Pagine

Thursday, July 06, 2006

Not in my backyard. Stangatina pure sulla cioccolata

Juliette Binoche in Chocolat«Lamentarsi dell'abilità dell'avversario è da mezze calzette»

Che nei particolari si nasconda il demonio ce lo conferma un'attenta lettura del pacchetto Visco. All'art. 36 del decreto, "Recupero di base imponibile", comma 1, si trova scritto: «Nella Tabella A, Parte III, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernente i beni e servizi soggetti all'aliquota del 10 per cento, sono soppresse le voci di cui ai numeri 62), 64), 123-bis), 127-decies) e la voce numero 122) è sostituita dalla seguente...»

Ebbene, la stangatina di Visco si abbatte anche su beni di consumo di prima necessità. Abbiamo scoperto che al numero 64) ci sono «cioccolato ed altre preparazioni alimentari contenenti cacao in confezioni non di pregio, quali carta, cartone, plastica, banda stagnata, alluminio o vetro comune» e al 62) ci sono «prodotti a base di zucchero non contenenti cacao (caramelle, boli di gomma, pastigliaggi, torrone e simili) in confezione non di pregio, quali carta, cartone, plastica, banda stagnata, alluminio o vetro comune».

Insomma, su cioccolata e caramelle l'Iva passa dal 10 al 20%. Un governo che ruba le caramelle ai bambini! Ci saremmo aspettati di vedere Berlusconi imprecare contro "l'Italia che odia" e invece è davvero strano come non si siano alzate, su questo punto, voci indignate dal centrodestra, i cui leader preferiscono arrampicarsi sugli specchi cercando di mettere in cattiva luce le liberalizzazioni. Non c'è nulla di più sbagliato che negare, o addirittura capovolgere, il valore delle liberalizzazioni decise da Bersani, parziali e incomplete quanto si vuole, ma pur sempre liberalizzazioni, di cui la misura sui Taxi costituisce la punta dell'iceberg e certo la meno incisiva, visto che la materia riguarda soprattutto i comuni.

«Più che un decreto di liberalizzazioni, è il via all'oppressione fiscale e burocratica», ha denunciato Berlusconi. Ma oltre è andato Tremonti, parlando di «liberalizzazioni costruite come coercizioni», lamentandosi per il «blitz» di Bersani, perché il blitz, ha sostenuto, «è l'opposto della concertazione». Ma come, invece di pretendere, come sarebbe giusto, che ora il governo faccia altri «blitz», che non sia ostaggio delle altre e più forti categorie, Tremonti denuncia il reato di lesa concertazione e ne chiede l'applicazione anche per le categorie minori? Lasciamo da parte, poi, le sprezzanti battute che Tremonti, da sempre, riserva agli odiati «mercatisti», che dovrebbero far infuriare per primo l'ex ministro Martino.

Non sarebbe molto più facile, ragionevole e comprensibile dire cosa va e cosa non va nel decreto? E non sarebbe più saggio non "rosicare", quando si avverte che gran parte dei propri elettori sa benissimo che nel pacchetto Bersani c'è qualcosa, poco o tanto non ha importanza, ma qualcosa che si aspettavano facesse Berlusconi? Non sarebbe più opportuno rilanciare, sfidare il governo a fare di più? Quello di buono e liberale che c'è, va riconosciuto. Per prima cosa perché è ingenuo pensare che gli elettori, soprattutto se pensiamo a quelli di centrodestra, non abbiano capito il segno delle pur parziali liberalizzazioni di Bersani.

Purtroppo invece, attraverso le loro dichiarazioni, i leader della CdL stanno saldando intorno a loro un fronte socialmente e politicamente immobilista e conservatore. Il partito del «not in my backyard», l'ha definito Capezzone. Il ministro Bersani si è impegnato a preparare altre liberalizzazioni che riguarderanno settori più complessi, con tutt'altri interessi in gioco: energia, telecomunicazioni, servizi pubblici locali. E' su questo che va aspettato al varco.

