ancora geloso delle sue vecchie tradizioni. Socialiste, liberali e cristiane (e c'è un motivo per non dire cattoliche), ma ha ragione Tonini quando scrive che dovrebbe essere un partito di donne e uomini che siano al tempo stesso socialisti, liberali, laici e credenti. Tutti connotati che, come ricorda Pannella, fanno sempre più parte della stessa realtà antropologica. Particolarmente opportuno è ricordare che per "governare la modernità" occorre farsi interpreti del "centro", inteso però come mercato elettorale costituito dai settori meno ideologici, più pragmatici e dinamici della società, e non come palude statalista e clientelare. Due chiarimenti: 1) Parlando di "comunità internazionale" come fonte di legittimazione dei mezzi per combattere tirannia e terrorismo non rischiamo di tornare a una concezione irenistica dell'Onu che si è dimostrata inadeguata? 2) Come una linea che non vincola sui temi etici può sposarsi con la necessità di averla però una linea?
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