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Monday, October 10, 2005

Fukuyama conservatore ragionevole

L'istinto a conservare l'esistente, a valorizzare le forme funzionanti della tradizione che ci vengono dal passato, è ciò che mi aspetto di trovare in un conservatore ragionevole. Mi sembra l'approccio di Francis Fukuyama, nell'intervista di Gianni Riotta sul Corriere della Sera di oggi. Le sue capacità predittive hanno certamente subìto un duro colpo dopo le falle riscontrate nella sua teoria della «fine della storia».

Ora Fukuyama mette in guardia sui rischi di una ricerca senza limiti («non per motivi religiosi, ma per la necessità di tutelare la specie umana»), ma senza ricorrere, pare, a vecchi e nuovi proibizionismi.
«La ricerca sulle cellule staminali non va proibita, va regolata. E sa qual è il confine? La differenza tra terapia e cosmetica... Quindi ok curare i malati, no a migliorare la personalità dei sani».
Una premessa da cui può prendere avvio un confronto non ideologico tra conservatori e progressisti.

Per la sua contrarietà alla guerra contro Saddam si è trovato in netto dissenso con la stragrande maggioranza degli intellettuali neoconservatori. Come l'hanno presa? gli chiede Riotta.
«Alcuni bene, altri male, alcuni non mi saluteranno più. Ma ho ragione io: un conservatore liberale ha un acuto senso dei limiti del potere statale nel modificare la realtà. E consiglia sempre prudenza, cautela, rispetto. Io lo faccio adesso sulla ricerca genetica, ma quando si sono illusi di disseminare democrazia a piene mani all'estero sono i miei amici che hanno rotto con il paradigma conservatore, non certo io».
Pur non condividendo la sua idea negativa circa l'intervento in Iraq e la possibilità di "esportare" democrazia, non ci sentiamo di dargli torto quando rivendica alla sua posizione un «paradigma conservatore». E' proprio sulla fiducia nella possibilità di modificare la realtà che si basa l'ideale dell'interventismo democratico, ieri bandiera della sinistra, oggi neoconservatore. Vi è un «paradigma» indubbiamente progressista che rende così difficilmente definibili le tesi dei neocon. Il prefisso neo non dev'essere lì per caso.

4 comments:

Estropico said...

Fukuyama teme il superamento della condizione umana con mezzi tecnologici, come ha chiaramente espresso in un famoso articolo su Foreign Policy. La rivista aveva chiesto ad un gruppo di intellettuali di scegliere quella che secondo loro fosse l'idea piu' pericolosa idea al mondo. La scelta di Fukuyama e' stata il transumanesimo. Ecco l'articolo: Biotecnologie, la fine dell'Uomo http://www.estropico.com/id228.htm

Lo sviluppo tecnologico dei prossimi anni potrebbe in effetti portare alla nascita di Uomo-2, ma l'arrivo dei successori di Homo Sapiens non significa la perdita della nostra umanità. Se le tecnologie di incremento delle capacita' umane (incremento intellettuale, atletico, della longegita', etc) saranno lasciate al mercato e all'individuo, nel contesto di una societa' aperta, il mergersi dell'uomo e delle sue tecnologie potra' realizzarsi senza scenari alla 1984 o Mondo Nuovo.

Il dibattito suscitato dall'articolo di Fukuyama ha avuto un certo rilievo anche sulla stampa italiana - ecco una serie di articoli e risposte: http://www.estropico.com/id229.htm

Anonymous said...

fukuyama ha una particolare abilità a equivocare e ne ha dato prova in passato, come hai ricordato. secondo me anche in questo caso si dimostra all'altezza della fama. un po' scherzando ne ho parlato da me, coincidenza

Anonymous said...

Il primo commento dice: "Lo sviluppo tecnologico dei prossimi anni potrebbe in effetti portare alla nascita di Uomo-2, ma l'arrivo dei successori di Homo Sapiens non significa la perdita della nostra umanità. Se le tecnologie di incremento delle capacita' umane (incremento intellettuale, atletico, della longegita', etc) saranno lasciate al mercato e all'individuo, nel contesto di una societa' aperta, il mergersi dell'uomo e delle sue tecnologie potra' realizzarsi senza scenari alla 1984 o Mondo Nuovo."

Ma come? Se già con la "moda" siamo tutti uguali, chissà cosa accadrebbe con l'ingegneria genetica!
Ritengo che il confine tra terapia e cosmetica debba essere, come dice Fukuyama, sempre ben riconscibile ed individuabile...

Anonymous said...

Si, Fukuyama sembra distinguere - così dice - tra uso terapeutico e uso cosmentico, il che è senz'altro ragionevole e lo sottoscrivo, però poi usa toni che sono simili a tanti anatemi e previsioni catastrofiste che si sentono spesso dall'area teo-con, in particolare quando parla di "società senza fratelli, cugini, figli, ridotta a ospizio per anziani" e quant'altro. Insomma, i toni e gli argomenti mi sembrano un po' simili, e non mi convincono molto, anche perchè la società è destinata senz'altro a cambiare, e magari è vero che ci saranno meno "fratelli" o "cugini", ma perchè non pensare che si possa raggiungere un equilibrio, invece che dare per scontata un'apocalittica fine dell'umanità? Inoltre, il migliorare le condizioni di vita umane credo sarebbe al contrario un incentivo e non un deterrente per la natalità, così come la possibilità di curare geneticamente alcune malattie e impedirne la trasmissione da genitori a figli, per es. il referendum sulla PMA era pensato proprio in questa direzione...Non so quanto poi, nella sua posizione, conti effettivamente quella distinzione e quanto invece contino i toni, un po' sopra le righe con cui mette in guardia dai "pericoli del transumanesimo"...
Per quel che mi riguarda non sono sicura di poterlo definire conservatore "ragionevole".
Molto ragionevole, secondo me, è invece quest'articolo:
http://www.estropico.com/id213.htm
(e le pagine già citate dal primo commentatore)
Però, può darsi che il mio sia un giudizio troppo critico, vedremo...