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Saturday, October 22, 2005

Quasi meglio De Michelis dello Sdi?

Il rischio "foto di famiglia" è molto alto per i radicali che si appropinquano a battezzare il nuovo soggetto con lo Sdi (e anche con Nuovo Psi?) a giudicare da come stanno andando le cose al congresso del Nuovo Psi. Giorni fa Capezzone aveva correttamente avvertito della necessità di «connotarsi molto su alcuni obiettivi di radicalità riformatrice blairiana e dare il senso del soggetto nuovo».

Tutto e il contrario di tutto si potrà dire di De Michelis e del Nuovo Psi. E la mia l'ho detta qui e ancora prima così: «Speriamo che restino con la CdL se no ci aspettano mesi di tira e molla sul patetico reducismo dell'unità socialista, ché poi il socialismo, lo sanno tutti, è muerto». Eppure. Eppure è proprio sui contenuti che un De Michelis dà più garanzie di un Intini:

«Sarebbe bello fare il terzo polo; ma con lo sbarramento all'8% al Senato, non si può. Boselli ci chiede di seguirlo nel centrosinistra. Merita fiducia. So già quel che diranno i miei: che è andato con tutti, con Segni, Dini, Pecoraro, Fassino. Ma Boselli ha dimostrato di voler fare sul serio, dicendo no alla lista dell'Ulivo. Ora tocca a noi. Andiamo verso sinistra, ma a testa alta. Saremo determinanti; di più; saremo i nuovi Bertinotti. Tutto il cancan sui transfughi non ha più senso. I calci in culo di Eco, i calci selettivi di Prodi: tutto finito. Non abbiamo bisogno di mendicare collegi. Dobbiamo prima cercare un massimo comune denominatore con Sdi e radicali: ad esempio, carriere separate per i magistrati; e poi un minimo comune denominatore con Prodi. Senza di noi non potranno governare; e quindi non potranno ritirarsi dall'Iraq, né abolire la legge Biagi e la riforma Moratti. Boselli non sarà d'accordo, ma la Bonino sì: siamo 2 a 1».
Gianni De Michelis ad Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera di ieri, prima sche scoppiasse la bagarre.

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