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Friday, July 07, 2006

Tutti sotto inchiesta per aver svolto il proprio lavoro

Occhio, Rocca non si tocca! Non so se Christian abbia voluto in qualche modo mettere le mani avanti, comunque il suo non è un articolo banale, solo di colore, come potrebbe apparire. E', invece, molto prezioso ed emblematico.

Tutta la vicenda che riguarda i vertici del Sismi va letta nell'ottica di un enorme vuoto di potere. La grande assente è la politica. I Governi, quello di oggi e il precedente, se ne lavano le mani. Ma il punto, forse, è che non se le sono mai volute sporcare. Insomma, ho l'impressione che non ci sia politica, quella alta, a guidare occhi e mani dei servizi segreti, ma il politichese di pasticcioni e incompetenti. E vili, aggiunge Cossiga.

La situazione è così ingarbugliata, il tipico, italico, ingorgo a uncino, che ormai anche chi ci è dentro pare che abbia completamente perso il bandolo della matassa. Da fuori, poi, non ci si capisce nulla.

I punti fermi sono pochi. Il capo del controspionaggio del Sismi, Marco Mancini, è stato arrestato su ordine della procura di Milano che indaga sul «rapimento» in Italia del cittadino egiziano Abu Omar ad opera di agenti della Cia. Il generale Gustavo Pignero è finito agli arresti domiciliari. La procura ha chiesto anche l'arresto di quattro cittadini statunitensi, tra i quali Jeff Castelli, ex capo della stazione Cia a Roma. Farina, e un altro giornalista di Libero, sono accusati di essere sul libro paga del Sismi come disinformatori e depistatori.

La procura conduce una battaglia ideologica. Contro il precedente Governo, contro i rapporti Italia-Usa, e contro chiunque cerchi di dimostrare l'inconsistenza dell'impianto accusatorio: il Sismi che ha collaborato al «rapimento» dell'imam Abu Omar. Insomma, l'unico caso al mondo in cui la magistratura fa politica estera. Anche perché la politica la lascia fare. E finisce che gli americani, come al solito, s'incazzano.

Al Governo, intanto, Amato e Minniti pensano di approfittarne per fare la riforma dei servizi segreti. Ce n'è bisogno? Forse sì, forse no, non è dato sapere. A me sembra che la domanda da porre sia ancora più radicale. Cioè, il punto non è se fare la riforma dei servizi o no, ma se l'Italia vuole avere dei servizi segreti o no. Non si tratta della solita esagerazione. L'inchiesta della procura di Milano ha del paradossale. Gli agenti segreti sarebbero accusati, leggo sul Corriere, di «dossieraggio» e «spionaggio abusivo». Cioè, in poche parole, né più né meno di fare il loro lavoro? Ma quale sarebbero le attività del Sismi se non proprio quelle di compilare dossier e "spiare"? Se a fare dello spionaggio è un servizio segreto, un'agenzia dello Stato adibita proprio a questa funzione, come può essere etichettato come «abusivo»?

Inchieste giornalistiche e giudiziarie accusano i servizi segreti e il governo di aver autorizzato i famigerati voli Cia, di sapere della cattura dell'imam Omar, o addirittura di avervi collaborato. Viene fuori che i vertici del Sismi hanno raccolto «fascicoli personali intestati a giornalisti e soprattutto a magistrati considerati "nemici"». Detta così suona male, ma pensiamo per un attimo che quelle accuse siano false. Non è forse normale annotare da parte di "chi", "come", e "di cosa" si viene accusati, e cercare di far passare il proprio punto di vista sulla stampa? Certo, i servizi segreti non danno conferenze stampa, ma possono far sapere la loro contattando in via del tutto lecita i giornalisti disposti ad ascoltarli.

Il famigerato «dossier contro Prodi che l'agente Pompa avrebbe inviato ai due giornalisti di Libero ora indagati» potebbe semplicemente contenere una notizia. Esiste o no questa agenda siglata ad Atene tra agenti del Dipartimento di Stato americano e della Commissione europea, che al paragrafo 4.1 dice: «Entrambe le parti si sono trovate d'accordo sul miglioramento della cooperazione, ovvero l'uso dei mezzi di transito europei per agevolare il ritorno di criminali o stranieri inammissibili, ... il miglioramento della cooperazione nel settore degli allontanamenti»? Nel testo in inglese viene usata la parola removals, sinonimo di rendition.

