E come Intini divenne viceministro...
Come l'ha raccontata lui, io non so raccontarla, quindi andatevela a leggere da lui. Però riporto questo passaggio dall'ultima conversazione settimanale di Pannella a Radio Radicale, in cui m'è parso di intuire come andarono quelle cose che di certo non aiutarono Emma ad andare alla Difesa.
«Io l'unica cosa che so è che a noi, il viceministero di Ugo Intini, [Prodi] non l'ha proposto – l'ha disposto, perché noi non l'avevamo chiesto, noi volevamo invece per la Bonino la Difesa – noi, Rosa nel Pugno. A un certo punto, invece, hanno ritenuto che avremmo accettato Emma a questi ministeri, sui quali ancora si sta spacchettando, eccetera, e poi un viceministero. Con grande preveggenza, insomma, così finalmente abbiamo un momento di dibattito vero tra le posizioni di Ugo Intini e le posizioni nostre».
Insomma, mentre la proposta della Rosa nel Pugno era Emma Bonino alla Difesa, accanto alla delegazione ufficiale doveva esservene un'altra silenziosa, e parziale, per la quale era più importante Intini viceministro degli Esteri.
Un blogger embedded, ieri sera, ci ha spedito in anteprima il testo di quallo che sarebbe divenuta una sorta di Road Map per la Rosa nel Pugno, tracciata da Marco Pannella.
Rispetto alle polemiche, spesso strumentali, sollevate in queste settimane da settori importanti e dagli stessi vertici dello Sdi, sono utili le precisazioni di Pannella, perché chi fosse in disaccordo con il progetto, lo dichiari, e se ne esca pure, ma non si nasconda dietro degli alibi.
La Rosa nel Pugno è già oggi «un partito pienamente esistente», e un soggetto già «federativo-federale». Ha i suoi organi dirigenti istituzionali, e «continua a rappresentare l'unica novità della politica italiana, seppur in crisi (se di crescita o conclusiva, lo si vedrà)». Da una parte, e sembra non averlo capito l'amico Inoz, c'è chi sta cercando di sciogliere ora questo partito, impedendo ai suoi organi statutari di riunirsi, per rispolverarlo, se necessario - se, cioè, il partito democratico non verrà alla luce - nel 2009, alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale.
Dall'altra parte, chi non vuole accettare questa imposizione, e che la Rosa nel Pugno si riduca al solo Gruppo parlamentare. La divisione non è tra socialisti da una parte e radicali dall'altra. No, come dimostrano le diverse assemblee socialiste e radicali in giro per l'Italia. Ma tra parassiti della politica vissuta come collocamento e "liberali, laici, socialisti, radicali", che vivono la politica come lotta e iniziative.
Si riuniscano quindi, finalmente, Segreteria e Direzione, cui il vertice dello Sdi ha impedito per mesi, e impedisce tuttora, di riunirsi. Alla Direzione siano invitati tutti i candidati non targati, né Sdi né Radicali italiani. E' necessario però «che tutte le componenti federali della Rosa nel Pugno assicurino la conoscenza, la trasparenza, dei momenti formativi delle proprie decisioni politiche da parte non solamente dei propri iscritti, sostenitori ed elettori». E si convochi una "Fiuggi due", per discutere le ragioni ideali dello stare insieme e le basi programmatiche del liberalsocialismo.
Infatti, indipendentemente dalle volontà dello Sdi, il progetto Rosa nel Pugno, a differenza delle tante biciclette che lo Sdi ha montato nel corso della sua breve vita, nella quale, per necessità - cioè per vivere all'ombra dei Ds - ha dovuto rinunciare a qualsiasi identità e autonomia d'iniziativa socialista, ebbene a differenza di quelle biciclette la Rosa nel Pugno ha le sue ragioni ideali, le sue condizioni storiche e il suo spazio politico. Far parte di questo progetto quindi è un investimento per chi ci sta, e una perdita nell'irrilevanza per chi non ci sta, accontentandosi di qualche posto da parassita.
Se qualcuno cerca di farti cadere da un cavallo in corsa, o lo convinci a stare in sella con te, o te ne riesci a liberare. L'unica cosa che non puoi fare è fermarti a discuterne.
2 comments:
Aahahaha! Proprio in questo momento ho scritto un post intitolato "embedded blogging", con significativa spiegazione al seguito. ;)
Ciao e merci per la segnalazione
TNN
Allora, posto che le differenze non sono tra socialisti e radicali, tu personalmente, tra il rev. Scola che dice che bisogna superare la scuola unica di stato e ricercare un modello partecipato dall società civile e l'On. Boselli che indignato gli risponde che sarebeb un pasos indietro e vuole più fondi per la scuola pubblica, chi scegli?
secondo me sono queste le questioni, ma se in queste cose non ci sono divisioni, bene, cancellate la scritta liberali dal simbolo (un minimo di coerenza), e scriveteci laici socialisti socialisti socialisti socialisti.
e magari pure col vecchio simbolo :-) (la falce e il martello)
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