L'errore del Foglio di oggi è a pagina due, dove si dice che la legge 40 «vieta ogni sperimentazione sull'embrione». Falso: la legge 40 non vieta la sperimentazione su linee cellulari staminali embrionali già esistenti. Dunque, anche gli scienziati italiani potranno avvalersi dei finanziamenti europei destinati a questo tipo di sperimentazione. L'importante è che si procurino all'estero le linee cellulari. Ciò chiaramente ha comunque degli effetti negativi sulla nostra ricerca, in quanto dei fondi vanno destinati all'acquisto di queste linee cellulari, che da noi non si possono estrarre dagli embrioni soprannumerari.
La mozione dell'Unione approvata di stretta misura al Senato (due soli voti di differenza) non ribalta affatto il non-esito del referendum, ma conferma proprio quanto stabilito dalla legge 40, anche se il Parlamento sarebbe nel pieno diritto di modificarla o cancellarla, visto che il referendum è nullo.
Il compromesso, davvero bizantino, conferma – per l'Italia e per l'Europa - la finanziabilità della ricerca su tutte le cellule staminali, adulte ed embrionali. Tuttavia, dicendo sì al «sostengo finanziario alle ricerche che non implicano la distruzione di embrioni», ma anche alla promozione «della ricerca avanzata tesa a verificare la possibilità di ricerca sugli embrioni sovrannumerari», il Parlamento dà mandato al ministro Mussi di negoziare - in seno al Consiglio europeo del 24 luglio a Bruxelles - una posizione simile a quella espressa dal Parlamento europeo e dalla Commissione, aperta al finanziamento della ricerca anche sugli embrioni soprannumerari altrimenti destinati alla spazzatura.
Ci sono embrioni non più vitali, perché hanno perso per sempre la capacità di svilupparsi, e, dunque, non più impiantabili per fini riproduttivi nell'utero materno, da cui si potrebbero estrarre cellule staminali embrionali senza urtare la sensibilità di alcuno.
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