E' esattamente ciò che ha voluto dire a Libero anche Oscar Giannino. E' vero, quelli di Bersani sono «12 punti di maggior concorrenza che toccano innanzitutto lobbies e interessi che la sinistra considera ostili e lontani da sé, i tassisti, i professionisti, i farmacisti, i commercianti. Ma ciò non toglie che appartiene alla fisiologia dei sistemi politici, che ogni coalizione tocchi innanzitutto gli interessi che avverte come a sé più lontani. E se il centrodestra si è calato le mutande, quando ha messo al centro dell'agenda l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, la colpa è solo sua e il merito invece della sinistra e del sindacato che l'hanno voluto, potuto e saputo battere. In politica non si regala nulla, e lamentarsi dell'abilità dell'avversario è da mezze calzette. Meglio avere una sinistra che liberalizza le lobbies più moderate e una destra che liberalizza quelle più progressiste del sindacato e del pubblico impiego, che non avere niente e brindare all’immobilismo. Io, almeno, la penso così».

Come i leader della CdL, così anche la Moratti non sembra avere alcuna intenzione di essere la «nostra Thatcher», come vorrebbe Alberto Mingardi: «Tiri fuori i muscoli... e mille nuove licenze», è l'accorato appello destinato a rimanere inascoltato.

Piuttosto, una volta dato a Bersani ciò che è di Bersani, il centrodestra dovrebbe essere in grado di spostare l'attenzione sul pacchetto Visco, che contiene più di una misura discutibile, ma aprendo un altro e ben più preoccupante capitolo. «Ogni banca o intermediario finanziario dovrà rendicontare elettronicamente all'Anagrafe tributaria ogni nostro minimo movimento di denari, tutto tranne i bollettini postali inferiori ai 1.500 euro. E' il Grande Fratello orwelliano che precede la patrimoniale secca, il sogno da sempre dell'egualitarismo comunista», denuncia Giannino.

Il nostro blogger economista di riferimento, Phastidio, ha già analizzato le pieghe del pacchetto fiscale, concentrandosi anch'egli sulla creazione di «un'anagrafe centralizzata dei rapporti bancari», che permette allo Stato «di identificare al centesimo le consistenze delle attività finanziarie dei contribuenti (azioni, obbligazioni, fondi, titoli di stato)». A quel punto, dice Phastidio, «sarebbe possibile «introdurre una maggiorazione della cedolare secca su interessi e dividendi (ad esempio, dal 12.5 al 20 per cento)...» o «imporre l'inserimento nella dichiarazione dei redditi dei proventi finanziari da azioni, obbligazioni e titoli di stato, che sarebbero quindi tassati ad aliquota marginale Irpef, come già accade in altri paesi europei».

Di fatto, spiega, sarebbe l'introduzione della «nominatività delle attività finanziarie, come non riuscì nemmeno ai governi di centrosinistra di inizio anni Sessanta». Che poi, ne siamo certi, i grandi capitali e le grandi speculazioni non avranno problemi a spostarsi all'estero o a comprare il "silenzio" delle banche, e saranno i piccoli e medi risparmiatori a vedersi decurtare i conti correnti. A Phastidio questa «evaporazione dei loopholes che consentono di sottrarre imponibile al fisco» ricorda «l'impostazione filosofica alla base della flat-tax». Ma senza flat-tax, cioè l'aliquota unica, aggiungiamo noi.

Riguardo la maggiorazione dell'Iva sulla cioccolata, nel nostro piccolo proveremo a lavorare sul presidente della Commissione Attività produttive della Camera. Chissà che non sia la lobby dei ghiottoni la più temibile...

20 comments:

Anonymous said...

Il cioccolato e le caramelle dovrebbero avere l'IVA al 1000% (mille). Forse i bambini e gli adulti ne consumerebbero poche e avrebbero meno problemi di salute. Portarla dal 10 al 20% non cambia nulla, ma proprio nulla nè per chi è ghiotto nè per chi è intollerante al cioccolato come me.

JimMomo said...

Mioddio, ma tu fai parte dell'Italia che odia!

:-)))

Robinik said...

Ma Cantor del primo commento è cantor.cannocchiale?

Anonymous said...

Visco è incredibile, ogni volta che lo vedo mi ricordo perchè ho votato Forza Italia. Il rischio schedatura è serissimo, stiamoci attenti.

