Tentato suicidio politico di Fini. Tassisti «esasperati»? Ad essere esasperati sono piuttosto i cittadini-consumatori e se il centrodestra non è grado di comprenderlo, accontentandosi di coccolare questa o quella categoria, persino quando ricorre alla violenza, tutto per poche migliaia di privilegiati (versus milioni di utenti incazzati ma silenziosi), allora è destinato a lunghi anni all'opposizione. I tassisti hanno aggredito un ministro, Mussi. Un fatto gravissimo. L'annunciata marcia su Roma dei tassisti ha assunto i connotati di un vero e proprio attacco squadrista.
Il centrodestra, soprattutto An (con Storace, Alemanno, e persino Fini), si sta facendo prendere dalla tentazione di cavalcare la rivolta. Un clamoroso autogol, dopo aver sempre condannato la violenza di piazza contro gli atti di un governo legittimamente eletto.
Lo Stato, anche in questa occasione, si sta rivelando incapace di tutelare il diritto dei cittadini alla mobilità. Le "adunate" dei tassisti sono illegali. Se inoltri una richiesta per un "sit in" davanti Palazzo Chigi non te l'approvano. Ma se ci vai con la forza arrivi ad aggredire i ministri. Il nostro paese è fatto così. Le violenze che vengono generate in gruppo, dalla folla, nelle manifestazioni o durante eventi sportivi, rimangono sostanzialmente impunite. Aggredire qualcuno, anche un ministro, in gruppo è quasi un'attenuante, quando dovrebbe essere un'aggravante.
Per lo meno, sul piano politico, il Governo sembra intenzionato a tenere duro: «Se il governo si fa condizionare dalle pretese o dalle proteste di questa o quella categoria non può perseguire la sua missione», dichiara Prodi. «Se vogliamo un paese moderno, se più semplicemente vogliamo un paese normale, tutti - e dico davvero tutti - si assumano la responsabilità di fare passi in avanti per il rispetto dei diritti dei cittadini-consumatori». E la degenerazione violenta della protesta non fa che accrescere i consensi per l'operato del governo.
Il Riformista, per esempio, sembra aver capito la posta in gioco: «Più saranno sregolate, prepotenti, radicali e diffuse le proteste, meglio sarà per il governo e la maggioranza. A condizione, si capisce, che governo e maggioranza sappiano cogliere l'occasione d'oro che la ribellione dei tassisti offre loro su un piatto d'argento». Insomma, «se terrà fermo, se non chiuderà all'ultimo momento un accordo al ribasso che lasci tutto come prima». Non solo, ma «quando anche il governo dovesse cadere, cadendo sul fronte di una limpida battaglia politica - in cui sono chiarissimi ai cittadini vantaggi e svantaggi, interessi coinvolti, diritti e opportunità in gioco - la maggioranza potrebbe affrontare a testa alta una nuova campagna elettorale...». Prodi e Bersani «dicano no, pertanto, al ricatto della rivolta tassinara. E poi, sommessamente, grazie».
Un condivisibile appunto al Governo, che serva da pungolo per ulteriori liberalizzazioni, arriva dal solito, preciso Luca Ricolfi. Si è deciso di partire dalle categorie il cui «apporto elettorale è minimo». I notai sono 5 mila, i taxisti meno di 20 mila, le farmacie poco più di 15 mila. Complessivamente un elettore su 1000. «Possiamo indignarci per la natura corporativa delle loro proteste, come a suo tempo ci siamo indignati per quelle dei forestali calabresi, dei controllori di volo, degli autoferrotranvieri. Ma resta il fatto che ogni richiesta di sacrifici è tanto più debole quanto più è selettiva, ossia mirata a gruppi e categorie particolari».
Meritocrazia e concorrenza dovrebbero entrare anche nelle scuole, nelle università, negli ospedali, nel mercato del lavoro. E «paradossalmente il messaggio del governo sarebbe più digeribile se il rischio non fosse concentrato su alcune categorie-simbolo, ma investisse credibilmente un po' tutte le categorie di cittadini: i taxisti si sentirebbero meno capro espiatorio, e chi oggi è risparmiato dalla prima ondata non maramaldeggerebbe troppo, perché saprebbe che lo tsunami non è finito».
Liberalizzazioni a 360°, dunque. Chi certamente l'ha capito è Emma Bonino, che avverte: «Sulle liberalizzazioni il governo non si deve fermare ma procedere sul fronte dei servizi pubblici e le municipalizzate, e trovare il coraggio di togliere i privilegi ovunque si trovino...». Ovunque è ovunque.
Franco Debenedetti suggerisce di presentare il volto positivo e non punitivo delle liberalizzazioni. In realtà esse rappresentano «meno vincoli e più libertà», anche per le categorie interessate, «per fornitori e utenti». L'opinione pubblica riconoscerà i benefici delle liberalizzazioni? Solo se sarà chiaro che «un nuovo spazio di libertà» si è aperto per tutti.
«Non solo un maggior numero di taxi, ma più libertà ai taxisti di lavorare quando e quanto vogliono. Non solo medicinali nelle cooperative, ma libertà a tutti gli esercizi di investire spazio e risorse per vendere un nuovo prodotto. Non solo tariffe minori da notai e professionisti, ma libertà di concordare compensazioni diverse per le loro prestazioni... Libertà è anche poter sbattere la porta in faccia a chi non ti ha soddisfatto, senza dover pagare un prezzo per cercare una alternativa: non dev'essere così in Italia se, secondo lo studio delle Generali citato da Bersani, nonostante le nostre assicurazioni siano le più care d'Europa, si cambia compagnia ogni dodici anni, tre volte di meno che in Germania e quattro che in Gran Bretagna».Ma le liberalizzazioni, come si è detto, attendono anche «settori più delicati», come l'università, la scuola, la sanità, l'energia, e allora il Governo dovrà dimostrare di saper tenere duro non solo con i tassisti, ma anche con «le grandi centrali sindacali del pubblico impiego».
6 comments:
Forse nasco ieri, ma avrei una domanda: se queste manifestazioni sono illegali, perche' le forze dell'ordine non le reprimono, coi manganelli e i fumogeni?
Ma Mussi non è quello dell'apertura alle staminali in Europa? Beh, allora poco male, sarà l'ira di Dio che si è incarnata nei tassisti
Sarà mica il famoso "Dio tassista"?
Difficile da credere, ma è assolutamente vero: tra questi cialtroni uno che conosco mi ha detto che presto si comprerà una Porsche... NUOVA! Ha solo qualche remora perchè sennò la gente mormorerebbe...
Comprì?
Da Alemanno e Storace me lo aspettavo, in fondo ho sempre pensato che se il centrodestra non liberalizzava le resistenze venivano da lì, sempre destra sociale si chiama... Ma l'intervista di Tremonti sul Corriere e le dichiarazioni di Berlusconi mi fanno davvero rimpiangere di aver votato Forza Italia. Con Tremonti sono d'accordo solo con alcuni giudizi sul decreto Visco, ma la sua totale chiusura sulle liberalizzazioni, adducendo oltretutto le solite scuse (si doveva cominciare da...) grida vendetta.
opss, ciao Paolo
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