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Tuesday, July 04, 2006

Opposizione di governo o richiamo del branco?

«Tifare Bersani», è il titolo di ben due editoriali su Il Foglio di oggi. «Espressione paradossale ma non tanto per una opposizione di governo, seria, concreta, non ondeggiante e subalterna, vuol dire battersi perché la politica riprenda senso...». Semmai «rilanciando, indicando i nuovi settori da liberalizzare in fretta, evitando il rischio di azioni simboliche incapaci di reggere l'urto della protesta sociale in nome degli interessi colpiti, e di districarsi nella formidabile azione reticolare della politica italiana...»

E d'altra parte, non era un'opposizione «di governo, seria, concreta» quella che Berlusconi e i suoi alleati quando erano al governo chiedevano, con ottime ragioni, alla sinistra? Non rischia il centrodestra, con le reazioni scomposte di questi giorni, di ficcarsi da solo nello stesso angolo di irrilevanza politica in cui molta parte della sinistra è finita nella scorsa legislatura?

Qui il primo («Certo che c'è malizia nel decreto, ma chi ci prova va premiato, sempre») e il secondo («senza illusioni»). Mi pare che questo uno-due (ma si veda anche l'articolo di Davide Giacalone), insieme ai post di Phastidio e Ispirati su TocqueVille.it, chiuda gioco-partita-incontro con quanti, attratti dal richiamo del branco, preferiscono negare il condivisibile e l'utile che c'è nel pacchetto Bersani e, anzi, attaccare il "nemico" per partito preso, fino a diventare nemici delle liberalizzazioni, per puro spirito di schieramento. Un atteggiamento impolitico e velleitario che porta dritti nelle riserve...

P.S. Splendido post di No Way che chiude così la questione TocqueVille.it:
Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. La tendenza esisteva da tempo e trovava sfogo nelle ricorrenti polemiche sui "confini" di Tocqueville, ma dopo che molti (e tra i migliori) blogger cittadini hanno espresso il loro apprezzamento per le liberalizzazioni del decreto Bersani c'è stato chi ha dato dei pecoroni a tutti sostenendo che il compito dei blog iscritti a TV consisterebbe nell'appoggiare incondizionatamente le scelte (o le non scelte) del centrodestra e nel criticare sempre e comunque i provvedimenti del governo Prodi. Non ci siamo. Non ci siamo per niente. No way. Ho visto troppe persone intelligenti ridursi ad agire esclusivamente in base al riflesso condizionato antiberlusconiano per augurarmi che altre persone intelligenti facciano la stessa fine per colpa del riflesso condizionato antiprodiano. C'è chi lo ha scritto chiaramente:
«TocqueVille dovrebbe essere il luogo in cui un blogger che non vuole sentire solo la campana martellante della propaganda mediatica e ideologica della sinistra viene per trovare riflessioni e analisi di fatti recenti, di fenomeni economici, di fatti storici, di pensieri politici, liberali e conservatrici, non la pagina in cui si entra per leggere che Prodi non ne fa mai una giusta e che Bondi finalmente gliele ha cantate».
TV (e questo blog) sono nati come strumento di resistenza all'informazione a senso unico offerta dalla grandissima maggioranza dei media italiani, sono nati dunque contro la propaganda. Basterebbe questo per capire che non possono e non devono diventare i ripetitori passivi degli slogan del centrodestra.

7 comments:

Anonymous said...

Mi sembrano davvero esagerate alcune reazioni che ho letto su TV ed altrove a destra.
Sicuramente non sarà la panacea per tutti i mali, ma di certo come inizio, non si poteva sperare di meglio.
Bisogna imparare a mettere da parte la faziosità e ad apprezzare la bonta di una manovra a prescindere dai soggettti che l'hanno proposta.

Anonymous said...

So che non mi leggi, però io ti seguo con spirito critico e - visto che una volta tanto siamo d'accordo - ti segnalo i miei due post in materia.
http://www.neoconitaliani.it/2006/07/03/colpire-tutte-le-corporazioni/

http://www.neoconitaliani.it/2006/07/01/il-mondo-alla-rovescia/

Saluti.

JimMomo said...

Grazie.

E non essere troppo sicuro che non ti leggo...
;-)

Anonymous said...

non si può essere in disaccrdo con questo post.. senon si sostengono queste come si può sostenere quelle necessarie future!?

Anonymous said...

Ieri sera ho letto il testo del decreto. Quella sui taxi non è, propriamente, una liberalizzazione.

Fossi un parlamentare, quel decreto lo voterei. Ma per altri motivi: misure sui notai, sugli avvocati, sui farmaci da banco, sui panificatori.

Il resto è dirigismo o marchingegno simil-liberalizzante (vedi, appunto, i taxi), presentati ad arte come "liberalizzazioni" dalla stampa. Segnalo questo: http://www.magna-carta.it/uovodigiornata.asp

Anonymous said...

Antonio Martino, oggi, sul decreto Bersani: "quella del centrosinistra assomiglia tanto a un'operazione di cosmesi".

Avrà letto pure lui il testo. :))

Ottavio said...

Diciamo che ci si aspettava di peggio.
Qualcosa di buono è arrivato, poco, malizioso, semi-liberale, ma è pur sempre un inizio.
Credo sia inutile stracciarsi le vesti ora, stiamo a vedere cosa succede e se le "liberalizzazioni" continueranno anche in altri campi e con decisione allora tanto di cappello.