Ciao Paolo :)

Anonymous said...

tanto la cioccolata con questo caldo chi se la mangia :|
mi sarei spaventato se avessero alzato le tasse sui ghiaccioli

Anonymous said...

Jim, citi le liberalizzazioni (per me fasulle) di Bersani e chiedi di valutare nel concreto quali sono buone e quali no.
Bè, ci vorrei provare.
1) taxi: non sono liberalizzazioni. Danno sltanto più potere discrezionale ai Comuni, che "possono" aumentarle a chi ne possiede già. Nessun nuovo tassista in proprio, insomma, e nessuna apertura del mercato. Cioè nessuna liberalizzazione.
2) farmaci: solo un farmacista può vendere quel 10% di farmaci da banco senza ricetta, nelle grandi strutture di vendita (cioè nei supermercati). Anche qui, non si apre affatto il mercato, e l'unico risultato positivo è che ci saranno mini Farmacie anche nei supermarket.
3) banche: soluzione pressochè inutile, visto che le variazioni delle condizioni dei c/c vengono già comunicate dalla stragrande maggioranza delle Banche. E poi il legare automaticamente i tassi alla BCE non è una decisione liberale, ma dirigista.
4) panifici: bene. E' l'unica vera liberalizzazione. Ma in un settore mooolto marginale e francamente senza grandi privilegi.

JimMomo said...

Scusa, avendone tralasciate 8 su 12, ed espresso critiche su 3 delle 4 che hai riportato, deduco che ne dai per "buone" 9, il 75%. Non male, direi.

Chris said...

Devo darne atto. Il tuo post Jim Momo è condivisibile in molti aspetti, ma non in tutti. Soprattuto ciò che mi stupisce e che le mie idee vadano sempre più di pari passo con quello che scrive Oscar Giannino, che praticamente su qualsiasi cosa , riguardo l'economia, traduce il mio pensiero in scritto. E' indiscutibile come per forza di cosa le liberalizzazioni siano un pò uno specchietto per le allodole (come ho già scritto anch'io) e colpiscano per forza di cose le parti che notoriamente con la sinistra non hanno mai avuto a che fare. Adesso vanno aspettati al varco in autunno con la finanziaria:cuneo fiscale e liberalizzazioni più ampie che colpiscano i monopoli. vedremo se lo sapranno fare ed avranno il coraggio di farlo fino in fondo. Se lo faranno appaludirò, come ho applaudito per l'inzio di provvedimenti (all'acqua di rose) fatti da Bersani in questa prima tornata di norme. che invece sono servite a nascondere ben altro. Una manovra esigua, solo 1,5 miliardi di euro lascia trasparire che non siamo tornati al '92 come voleva farci intendere TPS e per secondo, gli intrugli di visco a livello bancario e sul giro di vite sull'edilizia, sono il peggio del peggio. Classici di una visione statalista ancorata all'egualitarismo più becero. Lo sai tanto come la penso, la sinistra in autunno farà qualcosina in più, ma non riuscirà secondo il mio modesto parere ad andare fino in fondo, causa la sua ideologia che alla fine non è cambiata. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Marco said...

capezzone! presidente! la invoco implorante, mi salvi almeno il fondente!

che poi visco sia visco e da visco si comporti, beh, cosa potevamo mai aspettarci? inaspettato invece è giunto bersani e plaudo.
però un dubbio mi viene: se c'è chi ha pagato quelle licenze fior di quattrini anche solo poche settimane fa non era forse più corretto disporre che l'ente che le ha rilasciate se le ricomprasse prima di renderle, giustamente, cartaccia?

Anonymous said...

la domanda di cioccolata è inelastica! :p

Anonymous said...

La cioccolata fa malissimo, lo fanno per noi, ci volete tutti ciccia e brufoli? Un popolo sano è segno di civiltà

JimMomo said...

Forma, il tuo commento non va bene, sa di "sana laicità" ;;-))

Anonymous said...

Troppo ideologico, eh?

Anonymous said...

Si, mi hai convinto, sa di "Etica di Stato". E allora liberalizziamo pure i brufoli, però si sappia che siamo sul brutto crinale

Marco said...

falso ideologico!
il fondente fa bene anzi benissimo! è quella schifezza del cioccolato al latte che sa di economia sociale di mercato che ammorba il fegato!
il fondente è liberale e libertario!

