Il sempre compassato Piero Ostellino oggi sul Corriere non ci ha visto più e ha tutta la nostra comprensione:
Sfogo 1: «Presidente Berlusconi, se mette naso e lingua anche nei silenzi di Celentano, non si deve poi lamentare se qualcuno le ricorda il suo conflitto di interessi e trasforma cantanti, comici e giornalisti di parte da lei improvvidamente censurati in martiri della libertà. Lasci perdere».
Sfogo 2: «Caro Prodi, se lei definisce uno «show di libertà» un varietà televisivo, corre il rischio - in un Paese in cui un mendicante non può chiedere l'elemosina se non è iscritto all'Ordine dei mendicanti (è un paradosso, ma lei e i lettori mi intendono) - di mostrare di non sapere che cosa significhi, su ciò che conta davvero nella vita di un Paese e dei suoi abitanti, la parola libertà».
Sfogo 3: «Ma, soprattutto, mettiamo Celentano in moratoria noi dei giornali... Il cazzeggio è, anche se inconsapevolmente, il complice di ogni forza politica che voglia ridurre, in maniera soft, quasi inavvertibile, gli spazi di partecipazione, di democrazia e, quindi, di libertà».
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