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Thursday, March 17, 2005

"Basta soldi ai dittatori". La politica preventiva di Bush

Prendiamoci la Banca MondialeUn'altra occasione persa per dimostrare che non è l'antiamericanismo il principio guida della politica estera della sinistra

"Basta soldi ai dittatori". Siamo d'accordo su questo principio come primo, semplice, strumento di pressione internazionale nei confronti dei regimi autocratici? Ebbene, con la messa in pratica di questo principio ha a che fare la designazione da parte del presidente americano Bush del neocon Paul Wolfowitz alla guida della Banca Mondiale. La dottrina Bush non è fatta solo di guerra preventiva, come vogliono farci credere i suoi detrattori antiamericani, ma anche e soprattutto di politica preventiva.

La scelta di Wolfowitz alla Banca Mondiale segnerebbe un elemento di forte discontinuità con la gestione precedente. E' ormai aperta la discussione su quali siano gli strumenti migliori per combattere la povertà nel mondo. Se quelli tradizionali, incentrati su prestiti e riduzione dei debiti, o se la libertà politica ed economica piuttosto, e come premessa, degli strumenti tradizionali.

Uno degli ideatori della guerra di liberazione irachena in Iraq e della teoria del domino democratico in Medio Oriente in teoria non c'entra niente con banche e fondi. Ma come spiega Christian Rocca su Il Foglio, passa per Wolfowitz la «seconda gamba» della strategia di politica estera di Bush. La Casa Bianca
«ha in mente di riformare la Banca Mondiale, trasformandola da istituto finanziario, qual è oggi, in super ente donatore che conceda "grants" e non "loans", sovvenzioni a fondo perduto invece che prestiti, i cui interessi poi impediscono ai paesi debitori di camminare con i propri piedi».
E coerentemente con l'idea neocon di espandere la democrazia nel mondo, vincolando l'assistenza e gli aiuti finanziari internazionali alle riforme democratiche. Appunto, la possibile attuazione del principio radicale "Basta soldi ai dittatori".

Interessa, almeno questo, alla sinistra? Dovrebbe, perché, ci ricorda perfettamente oggi Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, è la sinistra che ha fondato il suo no alla guerra in Iraq con un sì all'Onu, alla mobilitazione pacifica dell'opinione pubblica e alle pressioni della comunità internazionale attraverso le sue istituzioni multilaterali. «E' con questi strumenti - ci hanno ripetuto - che bisogna cercare sempre di promuovere la causa della democrazia là dove la democrazia è assente: non con le armi». Ma se dobbiamo valutare dall'interesse che in questi giorni i politici, i giornali, le piazze della sinistra stanno dimostrando per la primavera in atto in Libano (nessuna mobilitazione, corteo, manifesto o picchetto) non possiamo aspettarci che la candidatura di Wolfowitz verrà accolta con il calore che dovrebbe.

Opinioni liberal a favore di Wolfowitz alla Banca Mondiale: Washington Post, Los Angeles Times, Slate, il senatore Joe Biden, Dennis Ross. Altri editoriali a favore: Financial Times, Wall Street Journal.

Update. Wolfowitz, riporta l'agenzia Reuters, ha telefonato due volte a Bono, il leader degli U2 per anticipargli le sue intenzioni su povertà e sviluppo. «They were very enthusiastic, detailed and lengthy conversations». Chissà, magari Bono sosterrà la candidatura di Wolfy.

1 comment:

Anonymous said...

Wolfowitz Discusses World Bank Mission With Bono

WASHINGTON (Reuters) - Paul Wolfowitz, whose nomination as World Bank president has stirred controversy, discussed poverty and development issues with Irish rock star Bono in two phone conversations on Thursday, an adviser said.
Wolfowitz adviser Kevin Kellems told Reuters the deputy U.S. defense secretary initiated the lengthy conversations with the lead singer of the rock group U2, whose name had been bandied about for the World Bank presidency.
U.S. President George W. Bush on Wednesday named Wolfowitz, a key architect of the Iraq war, to be the next World Bank president, but the choice has been controversial, especially in Europe.
An endorsement by Bono, who campaigns extensively for African aid and debt relief, could defuse some of the criticism of Wolfowitz.
Kellems said the discussions "were incredibly substantive about reducing poverty, about development, about the opportunity to help people that the World Bank presidency provides and about charitable giving and social progress around the globe.
"They clicked. They were very enthusiastic, detailed and lengthy conversations," Kellems said.
Tom Hart, government relations director for DATA -- Debt, AIDS, Trade and Africa -- the lobby group co-founded by Bono, said the rock star believed it was important to share his views on Africa and poverty with Wolfowitz.
"Bono thought it was important that he put forward the issues that are critical to the World Bank, like debt cancellation, aid effectiveness and a real focus on poverty reduction," Hart said.
Wolfowitz first telephoned Bono on Wednesday to schedule the conversations. In the past 24 hours, Wolfowitz had spoken with a broad range of foreign leaders, bank officials and advocates for poverty reduction and international development, aides said.