Insomma, tutto il caso potrebbe sgonfiarsi con la scoperta che tutti, in questa vicenda, stavano semplicemente facendo il proprio lavoro. Quelli del Sismi cercando di tutelare la segretezza del loro lavoro e di difendersi dagli attacchi; i giornalisti cercando di avere informazioni dalle loro fonti, agenti o pm non fa differenza (e il confine tra l'"usare" e l'"essere usati" è molto labile: vale per Farina, ma anche per D'Avanzo); e i pm a dare la caccia ai rapitori del barbuto. In tutto questo, forse, anche i governi avrebbero dovuto fare la loro parte, ma non l'hanno fatta, rifiutando di prendersi la responsabilità politica dell'operato dei servizi, o, in alternativa, sconfessando e sostituendo i loro vertici.

13 comments:

Anonymous said...

Dice bene Sergio Romano: la solita cagnara all'italiana contro lo Stato occulto.

E dice benissimo, ancora Romano: finirà tutto. Perché non c'è logica e non c'è necessità.

E dice alla grande, ancora lui, Sergio Romano: la responsabilità della sinistra radicale, dei suoi "figli" ideologici della magistratura e di certa stampa.

Ci perderà soltanto l'istituzione Sismi dinanzi agli occhi dell'italiano medio. Questi non avrà capito nulla della faccenda. Ma rimarrà con uno sgradevole senso di diffidenza verso una delle istituzioni fondamentali e più efficienti del suo Paese.

L'operazione "serietà al governo" continua. Battiamo le mani.

Anonymous said...

"Viene fuori che i vertici del Sismi hanno raccolto «fascicoli personali intestati a giornalisti e soprattutto a magistrati considerati "nemici"». Detta così suona male, ma pensiamo per un attimo che quelle accuse siano false. Non è forse normale annotare da parte di "chi", "come", e "di cosa" si viene accusati, e cercare di far passare il proprio punto di vista sulla stampa?"

Certo.
Ma non è normale farlo utilizzando strumenti e apparati che lo Stato ti mette a servizio. I servizi segreti spiano, chiaro. Ma perché lo fanno e per chi? Lo fanno per tutelare la sicurezza nazionale e per conto del popolo sovrano o per tutelare il proprio interesse di corpo e clandestinamente in combutta con un governo straniero?
È da equivoci come questi che si formano i corpi estranei, che lo Stato si sfalda in bande in guerra tra loro a spese nostre.

Chris said...

Sembra una barzeletta. Ma purtroppo non lo è...

Anonymous said...

In un paese normale si dovrebbe prenderebbe atto che se un pericoloso criminale legato ad Al Queda può girare liberamente per le nostre città e se dobbiamo arrestare la persone valorose che ce l'hanno tolto dalle palle
allora qualcosa non funziona, vanno immediatemente cambiate le norme e cominciare a ringraziare doverosamente chi si dà da fare tutti i giorni per salvarci il culo.

Anonymous said...

In tutta questa vicenda emerge un elemento davvero molto preoccupante: da anni ormai esiste una lotta silenziosa ma pericolosissima tra organi diversi dello stato. Per essere più precisi è la battaglia personale di un organo (o potere) contro tutti gli altri e su questo credo sia necessaria una seria riflessione di metodo e merito.

Anonymous said...

Immagino che tu ti riferisca alla magistratura, galileo, e in particolare alla Procura di Milano.
Forse hai ragione. E in effetti è preoccupante. È preoccupante che una sola procura debba lottare contro gli altri poteri dello Stato per chiarire che questi utilizzano le loro prerogative eccezionali per scopi privati, anticostituzionali e antidemocratici.
C'è davvero bisogno di una riflessione

Anonymous said...

Sulle metodologie di indagine della procura di Milano ne possiamo discutere quanto vuoi: il discorso però parte dal 1990. La questione è molto seria.

Anonymous said...