Mauriziosat said...

ti ho lincato nell'ultimo mio articolo della rubrica TRUFFATORI AL GOVERNO .

Dovro' ora andarmi a spulciare oltre che il DL di Bersani , anche quello di Visco.

Per quanto riguarda le liberalizzazioni , non sono daccordo con te.

Mi piacerebbe che dessi un'occhiata a questi 3 miei articoli articoli.
Non sono certo esaustivi ma rendono bene l'idea della TRUFFA che sta dietro alle finte lib.
TAXI
http://mauriziosat.blogspot.com/2006/07/truffatori-al-governo.html
FARMACIE
http://mauriziosat.blogspot.com/2006/07/truffatori-al-governo-2.html
COMMERCIO
http://mauriziosat.blogspot.com/2006/07/truffatori-al-governo-3.html

Anonymous said...

Per carità, le tasse sui ghiaccioli, non ditelo neanche per scherzo. Altrimenti metteranno quelle e pure quelle sull'afa.

E le tasse sui tasti 4,5 e 6 del telecomando?

E le tasse sulle onde elettromagnetiche a cui siamo esposti? Pensate che non le metteranno?

In sostanza sono tutte tasse sui polli.

Per quanto riguarda il cdx, ma il csx ha recuperato subito, l'unica cosa ignobile è stata l'aumento costante del prezzo delle sigarette.
E la frase 'è tutta salute' non salva nessuno, visto che parliamo di dipendenza.

Ottavio said...

Scusate, si parla tanto di liberalizzazione e di iva sulla cioccolata, fare due parole a proposito dell'intervento sui beni immobili no?
Mi è sembrato di intravedere "due righe" sull'argomento sul sole 24 ore.

Qualcuno ne sa qualcosa? Da quello che ho capito è un intervento di portata diverse volte più grande della parte sulle liberalizzazioni.

Altro che interventi a costi zero, i costi ci sono purtroppo, non per lo Stato, per parte degli italiani.
Sono tasse, e nemmeno poche.
E qui si parla della cioccolata...

Scusate il tono polemico, ma parlare tanto di quanto fanno bene le "liberalizzazioni" ed escludere di dire quanto faccia male la parte fiscale del decreto non credo sia, come dire, "elegante".
Credo sia una vigliaccata bella e buona mettere assieme una parte che veramente liberalizza ad un'altra che è fiscalmente vessativa e illiberale in maniera molto più ampia.

Per i 1500 euro, da quello che ne ho capito l'idea è appunto quella di piazzare una bella "patrimoniale" al prossimo giro di "liberalizzazioni"...
Si raccolgono i dati, si fanno due conti e si modula la tassa.
A proposito, e se i miei "1500 euro" li portassi in una banca non italiana che succederebbe?

La notizia della tassa sulla cioccolata e altri dolciumi mi è nuova e questo non mi stupisce.
Quello che mi stupisce è la simpatica ironia con cui viene trattata. E' una tassa, no? E qui tutti che ne ridono su perchè tanto è la classica tassa «not in my backyard».
Supramonte, la domanda della cioccolata è inelastica, cioè non cambia se il suo prezzo aumenta, quindi va bene tassarla? Sai quante cose ci sono con domanda inelastica? (colgo l'occasione per salutarti)

Un passo avanti e due indietro? Uno indietro e due avanti? Un passo a lato? Al momento non posso quantificarlo, però farne due parole seriamente e per esteso non sarebbe un'eresia...

Anonymous said...

salve, iosono un piccolo artigiano che produce dolci e cioccolato.
la piccola variazione, mi ha praticamente sottratto quanto pago di asilo per mio figlio in un anno, quindi pensiamo prima di dire sciocchezze (mi riferisco ai commenti banalotti.
fabio

Anonymous said...

Fabio (ammesso che tu esista davvero), l'IVA è una tassa che ricade interamente sul consumatore.
Quindi tu ci perderesti solo se la tassa causasse una significativa riduzione delle vendite. Ed è un po' presto per dirlo (se poi, come sostiene Ottavio, la domanda di cioccolato è effettivamente inelastica, tu non perdi proprio nulla).