Insomma, Mancini e Pignero non solo hanno omesso di impedire il rapimento ma avrebbero «direttamente e attivamente contribuito a disporre gli accertamenti finalizzati alla sua consumazione». E il fatto, conclude il giudice, è grave assai. «Il sequestro di Abu Omar, oltre a configurare una grave violazione delle norme, anche di rango costituzionale...costituisce una palese violazione dello stesso principio di sovranità dello Stato; con il sequestro, infatti, si è consentito ad un servizio straniero di catturare un sospettato in aperta violazione delle norme previste dalle convenzioni internazionali». E per di più gli indagati «per il loro elevato grado funzionale e per la indubbia conoscenza delle operazioni gestite dai servizi segreti, e in particolare dalla Cia, non potevano non tenere conto della sorte del sequestrato, successivamente sottoposto a tortura».


Tutto qui ? Non si capisce perchè due bravi servitori dello Stato debbano essere in galera.

Alexis said...

Dai tempi di Sigonella è apparso chiaro che il cuoricino comunista, rif. ex post non importa, in genere così refrattario ad esaltazioni patriottiche, fibrilla di spirito nazionale quando può denuciare minaccie vere o presunte alla sovranità statuale, ordite dall'"imperialismo amerikano": della vera natura dell'iniziativa giudiziaria, in sè legittima, purtroppo, stante l'assurdo ordinamento italiano, di questo formidabile centro di potere ormai extraterritoriale (vedasi caso Forleo e oltre), sono rivelatori oltre la foga e lo zelo impiegati, degni di miglir causa, soprattutto i toni indignati e scandalizzati che trasudano dall'ordinanza in questione, trionfalmente esibiti dall'anonimo qui sopra e tristemente ripresi da pletore di politici vili e indecorosi.E dire che operazioni simili sono state condotte in Germania, in Svezia, nel Regno Unito,ed eventuali inchieste giudiziarie sono state giustamente timide e inconcludenti...pensiamo ai danni inferti alle relazioni e alla credibilità del sismi...che vergogna, verrebbe voglia di adottare i loro slogan: "in quale paese..."; "not in my name"

Anonymous said...

Sono rimasta particolarmente perplessa, cercando di farmi un'opinione su questa ingarbugliata vicenda, quando ho visto comparire sulle pagine del Corriere della Sera addirittura le intercettazioni, stavolta non tra Falchi e Ricucci che si giuravano eterno amore o tra Moggi e Bergamo che giocavano a palline, ma tra alcuni dei più alti funzionari dei nostri servizi segreti. Persiste quindi, e si rafforza, l'impressinoe che stiamo decisamente facendoci del male gratuitamente; che nel giudicare sommariamente, come l'opinione pubblica ultimamente sempre fa sulla scorta di certe frenesie giornalistiche, non si sia tenuto conto di quello che tu ottimamente sottolinei: che tutti costoro, e soprattutto quelli che oggi si trovano sotto accusa o addirittura in galera, stavano semplicemente facendo il loro mestiere, e che lo stavano facendo a beneficio del nostro paese.
CJ

Anonymous said...

Dovremmo forse avere dei servizi segreti che non siano succursali di Langley. Dovremmo avere, forse, giornali meno faziosi di Libero e giornalisti che non fanno disinformazione pura come il sopravvalutato e bilioso Renato Farina.

Ma, si sa, io sono un comunistaccio anti-americano, demodè rispetto a tutti questi liberali à la page che vedono pericolosi criminali di al-qaida in giro indisturbati per le nostre città (che infatti ormai sembrano tanti suq pieni di bombaroli e donne vestite in burqa disegnati da armani, non è vero signori liberali???)

Quanta ipocrisia, quanto poca onestà intellettuale nelle vostre parole!!!

Come dice Battiato: "in quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore (o del terrore, aggiungo io)

Rabbi' said...

guarda che non serve trasformare le citta' in suq per essere pericolosi. Ad organizzare l'attentato di Madrid erano in 12. A Londra in 7. Non e' che sei comunista e antiamericano, e' che manchi di senso logico. Se il nostro paese ritiene che qualsiasi attivita' di prevenzione antiterroristica possa svolgersi senza infrangere le leggi (anche costituzionali, chiaro), non ha bisogno di nessun servizio segreto. Basta una sezione della polizia di stato. Altrimenti la prossima volta che la Sgrena viene sequestrata, ci mandiamo Diliberto a pagare il riscatto e trattare coi rapitori.

Rabbi' said...

e come direbbe materazzi: ipocrita e disonesta sara' tua sorella